A Silverstone nessuno si aspettava, al ritorno dalla pausa estiva, un colpo di coda in casa Honda, che al momento forse è la casa che più soffre il divario dalle case europee. La situazione è così grave da aver piegato persino un campione come Marc Marquez, che già prima del weekend inglese aveva annunciato di voler cambiare registro dopo l'ennesima rovinosa caduta con conseguenti fratture. Il corpo può guarire, si può aggiustare, ed il pilota spagnolo ne sa qualcosa come testimonia il braccio martoriato dalle operazioni, ma quando si tratta della meccanica della moto, in un mondo competitivo come quello della MotoGP, il discorso si fa più complesso. E' ancora possibile salvare questa Honda? Lo spagnolo scansa la domanda, e per ora si limita a fare ciò che è nelle sue capacità: fare il pilota e collezionare dati. Così è stato nella giornata di oggi, in cui dopo aver concluso la Q1 col quarto crono, fuori dalla Q2 quindi, Marc d'accordo coi tecnici ha affrontato la sprint come fosse una FP4, optando per seguire il proprio compagno di box nella sprint nel tentativo di capirci qualcosa su questa Honda che stenta a sbattere le sue ali dorate.
Le condizioni erano difficili ma in gara è sembrato che perdessi più del dovuto.
"Ovviamente non ci aspettavamo di avere così tanta difficoltà - spiega Marc - ma persino al Sachsenring in cui avevo un buon passo, il feeling non era ottimale ed oggi ne abbiamo avuto la conferma. Oggi abbiamo visto diverse cadute, nonostante questo in Q1 ho spinto per cercare un buon risultato. Nella sprint il feeling è rimasto lo stesso, ho provato a spingere per un paio di giri ma poi ho preferito rimanere calmo. Parlando coi tecnici abbiamo deciso di trattare la gara come una FP4, così quando mi sono girato ho visto Mir ed ho deciso di farlo passare per osservarlo meglio, cercando di capire da ogni lato cosa non funzionasse con la moto. Domani in gara credo che sarà diverso, ma oggi mi sono preso del tempo, anche usando delle gomme usate, per dare più dati e informazioni ai tecnici".
Cosa hai notato seguendo Mir?
"La prima differenza che salta all'occhio è che rispetto agli altri avversari perdo in accelerazione, mentre con lui no. Ho seguito le sue linee e non ho avuto alcun problema nel farlo, mentre con gli altri è veramente difficile, quindi quello è uno dei motivi per cui con la Honda soffriamo così tanto".
Sentire Marc Marquez dire di aver affrontato una gara come se fosse una sessione di prova è strano. Ci hai abituati negli anni ad essere la bestia da gara per eccellenza.
"E' vero, ma soltanto nella prima metà di stagione mi sono rotto tre ossa, un legamento... è chiaro che l'approccio al resto della stagione debba essere diverso. Domani in gara correrò ancora qualche rischio se ce ne sarà l'occasione, del resto le cadute sono sempre possibili, ma è meglio cadere una volta a weekend che quattro volte di seguito nello stesso".
Quindi la moto non ti permette di andare oltre un certo limite?
"Posso comunque correre dei rischi, ma anche facendolo oggi non avrei fatto meglio di 14°. Così ho preferito cercare di dare una mano al team seguendo il mio compagno di squadra".
Cosa ne pensi della vittoria di tuo fratello Alex oggi?
"Ovviamente sono molto felice per lui, lo scorso anno è andato molto vicino a lasciare la MotoGP, mentre quest'anno sta dimostrando di avere il potenziale per essere competitivo in ogni circuito. Questo gli sta dando molta fiducia, la scorsa settimana ci siamo allenati assieme ed era davvero veloce".
Sei convinto di poter ricostruire su questa Honda? A volte forse è più facile ripartire da zero.
"E' una domanda a cui non so rispondere, non è il mio lavoro prendere questo tipo di decisione. Quello che posso fare come pilota è cercare di capire cosa non funziona e produrre i dati per i tecnici affinché prendano questa decisione".