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MotoGP, GP di Motegi: il Bello, il Brutto e il Cattivo

La pioggia fa fiorire Martin, Bagnaia si accontenta e dice di godere, Marquez cede al romanticismo di un podio. Tutti contenti? Quartararo certamente no

MotoGP: GP di Motegi: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Piove a Motegi, sulle Ducati di Martin e Bagnaia e sui loro sogni iridati. A danzare è Jorge, ma per una volta Pecco è meno irritato del solito per una sconfitta. Si ricomincia da 3, come i punti che separano lo spagnolo dall’italiano, che poi è praticamente ripartire da zero. A proposito di partenze, Marc Marquez sembra avere le valigie già pronte, ma intanto cede al romanticismo di un podio sulla Honda, bagnato sì, ma non di lacrime.

IL BELLO – Jorge Martin e Pecco Bagnaia ai tempi della Moto3 dividevano la stanza e i dolori di guidare una Mahindra, oggi sono sulla moto dei sogni di ogni pilota e si contendono il titolo della MotoGP. Come quando si sfidavano ai videogiochi, vincerà solo uno, ma questa volta in palio c’è qualcosa di più di una pizza gratis.

IL BRUTTO – Nemmeno l’aria di casa riesce a risollevare la Yamaha. Morbidelli conta i giorni che lo separano all’addio, Quartararo non ha nemmeno quella consolazione. I tre diapason non riescono ad accordare la M1, violino stonato che nessuno ha più voglia di suonare.

IL CATTIVO – Va, resta, parte, rimane, forse sì, forse no. Marc Marquez sembra un adolescente che debba scegliere il vestito per il primo appuntamento. Ad aspettarlo c’è una Ducati, per cui stravede, stanco del solito tran tran con la vecchia compagna Honda che invece vorrebbe continuare il ménage. Tutto bene, basta che si decida perché la vicenda si sta facendo interessante come la centesima replica di un telefilm degli anni ’80.

LA DELUSIONE – Lo squalo si è trasformato in un pesciolino, con tante lische e poca polpa. Invece di mangiare gli avversari, Tony Arbolino in Giappone ha fatto la fine del sushi. Nei mari dell’Indonesia dovrà ritrovare il vecchio istinto da predatore per non finire ancora una volta nelle fauci di Acosta.

LA CONFERMA – La cura Leopard ha trasformato Jaume Masia. L’eterna promessa della Moto3 è diventata una certezza. Il verde acqua che veste lo slancia, ma soprattutto l’ha reso più veloce. Per il momento è in testa al Mondiale e soprattutto sembra poterci rimanere.

L’ERRORE – La MotoGP non ammette scorciatoie. Come quella che ha percorso la Ducati di Zarco per rientrare ai box dopo la caduta e la bandiera rossa. È bastata a togliergli un 6° posto. A spingerlo sono stati i commissari, ma gli Steward sono stati inflessibili. È la prima volta e non siamo sicuri che fosse quella giusta.

LA SORPRESA – Vedere Michele Pirro al comando per 3 giri. Il collaudatore ha usato più il cuore che la testa quando ha deciso di non cambiare gomme. Gli ultimi sono diventati primi, per poco, ma la passerella è stata meritata.

IL SORPASSO – Le gare sprint dovrebbero esserne il regno. Almeno è quello che ci hanno raccontato. La pratica dice che la teoria è sbagliata nella moderna MotoGP. L’hanno capito tutti, tranne quelli che decidono.

LA CURIOSITA’ – Le nostre spie hanno individuato l’arma segreta della Honda per tenere Marquez. Fra i vicoli di Motegi hanno stanato l'insospettabile centro ricerche HRC. Ecco la foto che lo dimostra. O ci siamo sbagliati?

 

IO L’AVEVO DETTO – Il collaudatore Cal Crutchlow è sicuro: “Yamaha deve fare un passo indietro con l’aerodinamica”. Basta che ne faccio almeno uno in avanti da qualche altra parte.

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