Quattro giorni dopo il terribile incidente di Barcellona, Bagnaia è pronto a risalire in sella a Misano. I medici gli hanno dato il via libera e Pecco non perderebbe per nulla al mondo l’occasione di correre nel GP di casa. Arriva in sala stampa ammaccato ma sorridente, sistema l’altezza dello sgabello e ride: “ho un gran male al sedere”. Praticamente nulla, considerando quello che ha rischiato.
“Ricordo tutto di quell’incidente, secondo per secondo. Quando la moto mi ha sbalzato in aria, mi ha ricordato quando mi succede al Ranch: ero preparato all’impatto - scherza - Ho sentito l’airbag aprirsi quando ero ancora in aria, poi c’è stato il forte impatto sull’asfalto. A quel punto, ho visto tutte le moto intorno a me, mi sono anche accorto che una KTM mi avrebbe investito e ho sperato che fosse l’unica. Per fortuna mia, e sfortuna sua, Bastianini con il suo incidente aveva spaccato il gruppo e tolto 5 moto, anche quello mi ha aiutato. Martin e Binder sono stati bravissimi, erano i due piloti dietro di me, ci sono state delle coincidenze fortunate”.
Te la sei cavato con poco per come si era messa.
“Sono stato fortunato e devo ringraziare Alpinestars, sono i migliori al mondo per la sicurezza delle loro protezioni. Il mio stivale è stato perfetto nell’impatto”.
Sei pronto a risalire sulla tua Ducati?
“È la mia gara di casa, è importante essere qui. Lunedì è stata la giornata più difficile, poi io e il mio gruppo abbiamo lavorato tanto e sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto, ho fatto dei passi in avanti incredibili in questi giorni. Continuerò con la fisioterapia e penso continuerò a migliorare giorno dopo giorno. Avevo un grosso ematoma che partiva dal ginocchio e arrivava fino al piede, facevo fatica a muovere la gamba”.
Hai un’idea di come ti sentirai in moto?
“Dovrà salirci, so solo che ci proverò. Questo è uno dei fine settimana che preferisco e i tifosi mi trasmetteranno una forza incredibile. Inoltre mi alleno spesso su questa pista e la conosco alla perfezione”.
Domenica hai detto che non ti spiegavi quell’highside.
“Mi ero accorto dal giro di riscaldamento che qualcosa non funzionava, non avevo grip al posteriore. Ho rischiato di cadere 3 volte, alle curve 3, 9 e 12, andando piano. Anche alla prima curva dopo il via ho perso il posteriore, Martin ha dovuto frenare, per quello avevo un po’ di vantaggio. Dai nostri dati, non ci sono stati problemi meccanici ed elettronici, né ho sbagliato io nella guida. Ora aspettiamo quello che ci dirà Michelin. Ho chiesto da loro una risposta perché quando non sai perché sei caduto è tutto più difficile. Non so quando arriverà la loro analisi” (Taramasso ci ha già detto che non hanno riscontrato difetti nella gomma ndr).
Tanti piloti si sono lamentati anche dello scarso grip dell’asfalto di Barcellona.
“Penso che non potremo continuare a correre lì se non si prenderanno provvedimenti. L’asfalto è un disastro, in curva 5 sembrava di essere sul ghiaccio, siamo oltre ai limiti per la sicurezza”.
Hai guardato la gara?
“Sì, mi piace sempre farlo ed è stato bello guardare la lotta fra Aleix e Maverick. Sarebbe stato interessante se ci fossi stato anch’io con loro, non sarebbe andata a finire come sabato”.
Si è molto parlato degli incidenti in partenza: c’è chi dice di distanziare di più le file, chi che farne 2 aumenta i rischi. Qui a Misano potrebbe capitare la stessa cosa?
“A Barcellona di arriva a una curva di 90° in 5ª marcia, qui la velocità è minore. Per quanto riguarda fare due partenza, alla fine hai più riferimenti, il problema vero è che non puoi pensare di superare 6 piloti in una frenata, questo un pilota deve capirlo. Infine, distanziare maggiormente i piloti sullo schieramento non credo risolverebbe il problema, alla prima curva arriveremmo sempre vicini”.
Foto © Giorgio Neyroz