Il sorriso di Bagnaia dice tutto sul suo stato d’animo. Era arrivato a Motegi con tanti dubbi e la convinzione di poterli dipanare, ma un conto è pensarlo e un’altro farlo. Dopo i due turni di prove libere può affermare di avere fatto seguire la teoria alla pratica e a certificarlo c’è il 2° tempo, ad appena 29 millesimi da Binder.
“Sono contento, finalmente! - ha festeggiato Pecco -Era da tanto tempo che non ero nei primi 5 nel primo turno di libere e sono contento del mio tempo nel secondo. Le mie sensazioni sono migliorate uscita dopo uscita. Sono molto soddisfatto, finalmente posso forzare in frenata e ora posso tirare sospiro di sollievo, abbiamo capito quale fosse il problema e quando ho deciso di spingere si è vista la differenza. Manca ancora qualcosa per essere pienamente felice, ma siamo veramente vicini a trovare la quadra. Non solo freno forte, ma ho anche una buona percorrerenza di curva, un’altra cosa che mi era mancata negli ultimi GP”.
La domanda è: cosa non funzionava sulla Desmosedici del campione del mondo?
“Non era un problema, io facevo qualcosa di diverso e la moto si comportava in modo differente - la spiegazione - Preferisco una moto più stabile e negli ultimi fine settimana era troppo nervosa: era facile perdere il posteriore e difficile essere costante. Il setting che ho usato oggi è molto simile a quello dell’Austria, ma non lo stesso”.
Il lavoro non è stato semplice.
“Abbiamo proceduto per passi, le due prime uscite del mattino sono state le migliori, poi sono tornato al setup dell’India e ho sentito qualcosa di strano, i miei tempi si sono alzati di un secondo - ha spiegato Bagnaia - Poi, nel pomeriggio, ci siamo concentrati a migliorare le mie sensazioni. Nel primo time attack mi sono tenuto un po’ di margine, mentre nel secondo ho spinto come normalmente e ho potuto essere forte in frenata, è stato un sollievo”.
Così sia lui che Binder hanno battuto il record della pista di Jorge Lorenzo che resisteva dal 2015. Come mai per così tanto tempo?
“Secondo me si è trattato di circostanze, oggi non è piovuto, l’anno scorso er successo in Fp2, inoltre non avevamo corso qui per due anni. Quel tempo era stato fatto con le Bridgestone, non le conosco, ma credo che aiutassero in frenata” la sua opinione
L’importante è che ora Pecco si sia rimesso in carreggiata-
“Dopo l’India avevamo una gran voglia di reagire - ha detto - In una condizione difficile ero 2° in gara e, magari, se fossi arrivato in quella posizione avremmo cercato meno il problema. Quel fine settimana ci è servito da lezione, ci ha insegnato che bisogna sempre stare sul pezzo. Devo fare un grande grazie alla mia squadra che ha fatto le ore piccole tutte le sere per trovare una soluzione. Siamo migliorati tanto, ma manca ancora un po’ di ripetibilità nelle frenate. Prima non ci riuscivo per nemmeno un giro, il posteriore era sempre ballerino, ora sono più costante e forte in frenata. Domani ci concentreremo su altre aree, ma ho già il mio setup di base”.
A questo punto bisogna pensare agli avversari, a Martin e Bezzecchi di cui Bagnaia ha il fiato sul collo in classifica.
“La prima cosa che ho pensato è che è tosta avere Binder al primo posta, è dura da battere quando parte davanti. In questo momento non faccio troppo caso a quello che fanno gli altri due perché so che saranno veloci. Sono concentrato più a risolvere i miei problemi”.
L’unica incognita che rimane è la possibilità di pioggia domenica.
“Farò il massimo con quello che avrò, sul bagnato quest’anno vado bene, ma in quelle condizioni è sempre difficile prevedere quello che succederà” ha concluso il campione del mondo.