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MotoGP, Barcellona: il miglior giorno per Aprilia, il peggiore per le giapponesi

Nella stessa giornata in cui le moto di Noale hanno dominato e Bagnaia ha tenuto il passo con la Ducati, tutte e sei le moto giapponesi chiudono la classifica. Quartararo è frustrato, Marquez quasi rassegnato

MotoGP: Barcellona: il miglior giorno per Aprilia, il peggiore per le giapponesi

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Immaginate di essere nel 2017 e leggere una classifica di una sessione MotoGP in cui Aprilia è al primo e secondo posto in classifica e tutte le moto giapponesi presenti in griglia occupano le ultime posizioni della stessa classifica. Verrebbe magari da pensare alla pioggia, magari ad una sessione in cui qualche box si è incasinato nella scelta tra gomme rain e slick. Insomma avreste pensato a tutto, tranne che fosse semplicemente l'espressione dei valori in campo. 

Invece quella classifica letta oggi ha un senso completamente diverso e ci ricorda una parola cara ai fan della Marvel: ineluttabile. Oggi le Aprilia hanno dominato, la Ducati ha tenuto il passo a Barcellona mentre tutte le moto giapponesi hanno letteralmente annaspato, occupando le ultime sei posizioni in classifica in FP1. E non si è trattato di pioggia, non si è trattato di piloti titolari inofrtunati che lasciano spazio alle 'riserve'. Oggi in pista c'erano anche Quartararo e Marc Marquez, che senza dubbio rappresentano le punte di diamante di Yamaha e Honda. 

Punte spuntate, oseremmo dire, e non di certo per ragioni legate esclusivamente ai due piloti, quanto piuttosto per un crollo verticale della competitività delle rispettive moto. Carletto Pernat usa spesso una frase, dice che qualche volte ai piloti 'scende la catena'. Succede quando un pilota, pur impegnandosi al massimo, inizia a cadere, non fa risultati e sostanzialmente comprende di essere in un vicolo cieco. Oggi a Barcellona sia Fabio che Marc si sono ritrovati in un vicolo che più cieco non potrebbe essere. La Honda arranca, la Yamaha fa lunghe derapate ma non va dritta. Qui nel 2021 Quartararo era veloce, velocissimo. Oggi il Fabio che si è presentato ai giornalisti era un ragazzo letteralmente sconfortato, affranto. 

Abbiamo fatto notare a Fabio questa bizzarra classifica ed il francese si è detto molto preoccupato per il futuro. Le classiche frasi da PR ci sono state: "Dobbiamo lavorare, possiamo migliorare, è solo venerdì". Ma chi le pronuncia non sembra crederci più di tanto. Un ritornello che nasconde quello che magari il pilota vorrebbe dire ma semplicemente non può. Marquez da parte sua ha adottato lo stesso approccio di Silverstone e Red Bull Ring e quell'unica volta in cui ha tentato di spingere un po' di più è caduto malamente, minando ulteriormente la già poca fiducia. 

Il cambiamento dei valori in campo tra Case giapponesi ed europee è palese già da un paio di anni, ma oggi si è forse mostrato con una chiarezza mai vista in precedenza. E probabilmente questo è successo proprio perché a questi piloti, che sono dei campioni, dei fenomeni, è scesa la catena, per dirla alla Pernat. Non stanno insomma dando più il massimo e Fabio l'ha ammesso con genuino candore: "La nostra moto ha un limite, lo raggiungiamo subito e dopo possiamo fare quello che vogliamo, ma siamo sempre lì. Si tratta solo di rischiare oltre il dovuto". 

Ma perché rischiare quando si tratta di lottare per entrare in Q2, sapendo già di essere praticamente esclusi a priori da qualsiasi discorso relativo alla vittoria? Certo concentrarsi sui problemi dei giapponesi non deve poi essere un modo per dimenticare i meriti di Aprilia, che negli ultimi anni ha rivoluzionato il suo metodo di lavoro con l'arrivo di Massimo Rivola ed oggi puà godersi la giornata quasi perfetta. Il quasi riguarda Oliveira e Fernandez, ma per entrambi la sfortuna ci ha messo un pizzico lo zampino, altrimenti forse domani ci saremmo trovati 4 RS-GP in Q2. 

Ineluttabile. Come il progresso, come la capacità di inventare qualcosa di diverso, di sviluppare seguendo altre stradre. Di rischiare. Tutte cose che fanno parte della cultura europea e meno di quella giapponese. Quando poi si tratta di rischiare e osare, in Italia siamo senza dubbio i più bravi. Forse qualcosa cambierà a Misano, magari sia Yamaha che Honda ci stupiranno con effetti speciali e due moto in grado di restituire davvero il sorriso sia a Marc Marquez che a Fabio Quartararo. Ci ha colpito oggi una frase di Aleix Espargarò, detta proprio riguardo questa strana classifica che vede tutte le giapponesi lontane: "Mi dispiace moltissimo, è una cosa che non fa bene al nostro sport, non avrei immaginato di vedere questa cosa in mille anni". 

Stare davanti è insomma un motivo di orgoglio per Aprilia, per Ducati ed anche per KTM. Ma vedere le rivali giapponesi lottare sullo stesso piano e batterle, avrebbe un gusto diverso. Oggi sembra quasi di essere davanti a due campionati diversi, uno per le Case europee ed uno per le giapponesi. Ezpeleta invoca le concessioni, speriamo che le giapponesi riescano a sfruttarle al meglio, perché al momento Marquez in Honda e Quartararo in Yamaha ci sembrano come due piloti a bordo di una Formula2 che lottano con i rivali sulle Formula1. Non c'è partita. 

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