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MotoGP, Marini: “Il rinnovo di un anno? Sono pronto per la prossima finestra di mercato”

“Io, Vale, Ducati e Uccio volevamo tutti la stessa cosa: essere competitivi e lottare per vincere. Gli incidenti al via? Una soluzione sono le prove di partenza, o l’abolizione dei device”

MotoGP: Marini: “Il rinnovo di un anno? Sono pronto per la prossima finestra di mercato”

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Si è aperto con una nota lieta il fine settimana a Misano di Luca Marini, che ha annunciato quest’oggi il suo rinnovo con il team Mooney VR46 per il 2024. Una scelta di continuità che togli un peso dalle spalle del 26enne marchigiano, pronto a dare il massimo sulla pista di casa.

“Il rinnovo rappresenta un buon momento per me e adesso posso anche concentrarmi appieno sulle ultime gare della stagione. Penso siamo migliorati tanto rispetto all’anno scorso. Le persone con cui lavoro sono fantastiche, così come l’atmosfera nel box. Dobbiamo continuare così, provare a lottare per le posizioni di vertice in queste ultime gare e cominciare ancora meglio la prossima stagione”, ha commentato Marini nella consueta conferenza stampa del giovedì. 

Una decisione presa di comune accordo con il fratello Valentino Rossi e i vertici della squadra e di Borgo Panigale, con occhio al futuro e al 2025, quando potrebbe aprirsi la possibilità di trovare posto nel team ufficiale Ducati.

Ho parlato con Vale, Ducati e Uccio e volevamo tutti la stessa cosa: volevamo essere competitivi e lottare per la vittoria questa stagione e la prossima. Abbiamo cercato di prendere insieme la miglior decisione insieme - ha spiegato Luca - Era molto importante per me avere un solo anno di contratto per essere allineato con gli altri piloti, per quando si libereranno le selle e si aprirà la prossima finestra di mercato. Staremo a vedere. Può essere una buona occasione per me, ma ho anche bisogno di essere veloce in pista e finire questa stagione nel miglior modo possibile”.

Quasi la chiusura di un ciclo per il pilota marchigiano, che proprio dieci anni fa a Misano ha fatto il suo esordio nel Motomondiale con una wild card in Moto3. 

“Ricordo solo che è stato un weekend da dimenticare, perché non ero pronto per affrontare una gara nel Mondiale - ha ammesso Marini - Ho solo brutti ricordi di quel momento, ma è fantastico essere qui ed essere un pilota di MotoGP. Sono felice di avere questa opportunità anche la prossima stagione, per mostrare il mio potenziale, la mia velocità e provare a ottenere dei risultati ancora migliori”.

Prima di concentrarsi su questo weekend casalingo, dove Luca sfoggerà un casco speciale realizzato da Aldo Drudi, l’alfiere del team VR46 è tornato a parlare degli incidenti dello scorso fine settimana e della pericolosità del circuito di Barcellona.

“Non mi va di contraddire Pecco, ma l’assenza di grip non genera per forza pericolosità. Genera semplicemente meno performance. È più brutto e devi stare più attento, perché devi scaldare bene la gomma posteriore ed è più semplice scivolare. Non penso che la pericolosità sia correlata al grip della pista. Ci sono altri fattori secondo me”, ha spiegato il 26enne.

Parlando più nello specifico degli incidenti al via ha poi aggiunto: “È qualcosa che può succedere nel nostro sport e in tutto il motorsport in generale, perché la prima curva è il momento più importante della gara. Se parti decimo e riesci a superare cinque piloti alla staccata di Curva 1 puoi fare una gara diversa da quella che faresti restando bloccato in decima posizione. È un momento nel quale tutti noi ci sforziamo di fare del nostro meglio, quindi qualcosa può succedere”.

Come arginare la situazione? Per Luca ci sono due vie percorribili: Provare la partenza potrebbe essere una buona soluzione, soprattutto per evitare di mancare il giusto punto di frenata, ma secondo me gli incidenti non smetteranno mai di esserci. Anche gli anni scorsi si cadeva alla prima curva, perché è un momento molto concitato, dove 22 piloti devono entrare in 4 o 5 metri di pista, perché quella è la traiettoria giusta. Bisogna anche tenere conto del layout del tracciato. Piste come Barcellona e l’Austria sono più propense a questo genere di incidenti che il Qatar - ha sottolineato - Un’altra soluzione potrebbe essere quella di togliere tutti i device alla partenza, così le moto diventano più difficili, si va un po’ più piano e magari si arriva alla prima curva un po’ più scaglionati”.

Tra le cose da discutere per il futuro c’è anche la questione della riproposizione in TV degli incidenti, che ha turbato più di un pilota dopo l’investimento di Pecco.

“È una cosa di cui possiamo discutere con gli organizzatori. Credo sia difficile per i media, che devono fare il loro lavoro e riempire in qualche modo i momenti senza azione in pista, però per noi è molto tosta vedere le immagini e poi essere pronti a ripartire sei minuti più tardi - ha concluso Marini - È stata una situazione difficile e forse dovremo parlare per trovare una soluzione migliore”. 

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