Si è chiusa con il successo di Michael Dunlop la centesima edizione del Manx Grand Prix, che ha visto l’alfiere del Team Classic Suzuki portare alla vittoria la sua GSXR750 #6 nella gara della Classic Superbike. Una corsa accorciata alla distanza di tre giri, anziché i quattro previsti, con pit stop obbligatorio al termine della prima tornata.
Una vittoria che sa di riscatto per “The Bull”, dopo il ritiro di sabato nella classe Lightweight e i due sofferti nelle due gare dello scorso anno. Tanto che Dunlop ha voluto sigillare la sua affermazione con un ultimo giro record da 17’52”209 a 126.681 miglia orarie, che gli ha permesso di transitare sotto alla bandiera a scacchi con ben 43”7 di vantaggio su David Johnson. Con Rob Hodson, terzo, a completare il podio a soli 2”1 dalla ZX-R750 del suo compagno di marchio, seguito poi dalla terza Kawasaki di Brian Mccormack e dalla Honda di Nathan Harrison, che ha chiuso la Top 5.
Solo Dean Harrison, del resto, sembrava avere un passo tale da poter contendere il successo al portacolori della Suzuki, che ha strappato la testa della corsa a “Deano” a Glen Helen, nel secondo passaggio. Il motore della Ducati 916 del team Key Racing Ducati non ha però retto al ritmo impostole dal pilota di Bradford, nel tentativo di riprendere Dunlop, e ha mandato in fumo tutte le sue speranze di vittoria spegnendosi sulla via di Brandywell.
In una gara costellata di ritiri, tra cui quelli di Victor Lopez, Mike Browne e James Hillier, va però sottolineata l’ottima prestazione di Stefano Bonetti, giunto in 15esima posizione con la Bimota YB4 E.I. R dello Speed Shadows Racing Team, dopo l’impresa compiuta dalla squadra per permettere a “Bonny” di essere regolarmente al via della gara.
Newcomer alla riscossa nella Senior, ritiro per Bottalico
Sono stati i newcomer, invece, a regalare spettacolo nella gara della classe Senior, accorciata a tre passaggi dopo una partenza ritardata di oltre cinque ore, per permettere alle strade di asciugarsi dalla pioggia. A contendersi la vittoria sono stati infatti i due nuovi arrivati Marcus Simpson e Joe Yeardsley, con quest’ultimo che è riuscito a trionfare con 9”5 di vantaggio sul rivale e ben 45”9 su Daniel Ingram.
Scattato in quindicesima posizione, Yeardsley si era messo a dettare il passo già nei primi due settori, per poi cedere il comando delle operazioni al portacolori del team JPS Racing powered by Atherstone Yamaha, che ha progressivamente esteso il suo vantaggio sull’alfiere Spin Arena, arrivando a Glen Helen con 8”7 di margine nel secondo giro. Ma quando tutto lasciava pensare a una vittoria sul velluto per Simpson, Yeardsley ha iniziato a cambiare passo, riprendendosi la testa della corsa all’inizio del terzo passaggio, per poi involarsi verso il successo con un ultimo giro da record, alla media di 122.051 miglia orarie.
In lotta per il podio per oltre metà gara con la sua CBR600RR, Jamie Williams si è dovuto accontentare della quarta posizione, alle spalle delle tre Yamaha R6, seguito da Chris Cook e dal vincitore della gara Junior, Victor Lopez. Giornata sfortunata invece per Maurizio Bottalico. Dopo aver mostrato un gran passo nel corso delle prove, il pilota campano è stato costretto ad abbandonare la corsa a Ballaugh Bridge già nel primo giro di gara, per un problema al freno della sua Honda.
Photo credit: Manx Grand Prix