Dalle stalle alle stelle, in 24 ore. Dopo la sprint Bagnaia era arrabbiato, abbattuto, irriconoscibile: la faccia di chi in meno di due mesi ha buttato via un vantaggio di 66 punti in campionato e si vede l’avversario superarlo. Oggi Pecco era giustamente felice, tornato alla vittoria che gli mancava da fine agosto, in Austria. Con Martin a terra, poi, il bottino è pieno e ora è nuovamente il piemontese a essere al comando del campionato (con 18 punti di vantaggio). Tagliato il traguardo, ha guardato la telecamera posizionato all’interno del cupolino e ha fatto un gesto inequivocabile: 'avete capito?' ha mimato.
A chi ti rivolgevi in quel momento?
“Alle persone spesso parlano troppo, a volte è meglio aspettare i risultati prima di farlo. Era per loro”.
Ieri anche molti piloti davano favorito Martin, a partire da Marquez.
“I piloti dovrebbero sapere benissimo come vanno le cose”.
Era da tempo che non vincevi, qual è la sensazione?
“C’era bisogno di un risultato così, dopo il GP di Barcellona ne ho passate tante. Ho lottato molto, non mi sono trovato bene in tante situazione e facevo fatica a spingere. Ringrazio tantissimo la mia squadra, soprattutto i ragazzi che si occupano dell’elettronica, perché questa mattina abbiamo fatto un ultimo passo in avanti ed è stato fantastico. Meritavamo tanto questa vittoria e ne sono orgoglioso".
Come ti sei ritirato in piedi dopo la batosta di ieri?
“Ho visto una puntata della serie su David Beckham, lui è stato criticato sicuramente più di me (ride). Cerco sempre di circondarmi di persone che mi vogliono bene e sono fortunato averne tante. Tutto mi ha fatto bene: sfogarmi dopo la sprint, parlare con la squadra, con la mia famiglia, con Domizia, mia sorella, Valentino, Carlo (Casabianca, il preparatore della VR46 ndr). La mia compagna Domizia mi cazzia sempre quando vede che non riesco a dare il massimo. Le parole di tutti aiutato tanto per chi ha bisogno, come me, di una vicinanza mentale, come svagarsi, parlare di altro. Domizia mi ha raccontato della sua giornata di shopping. Prima di andare a dormire, ieri sera, ho pensato che avevo bisogno di un risultato così”.
Quale significato ha questa vittoria per te?
“Questa è una vittoria assolutamente importante, simile a quella in Malesia lo scorso anno. Sono felicissimo, so che Jorge è velocissimo, ma io avevo bisogno questo risultato dopo un periodo non facile. Dà molta motivazione, non solo a me, anche alla mia squadra. Significa tante cose: essere tornato competitivo, cosa che mi mancava da tempo, vincere in con Martin fuori dai giochi era l’obiettivo principale”.
Perché tante difficoltà negli ultimi tempi?
“Sapevo che il potenziale c’era, dovevamo solo capire come riuscire a fare certe cose. Tutto fa: la testa, la squadra, è un insieme che oggi ha funzionato bene. Ieri ero abbastanza arrabbiato dopo le qualifiche e la sprint, faticavo a essere veloce e a superare. Ieri notte abbiamo lavorato tanto in vista della gara e alla partenza ho cercato di dare il massimo. Quando sono arrivato al 3° posto ho pensato solo a spingere per riprendere Maverick, perché avevo visto che Martin era scappato, il suo ritmo velocissimo e le mie gomme stavano calando. Dopo la sua caduta, ho pensato ad gestire gli pneumatici”.
L’ultimo pilota a vincere una gara non partendo dalle prime 4 file sull’asciutto era stato Melandri nel 2006, in Turchia.
“Mi fanno piacere queste cose. L’anno scorso in Malesia partivo 9° ed ero 2° alla prima curva, questa volta ho dovuto fare più sorpassi. È vero che è difficile superare ora in MotoGP, ma se sei più veloce riesci a buttarti dentro”.
C’è anche una motivazione tecnica per questo tuo cambiamento?
“Già questa mattina nel warm up ho cercato di capire cosa fare di diverso, non potevo stare un’altra gara dietro e la gomma posteriore media mi ha aiutato perché rende la moto più stabile, non mi piace quando è nervosa”.
Ti sei accorto di quanto fossero vicini a te Vinales e Quartararo all’ultimo giro?
“Nelle ultime due curve ho rallentato, davanti non avevo più gomma. Mi sono tenuto un po’ di margine per finire la gara, era importante. Quando ho visto un vantaggio di 6 decimi a metà pista, ho pensato di potere rilassarmi, ma rivedendo le immagini ho esagerato un po’ (ride)”.
Come interpreti la scivolata di Martin?
“Siamo a un livello talmente alto che basta poco per cadere. Di scivolate simili a quella di Jorge ne ho fatte tante, purtroppo, come ad Austin e in India. La nostra moto è velocissima, ma devi capirla. Ci sono volte in cui hai talmente tanta fiducia per cui devi stare attento. Non so come sarebbe andata a finire senza la sua scivolata, stava tenendo un passo molto veloce e le gomme soffrivano”.
Sei di nuovo al comando nel campionato, ma vedendoti oggi viene il sospetto che tu preferisca inseguire…
“Nella prima parte del campionato ero in testa e avevo portato il mio vantaggio fino a 66 punti con la stessa mentalità. Ho iniziato a perdere punti dopo Barcellona e Martin è diventato molto forte, forse anche perché aveva visto che faticavo e la sua ambizione è cresciuta. Io ho lavorato per ritrovare mie sensazioni in sella e oggi sono stato davanti a tutti”.