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Marquez: "Comprare un team in MotoGP? E' una possibilità, ma non ora"

Marc mischia le carte: "Io in Gresini con Alex? Più facile che lui vada via da casa nostra, la sta già cercando da un po'. Stanno succedendo cose, come nel mio post. Nel Racing succede di tutto tutti i giorni. Ho seguito Pedrosa perché è il migliore in sella ad una MotoGP, è stato un deja vu"

MotoGP: Marquez: "Comprare un team in MotoGP? E' una possibilità, ma non ora"

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Marc Marquez ha arpionato una Q2 che davvero in pochi avrebbero ritenuto possibile oggi a Misano. Ha puntato la coda della KTM di Dani Pedrosa e l'ha sfruttato come traino perfetto per ottenere un passaggio di turno difficile da pronosticare. Marc è ancora un mastino e con il giusto riferimento riesce a far volare una Honda in enorme difficoltà. Ma l'incontro con i giornalisti al termine del venerdì è stato anche teatro di tante domande rivolte a Marc sul suo futuro, sul possibile passaggio in Gresini, sulla voglia di lavorare con un ingegnere come Dall'Igna. E Marc non si è tirato indietro. 

"Al Montmelo non ho cercato di seguire qualcuno perché sapevo che le mie possibilità di entrare in Q2 erano bassissime - ha spiegato Marc - Oggi invece sapevo di avere qualche minima possibilità, quindi ho provato a seguire Dani per tentare di migliorare, perché lui guida semplicemente al meglio possibile una MotoGP. Non era il mio obiettivo, ma ho visto che arrivava, quindi ci ho provato. Guidava benissimo. Sono in Q2, ma non sono molto felice per quello che sentivo sulla moto. Si comportava in modo strano, era difficile capire dove poter attaccare e dove no. Quindi dobbiamo lavorare sulla moto".

Pensi che sia lui la figura chiave della crescita di KTM?
"Il test rider è sempre importante e Dani è senza dubbio il migliore in questo ruolo. Ma per me la cosa anche più importante di una squadra sono gli ingegneri. Come vedete Aprilia, Ducati, hanno dei buoni piloti nel ruolo di tester, ma non Pedrosa in quel ruolo. Eppure sono migliorati molto. Qui Bradl sta provando cose nuove, ci sono facce nuove ed anche nuovi ingegneri. Il Giappone sta reagendo bene adesso".

Conosci le voci che ti vedono in Gresini con Alex nel 2024. C'è anche chi dice che potresti comperare la squadra. Pensi che sia più possibile questo o che Alex vada a vivere da solo?
"Penso che sia più possibile che Alex trovi una casa nuova, la sta già cercando - se la ride - .Quindi direi che è questa la risposta. Ma nel racing tutto può succedere. Ogni giorno succede qualcosa qui, oggi sono entrato in Q2".

Hai definito un assetto di base da utilizzare?
"E’ strano quello che sta succedendo perché a volte capita che io utilizzi il setup di Bradl, poi torno al mio, poi torno ancora indietro. Si migliora qui e lì, anche Nakagami spesso prova assetti di Bradl. Ma il time attack per esempio, l’ho fatto con un setup ancora diverso, ma i problemi restano in modo indipendente dall'assetto che utilizziamo. Questo significa che non vengono dall’assetto ma da altre cose".

Cosa hai pensato mentre seguivi Dani?
"Con Dani è stato una specie di dejavu. Era tempo che non vedevo nessuno guidare una MotoGP in quel modo, lo sa fare solo lui. Mi ricordavo il suo stile, ma vederlo in pista è un’altra cosa. E’ un piacere averlo in pista, lo ammiro perché non è giovanissimo ma è ancora velocissimo".

A te è dispiaciuto quando è andato via dalla Honda?
"Per me ovviamente oggi è facile dire che Dani è il miglior tester possibile, tra tutti quelli che lavorano in questo ruolo in qualsiasi Casa. Chiunque vorrebbe averlo come tester, è veloce, sa essere forte in gara. Però ripeto quello che ho detto prima, e cioè che la cosa più importante per una squadra sono gli ingegneri più che i piloti. Anche Bradl è veloce. Dani è il migliore, però se non hai gli ingegneri giusti anche i migliori feedback sono inutili. Tu da pilota non decidi di abbassare qui o alzare lì, dai solo i feedback. Poi sono gli ingegneri a tradurre queste sensazioni ed a cambiare la moto. Cosa ho fatto quando in Honda decisero di mandare via Dani? Beh, alla fine puoi dare la tua opinione, ma poi sono i capi che decidono".

Qualcuno ha addirittura ipotizzato per il tuo futuro che volessi entrare in società con Gresini. 
"Certo, in questo mondo può succedere di tutto. Magari in futuro potrei avere una squadra tutta mia, ma non credo sia il momento per me di fare una cosa del genere. Io ora sono concentrato sul mio lavoro che è quello di andare forte in pista".

Ti piacerebbe avere Dall'Igna in Honda?
"A me piacerebbe che ci fosse qualcuno che prende il comando delle operazioni e che poi non lo cambiassero continuamente dal Giappone. Perché spesso è questo quello che succede. So che stanno lavorando per il 2024, vediamo come funziona. Mi piacerebbe lavorare con i miglior ingegneri del paddock, non necessariamente mi riferisco a chi occupa una posizione come quella di Dall’Igna. Ma mi piacerebbe lavorare con il miglior ingegnere che si occupa dei motori, il migliore in fatto di elettronica e telai. Si deve creare una struttura insomma".

Pensi che in Honda HRC possano entrare ingegneri europei?
"Già ci sono ingegneri europei nella mia squadra. Anche negli anni passati era così. La cosa importante è avere un buon flusso di informazioni tra la pista e la Factory, ognuno deve sapere sempre perfettamente cosa fa l’altra parte".

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