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MotoGP, Marquez: una Ducati subito, per non fare come Rossi nel 2013

In questi giorni potrebbe arrivare la conferma del passaggio di Marc a Gresini. Ma perché questa 'fretta' invece di aspettare la KTM e il 2025? Valentino è un precedente: "Ho perso l'abitudine a lottare al vertice"

MotoGP: Marquez: una Ducati subito, per non fare come Rossi nel 2013

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Marc Marquez e il suo passaggio a Gresini Racing nel 2024. Ecco l'argomento che sta dominando le prime pagine di tutti i media dedicati al Motorsport in questo periodo. Una cosa del tutto normale se consideriamo che si parla del pilota più vincente in attività in MotoGP che dovrebbe rescindere il proprio contratto con la Honda la cui naturale durata è fine 2024. Ci sono delle variabili che hanno reso poi questo passaggio ancora più interessante da seguire e che hanno impresso alla vicenda la direzione che oggi sembra quella che porterà Marc a diventare il compagno di squadra di suo fratello Alex. 

La prima riguarda la durata del contratto, che ha allontanato Marc dall'ipotesi Pramac. Una volta capita la volontà dello spagnolo di lasciare Honda, in Ducati hanno probabilmente compreso che la soluzione migliore sarebbe stato averlo in 'casa' piuttosto che contro. Grazie ai buoni uffici di Dorna, KTM non ha potuto schierare due moto in più per il 2024 accogliendo Acosta e Marc, il che ha lasciato un bel problema alla Casa austriaca ed ha quanto meno rimandato l'approdo di Marc in sella alla RC16. Il contatto quindi con Pramac è avvenuto, ma l'offerta contemplava due stagioni di contratto, una durata non compatibile con quella richiesta dallo spagnolo, disponibile ad accasarsi solo per una stagione in sella alla Ducati di Campinoti. 

Il perché è abbastanza ovvio: nel 2024 scadranno tutti i contratti dei top rider in griglia, si spalancheranno molte porte e Marc Marquez può accettare di salire su una moto di una squadra non ufficiale solo per una stagione e non per due, rischiando poi di trovarsi di nuovo fuori dai giochi causa incompatibilità tra le scadenze dei vari contratti. Incassato il no di Pramac, Gresini è diventata la seconda chance per il 2024 ed oggi l'unica ancora aperta. Secondo alcuni nel paddock, Marc avrebbe già firmato un precontratto con KTM per il 2025/2026, il che avrebbe anche una certa logica visto il legame tra il manager attuale dello spagnolo e Red Bull. 

Però la verità è che probabilmente Marc vuole essere nel 2024 libero di scegliere e magari anche libero di poter convincere Ducati a puntare su di lui. Gigi Dall'Igna lo conosce bene, l'ha visto vincere in sella ad una Derbi 125 che all'epoca non era altro che un'Aprilia con un brand diverso sul serbatoio. Lo stesso Gigi aveva detto al sottoscritto nel 2019: "Solo uno stupido non vorrebbe lavorare con Marc Marquez". Qui trovate il link all'intervista, che risale ad un periodo storico diverso, perché all'epoca, il 2019, la Ducati non era ancora la macchina da guerra che è oggi in MotoGP. Ma se puoi avere il miglior pilota del mondo sulla tua moto, perché non farlo, rischiando di 'regalarlo' alla concorrenza? Di certo c'è anche la necessità di non indispettire gli attuali piloti in Ducati e piazzare Marc in Gresini sembra un'ottima mossa anche da questo punto di vista. Ciabatti ha ribadito che Gresini è un team clienti che si sceglie i piloti e paga le moto, in totale libertà. Però Marquez sulla Ducati sarà una spina nel fianco di tutti gli altri piloti in sella ad una Rossa e se dovesse brillare (come tutti pensano) in Ducati resterebbero a guardare mentre si dirige verso la KTM?

Ma tornando al discorso fretta di Marc Marquez, da cosa dipende tutta questa voglia di avere tra le mani nel 2024 una moto con cui lottare per la top five, parole che ha ripetuto in India. Un esempio potrebbe venire da quanto accaduto a Valentino Rossi nel 2011 e 2012 proprio con la Ducati. Il Dottore fu protagonista di due stagioni decisamente pessime e lontane dagli standard a cui era abituato in Yamaha. Ma quando poi è tornato in sella alla M1, dopo due anni passati a lottare per al massimo una top 6 e qualche podio fortunoso, cosa diceva Valentino? La frase che ricordiamo è semplice: "Ho perso l'abitudine di lottare al vertice, serve lavoro e tempo". Detto fatto, perché il Rossi del 2015 era tornato un pilota da titolo, ma due anni dopo essere risalito su una moto vincente. 

Marc ha vissuto un 2020 catastrofico per i problemi fisici, non è andata meglio poi nel 2021 e 2022. tante operazioni, tanto tempo lontano dalla moto. Ma oggi la situazione è diversa, Marquez è in forma perfetta e il limite non è più il suo fisico ma la sua moto. Una moto che l'ha tradito spesso, una moto che anche un fenomeno come lui fatica a portare al limite. Per quanto Honda possa impegnarsi al massimo, Marc è perfettamente consapevole di quanto sia ampio il gap oggi tra la RCV213 e la Ducati GP23. Restare in sella a quella moto anche per il 2024 significherebbe accettare di lottare per una top ten, di cadere spesso ed anche di rischiare di farsi male, perché se hai l'animo del guerriero, lotti contro tutto e tutti, anche contro la tua moto. Solo che vince lei e tu finisci in ospedale. 

Ecco dunque le motivazioni che portano Marc a lasciare la Honda accettando di correre per un team privato, con una moto dell'anno precedente e probabilmente senza ingaggio, rinunciando ad un contratto faraonico. Gli serve non perdere l'abitudine a vincere, a lottare al vertice in ogni singolo fine settimana di gara. Per restare vincenti, nello sport si deve avere sempre una mentalità vincente, ma nel Motorsport se non hai un mezzo all'altezza, puoi fare qualche mezzo miracolo qualche volta, ma alla lunga esci sconfitto. Domenica si corre a Motegi, Marc avrà un incontro con i vertici HRC e proprio loro avevano detto a metà stagione che non avrebbero mai trattenuto un pilota contro la sua volontà. Parole che di certo faranno comodo allo spagnolo quando gli comunicherà la propria intenzione di andare via. Mancano insomma pochi giorni alla fine di questa autentica telenovela che sta tenendo banco forse da troppo tempo. 

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