Ha avuto vita breve il matrimonio tra Alex Rins e la Honda, pronti a separarsi a fine 2023 dopo un solo anno insieme. Una stagione molto diversa da quella che si sarebbe immaginato il 27enne catalano, costretto a saltare gli ultimi quattro appuntamenti di campionato, e la trasferta di questo fine settimana in Austria, per il grave infortunio riportato nella Sprint Race del Mugello.
Al di là delle difficoltà vissute in sella alla RC213V, che è riuscita a vincere una sola gara quest’anno proprio nelle mani di Rins ad Austin, a lasciare dell’amaro in bocca al pilota del team LCR è stata la mancanza di supporto da parte della Honda e il modo in cui è cambiato il suo rapporto con Ken Kawauchi dopo gli anni in Suzuki.
Così come Rins, anche il nuovo direttore tecnico della Casa dell’Ala ha infatti trovato asilo alla Honda dopo l’addio alla MotoGP della Casa di Hamamatsu, che ha contribuito a portare al successo insieme a Davide Brivio. Le sei stagioni trascorse a lavorare insieme tra le fila della Suzuki non sono però bastate ad agevolare la comunicazione tra i vertici della Casa di Tokyo e Alex, che si è sentito messo da parte dal costruttore nipponico.
“Il mio rapporto con Ken finora è stato molto diverso da quello che avevo alla Suzuki e da quello che mi aspettavo. Non so se sia stato da parte sua o della Honda, ma la comunicazione è stata pessima”, ha affermato Rins nel podcast dell’edizione spagnola di Motorsport.com. “Mi aspettavo che arrivando entrambi dalla Suzuki, dove abbiamo lavorato insieme per tanti anni, averemmo parlato e ci saremmo incontrati anche alla Honda. Non è andata per niente come pensavo”.
Pur avendo un contratto che gli garantiva un trattamento da ufficiale, lo spagnolo del team LCR si è reso conto sin da subito di non avere a disposizione gli stessi materiali forniti dalla Honda a Marc Marquez e Joan Mir. Una condizione che non è cambiata dopo il successo siglato in Texas, e che ha contribuito in larga misura a convincere Alex a firmare per un team factory come quello Yamaha.
“Non è che la Honda non mi abbia dato supporto tecnico, è stata più una questione di mancanza di fiducia, di non contare su di me per lo sviluppo e non credere più in me - ha chiosato l’iberico - Già dal test di Valencia dello scorso anno, la mia moto era diversa da quella del team ufficiale. Anche se per piccole cose, ma diversa. Alla fine ci si abitua, ma è per questo che ho deciso di firmare per la Yamaha”.