Nella giornata di ieri abbiamo pubblicato la prima parte della lunga intervista realizzata con Davide Tardozzi in merito all’avvicinarsi della Superbike a Imola. Se in quell’occasione abbiamo trattato i temi delle derivate di una volta, adesso l’attenzione è focalizzata sul presente, dove la Rossa sta dominando la scena tra Superbike e SuperSport con Bautista e Bulega.
La nostra intervista riparte quindi dall’odierno focalizzandoci sulla Panigale V4. Una moto ben lontana dalla sua 888. A tal proposito questa MotoGP stradale è finita in più occasioni sotto la lente d’ingrandimento.
“Questo è un plus della Ducati - ha commentato Tardozzi - non capisco perché la nostra Casa venga accusata per realizzare moto performanti, capaci di dare lustro al nostro brand. Questa è la nostra filosofia, ovvero trasportare la tecnologia dalla MotoGP, alla Superbike fino al prodotto di serie. Per me è assurdo essere accusati di fare una MotoGP stradale, perché noi sforniamo migliaia di Panigale con l’obiettivo di dare il miglior prodotto ai nostri clienti in termini di prestazioni. La cosa che dico è che anche le altre Case dovrebbero fare come noi”.
C’è chi punta il dito in merito al fatto che ci sono moto da 20 mila euro e altre da 45 mila.
“Va bene. Faccio questa domanda: quanto costano le moto giapponesi da corsa tipo quella di Rea o Toprak? Il fatto che venga sollevata una polemica sul costo della nostra moto lo considero ridicolo in relazione a quella di una giapponese che vuole vincere in Superbike. Se il prezzo di partenza è più alto è perché noi offriamo al nostro cliente un prodotto più performante che comporta un costo superiore agli altri. Non capisco quindi il problema, tantomeno certe polemiche che sento a distanza”.
Davide, parliamo di piloti. Cosa pensi di questo Bautista?
“Alvaro è un grandissimo campione e quanto sta facendo ora in SBK è sotto gli occhi di tutti. Penso che se si fosse trovato in altre condizioni ai tempi della MotoGP, avrebbe certamente raccolto di più. La wildcard MotoGP? Al momento la priorità è focalizzarci sul Mondiale SBK, ne parleremo più avanti, visto che non c’è fretta. Sarà lui a fare la scelta migliore”.
Chi ti ricorda Alvaro della vecchia generazione?
“Bautista è Bautista. Lui è un pilota a cui paragonarsi e non da essere paragonato”.
Bassani invece sembra essere uno della old school. Un pilota on the road che si muove col furgone.
“Axel ha fatto delle buone gare in questi anni. Io penso che lui sia stato troppo pompato dai media e questa cosa non gli ha fatto troppo bene, dato che si è messo in testa che deve avere la moto ufficiale. Axel deve cercare di continuare ad impegnarsi senza pensare di essere il Calimero della Superbike solo perché non ha la moto ufficiale”.
In tutto ciò sembra che Bulega sia pronto al salto di categoria.
“Le notizie di mercato non le commento. Posso solo dire che Nicolò ha vissuto un periodo difficile, ma grazie alla vicinanza di un manager come Alberto Martinelli è riuscito ad avere gli stimoli giusti per ripartire e rifarsi una carriera. Penso che possa essere uno dei protagonisti dei prossimi anni, dato che gli ho visto fare delle cose ai tempi della Moto3 che solo chi ha pelo è in grado di fare. Ricordo una qualifica in Argentina dove arrivò secondo mentre iniziava a piovere”.
E Iannone, dici che lo vedremo nel Mondiale SBK il prossimo anno?
“Con Andrea ho un ottimo rapporto di amicizia e ritengo sia uno dei piloti con più talento degli ultimi 15 anni. È ovvio che alla sua età è difficile tornare a certi livelli, ma a me fa molto piacere sapere che lui voglia provarci. Se dovesse tornare sarebbe bello, ma al momento non so come sarà possibile”.