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SBK, Axel Bassani: un pilota tra la gente… duro, vero e veloce

IL PERSONAGGIO – Axel è oggi il pilota italiano di riferimento dentro e fuori la pista della SBK. Un ragazzo genuino, altro che fighetto, cresciuto nel cantiere tra la malta e il cemento. Il crash di Barcellona con Rinaldi rischiava di affondarlo, invece ha indossato l’armatura rendendolo più forte e arrivando a un passo dal sogno a Imola

SBK: Axel Bassani: un pilota tra la gente… duro, vero e veloce

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È il giovedì di Imola e abbiamo da poco terminato la nostra intervista con Axel Bassani. Siamo nel motorhome in sua compagnia assieme al suo amico di sempre, la fidanzata Denise, la  fotografa Elisa. Nel mentre arrivano a farci compagnia altri due colleghi giornalisti.

Nell’intervista che si è da poco conclusa Axel ha esternato a malincuore il fatto che il prossimo anno non sarà nel team Ducati Aruba ufficiale. Quel sogno rincorso purtroppo non si è realizzato.

Nessun dramma però, perché Axel non ha la minima intenzione di creare un clima di noia e tristezza, anzi domanda ironicamente: “Con chi corro il prossimo anno?” Gli rispondiamo scherzando: “Appena arriva il tuo manager da Montecarlo te lo diciamo” e lui: “Sono stato a Montecarlo, sono fuggito dopo mezza giornata perché tutto costava un botto”. Noi lo incalziamo: “Ma come, uno ricco e benestante come te?”. E lui: “Ma quale ricco, siete più ricchi voi giornalisti che state al fresco in sala stampa a guardare gli schermi. Io manco vado in hotel, sto nel camper pur di risparmiare. Comunque, se la gara va bene, ci vediamo domenica sera per stappare un paio di bottiglie di Prosecco”.

Questa discussione scherzosa con Axel si è protratta per circa mezz’ora tra risate, domande puntigliose, ovviamente off the record. Bastano però queste poche righe per mostrare tutta la genuinità di questo ragazzo che due anni fa è sbarcato nel paddock della Superbike tra dubbi e interrogativi dopo le difficoltà incontrate nel Motomondiale. Motocorsa e Lorenzo Mauri hanno creduto in lui e Axel non ha tradito le attese, arrivando al podio alla prima stagione per poi vincere tutto quello che c’era da vincere tra gli indipendenti.

La sua è la storia di un ragazzo che è partito da lontano, proveniente da una famiglia umile e lavoratrice come lui stesso ci ha descritto lo scorso anno alla vigilia di Natale: “Se non fossi stato competitivo in SBK sarei tornato a casa a lavorare in cantiere con mio padre. Tra l’altro ho fatto il muratore pure nel 2020, quando c’era il Covid. Durante la pausa delle gare gli davo una mano a fare la malta e il cemento. Ricordo che abbiamo lavorato anche il giorno di Pasqua. E prima ho anche fatto il boscaiolo, non è male prendere in mano la motosega (sorride)”.

E sono proprio i suoi genitori che gli hanno tracciato la strada da seguire:“Vedo il culo che si fanno tutte le mattine, mi reputo fortunato a fare il pilota. Non ho però mai avuto paura a sporcarmi le mani, infatti quando c’è da fare qualcosa, loro sanno che ci sono. Come ho detto prima, con lui ho fatto il muratore  e pure il boscaiolo. Se c’è qualcosa fa fare, possono contare su di me”.

Queste sue parole pronunciate lo scorso dicembre rendono al meglio l’idea di chi sia Axel Bassani: un ragazzo tra la gente, umile e semplice, ma che quando indossa il casco tira fuori quella ferocia agonistica dei grandi. D’altronde lui stesso l’ha ammesso: “Sono un bastardo”.

In questa stagione il momento più complicato è stato certamente l’incidente di Gara 1 a Barcellona con Rinaldi, dove quest’ultimo sentenziò: “Oggi lui ha perso più di me”. La frase di Michael era ovviamente riferita alla sella ufficiale Ducati. Probabilmente quell’episodio è stato forse la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma di sicuro da quel momento la fama di Axel è aumentata tra la gente e la storia dell’underdog ha fatto breccia tra gli appassionati.

Anziché accusare il colpo, Axel è tornato più forte di prima e a Imola il pubblico era tutto per lui una volta che Bautista è uscito di scena in Gara 2 dopo una manciata di curve. Ci ha provato in tutti i modi Bassani a tenere dietro Toprak, lottando con i denti e giocandosi tutte le carte a sua disposizione dopo una Gara 1 in ombra e una Superpole Race interlocutoria.

Il suo sogno si è infranto a tre giri dalla fine, quando il turco lo ha infilato e lui non ha potuto fare altro che consolarsi della seconda posizione. Da una parte l’amarezza, dall’altra la vittoria di essere diventato il pilota italiano di riferimento dentro e fuori la pista della SBK. Un ragazzo genuino, che di fighetto non ha nulla, cresciuto nel cantiere tra la malta e il cemento.

La sua è una favola che è appena iniziata e ancora tanti capitoli ci sono da scrivere.

Ps Domanda per Axel: "ma il famoso Prosecco che ci avevi promesso giovedì, che fine ha fatto?"  

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