Dopo la splendida vittoria conquistata lo scorso anno da Francesco Curinga, la classe Junior del Manx Grand Prix è tornata a regalare grandi soddisfazioni all’Italia, grazie al doppio podio firmato da Andrea Majola e Maurizio Bottalico, alle spalle del vincitore Victor Lopez.
Una gara dominata dalle Paton S1-R quella delle Supertwin, che si è aperta con una straordinaria prestazione del newcomer Joe Yeardsley, autore di un giro record in 19’21”855 a 116.906 miglia orarie, con partenza da fermo, con cui si è portato al comando del corsa seguito da Lopez, Bottalico e Majola. Una leadership incrementata da Yeardsley fino al ritiro per un problema meccanico nel secondo dei quattro giri di gara, che ha spianato la strada all’altro alfiere del team ILR verso la consacrazione come primo pilota spagnolo a trionfare nel Manx GP.
Ci ha provato “Majo” a mettere pressione all’iberico grazie a una grande progressione e un pit-stop rapidissimo, che gli hanno permesso di portarsi a solo mezzo secondo da Lopez a Ramsey nel terzo giro. Il pilota del team ILR, però, si era tenuto ancora qualcosa nel taschino e ha risposto al portacolori del Manici Racing Team by Vas Engine con un’ultima tornata da record, chiusa in 19’14”559 a 117.645 miglia orarie. Un tempone che ha permesso a Lopez di transitare sotto alla bandiera a scacchi con 14”8 su Majola, seguito da Bottalico a 4”9.
Hanno completato la Top 5 le Kawasaki di Marc Colvin e Marcus Simpson, mentre Salvatore Sallustro ha chiuso la corsa in 37esima posizione. Una gara sofferta quella del pilota del team 4S Riding School, condizionato dai postumi del brutto incidente sofferto nell’ultima sessione di qualifiche di giovedì, quando è volato in una scarpata dopo essere stato centrato in pieno da un altro pilota.
Vittoria da record per Harrison nella Senior Classic
Ad aprire questa densa giornata di gare sull’Isola di Man è stato però il dominio di Dean Harrison, che si è imposto nella classe Senior Classic (quella riservata alle moto da 500cc a quattro tempi prodotte prima del 1973 o a due tempi prodotte prima del 1968), con un vantaggio di 52”56 su John McGuinness.
Una vittoria mai veramente in discussione quella del 34enne di Bradford, che si è preso la leadership della corsa nel secondo dei tre passaggi di gara, in cui ha stabilito il giro più veloce di sempre per una monocilindrica classica in 20’19”338, alla velocità di 111.395 miglia orarie. Una prova di forza che ha permesso a “Deano” di completare la seconda tornata con un vantaggio di 11”13 su Mike Browne, secondo con oltre 30” di margine sulla Paton A1-B22 di McGuinness.
Mentre Harrison continuava indisturbato la sua cavalcata verso la vittoria, un problema al cambio della Norton 500Manx di Browne ha improvvisamente riaperto la lotta per il podio all’inizio del terzo passaggio. È stato così “McPint” a spuntarla, prendendosi la piazza d’onore con un vantaggio di 4”3 sul pilota irlandese, che ha preceduto Shaun Anderson e Adam Mclean, alla prima gara sul Mountain dal 2018.
Browne si conferma re della classe Lightweight
Se il terzo posto in Senior Classic non era il modo in cui Mike Browne sognava di festeggiare il giorno del suo compleanno, il pilota irlandese si è potuto rifare con il successo conquistato nella classe Lightweight in sella alla Yamaha TZ250 del team Laylaw Racing. La seconda vittoria consecutiva di Mike nella categoria riservata alle moto due tempi da 250cc.
In una sorta di remake della doppietta dello scorso anno, Browne si è preso la vittoria imponendosi con 31” di vantaggio sul compagno di squadra Ian Lougher, giunto in seconda posizione in una gara accorciata a due giri, per via delle condizioni atmosferiche avverse sul tratto della Montagna.
Terzo con oltre 90” di ritardo dal vincitore, ha completato il podio Dan Sayle, seguito da Stuart Hall e Adam Mclean, con quest’ultimo penalizzato di un minuto per aver saltato il pit stop obbligatorio. Gara da dimenticare per Michael Dunlop, costretto al ritiro subito all'inizio del primo giro.
Photo credit: Manx Grand Prix