Ha corso un bel Gran Premio, Marc Marquez, certo considerando la sua situazione attuale perché un settimo posto non può soddisfare l’ambizione di un otto volte campione del mondo. E Marc lo ammette tranquillamente: “ho preso quasi 14 secondi dal vincitore”, sottolinea.
Considerando però che il suo compagno di squadra, Joan Mir, è caduto e Bradl e Nakagami sono arrivati rispettivamente a 35 e a 43 secondi, ultimo e penultimo, un sorriso scappa dalle labbra di Marc che non sembra stanco di giocare a nascondino con la stampa e con il suo stesso team a proposito del futuro.
“Non mi da fastidio, né lo trovo divertente - prova a spiegare - questa pressione fa parte del mio lavoro. Certo, a 20 anni probabilmente mi avrebbe destabilizzato, ma ora, invece, sotto pressione dò il meglio di me".
Del resto non solo noi abbiamo provato a torchiarlo inventandoci modi sempre nuovi per provare a farlo parlare. Anche Jorge Lorenzo, suo ex compagno di squadra, ha tentato, ottenendo solo un siparietto con un sacco di risate.
Tornato serio Marquez, comunque, ha ribadito ciò che dice da settimane.
“Voglio vedere dei risultati, dei fatti. Se mi chiedete se con un collaudatore del calibro di Pedrosa saremmo più avanti, posso solo rispondervi che Dani è Dani, il migliore…Ducati ed Aprilia, con Pirro e Savadori hanno però piloti forse con meno talento e meno velocità di Dani, ma le loro moto sono veloci. Perché puoi dare indicazioni perfette come fa Pedrosa, ma poi tocca agli ingegneri decodificarle. Domani proverò la moto e sensazioni a parte, bisognerà che mi dia le risposte che cerco. Attualmente noi non possiamo usare la gomma media, siamo costretti a montare la morbida per avere trazione. Con le media perdiamo in entrata e ovviamente si perde anche in uscita. Naturalmente con la morbida bisogna guidare in modo molto fisico. La ho usata anche in Austria e a Barcellona. La gomma è quella giusta per noi perché abbiamo potuto fare tre quarti di gara molto bene, ma l'ultimo quarto per controllare questa Honda mi dovevo muovere molto. Usare molta forza. E’ strano da dire, perché ho finito solo settimo, ma ho fatto una gara perfetta. Mi sentivo veloce, a mio agio. È vero che ho usato più energia per prendere Viñales, perché volevo prenderlo e non lasciarlo andare. Ma quando l'ho raggiunto, stavo superando i miei limiti. Poi mi sono rilassato un po', ho iniziato a prendere un ritmo diverso, perché altrimenti non avrei finito la gara perché avevo troppe paure. Negli ultimi quattro giri mi sono difeso al meglio nel grande gruppo dietro di me. Luca Marini e Fernandez erano più veloci di me, ma nella MotoGP attuale se ti difendi bene superare è impossibile. Così siamo riusciti a ottenere questa settima posizione, che non è buona, ma nemmeno cattiva".
Domani, dunque, Marc Marquez proverà il prototipo 2024.
“Non mi interessa dove può essere migliore, mi interessa che sia più veloce. Non è importante dove si fa il tempo, l’importante è che si riesca a farlo. Se potrò frenare dopo o accelerare prima, o il contrario, non ha importanza. Ovviamente la valuterò nell’insieme, anche perché l’assetto è diverso per fare un giro veloce od un intero Gran Premio. E non voglio essere contagiato dalle dichiarazioni di altri. Proverò la moto con la mente libera”.
Domani dunque scatta l’ultimatum di Marquez. Ma quanto tempo ha ancora la Honda per convincere il suo capitano a non abbandonare la nave.
Marc ridacchia mentre risponde.
“Ho il mio timing, non posso dire quale è, ma non può essere molto lungo. Siamo già a settembre, alla fine il tempo passa ed un pilota ha una carriera sportiva…”.