Oltre al passaggio di Rea in Yamaha, questa settimana abbiamo appreso della promozione di Bulega nel team ufficiale Ducati al posto di Rinaldi. Dopo due anni di SuperSport, il pilota di Montecchio Emilia sbarcherà nella top class, condividendo il box con Alvaro Bautista.
Di questa scelta ne abbiamo parlato con Serafino Foti, il quale ha spiegato nel dettaglio le motivazioni che hanno portato a investire sul Nicolò.
“A Most abbiamo scelto di promuovere Bulega in SBK – ha esordito il team manager – gli abbiamo comunicato la scelta in occasione dell’ultimo weekend di luglio e siamo dell’idea che Nicolò abbia il talento per una sfida del genere. Lui è un ragazzo di esperienza, dato che in passato ha corso in Moto2 e Moto3. Inoltre questa scelta è mirata alla valorizzazione del progetto SuperSport, che come ben sapete è rivolto alla crescita dei giovani”.
Serafino, a sostituire Bulega sarà Huertas?
“Noi siamo in contatto con lui, infatti è una delle opzioni sul tavolo. Huertas è un giovane dotato di grande potenziale, ma al tempo stesso stiamo parlando anche con altri piloti”.
In tutto ciò Zarco vi ha preso in contropiede, firmando con Honda LCR. Poteva essere lui il sostituto di Bautista nel 2025.
“Secondo me non è così scontato che Alvaro si ritiri il prossimo anno. Bautista potrebbe anche decidere di proseguire nel 2025. È una scelta che ovviamente spetta e lui e da condividere assieme alla sua famiglia”.
Visti i risultati, cosa rispondi a chi sostiene che Bassani meritava la Ducati ufficial?
“Mi dispiace ci siano pregiudizi verso Bassani. Non è vero che noi non vogliamo bene ad Axel, dato che sta facendo un gran campionato e gli faccio i miei complimenti. A nostro avviso Nicolò ha lo stesso talento di Axel, se non di più. Come detto, la scelta di Bulega è anche rivolta al fatto di valorizzare il lavoro intrapreso in SuperSport. Alla fine ogni scelta va rispettata, poi vedremo quello che sarà il risultato”.
Bulega entra in Superbike dalla porta principale. Qualcuno si domanda se non fosse stato meglio un anno da indipendente.
“Nicolò ha attraversato situazioni toste e con grande pressione. Secondo me, per uno come lui, non cambia nulla passare direttamente da un team indipendente a ufficiale”.