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SBK, Redding: “Voglio restare in BMW, Bautista e la Ducati? Inaccettabili”

L’INTERVISTA - “L’Aprilia ha iniziato a vincere due anni dopo che me ne sono andato e mi sparerei se succedesse di nuovo. Ormai in SBK vincere vuol dire arrivare secondi, perché è impossibile lottare con Bautista. Toprak? Non mi ha sorpreso la scelta della BMW, ma la sua”

SBK: Redding: “Voglio restare in BMW, Bautista e la Ducati? Inaccettabili”

Un anno fa il Round di Donington Park ha rappresentato uno dei punti più alti della prima stagione di Scott Redding sotto il vessillo BMW, con il primo podio del britannico insieme al marchio bavarese. Un risultato lontano dai propositi con cui il britannico si approccia al suo Round di casa. Un piccolo momento di tregua dal turbinio di dubbi e pensieri che assale Redding in questa fase cruciale del campionato e della sua carriera, come ha raccontato Scott in questa lunga chiacchierata con il nostro inviato Riccardo Guglielmetti.

“È bello non dover prendere un aeroplano per venire qui - ha ammesso Redding - È bello essere a casa, andare al supermercato, sapere dove sei e dove devi andare. È un po’ strano a essere sinceri, perché non ci sono abituato. Ormai mi è familiare salire su un aereo, prendere un’auto a noleggio e stare da un'altra parte, ma è sempre bello venire qui, anche per via dei tifosi che mi supportano”.

L’avvio di stagione è stato complesso, anche tu probabilmente avevi altre aspettative.
“Sì, è stato difficile. Non proprio l’inizio che avremmo voluto. Pensavo davvero che saremmo stati un pochino più competitivi quest’anno. È stato complesso sin dall’inizio a Phillip Island, ma abbiamo lavorato duramente. Semplicemente è difficile sapere quando riusciremo a risollevarci, perché devi continuare a lavorare e provarci. Stiamo facendo del nostro meglio, BMW sta lavorando duramente, ma ancora non ci siamo e dobbiamo continuare a lavorare e a migliorare. È tutto ciò che possiamo fare, perché non abbiamo intenzione di mollare”.

Cosa serve alla BMW M1000 RR dal punto di vista tecnico?
“Non so più di cosa abbiamo bisogno. È dura, perché siamo lontani, ma non siamo così distanti e su alcuni tracciati siamo più vicini che in altri e non so se sia una  questione di telaio, di forcella o di motore. Quella del propulsore è un’area che non possiamo esplorare più di tanto per via del regolamento. Al momento non so dire cosa ci manchi, ma stiamo lavorando per capire come possiamo migliorare ciò che abbiamo”.

Il problema è che siamo a metà stagione. Siamo già a Donington e a fine luglio mancheranno solo quattro Round a fine stagione. Non avete molto tempo.
“No, ovviamente no. Dobbiamo dimenticarci del campionato e lavorare su ciò che abbiamo, perché mi era già chiaro a Phillip Island che il nostro obiettivo non avrebbe avuto nulla a che fare con la posizione in classifica o con l’affrontare la stagione gara per gara. Si tratta di sviluppare il pacchetto, perché non ho alcuna ragione per spingere e lottare per un 12° posto. Lo farei in gara, ma senza alcuna ragione specifica perché ciò che credo ci serva in questo momento è raccogliere dati, rientrare ai box e parlarne con la squadra. Dobbiamo migliorare e fare un passo avanti nei due mesi di pausa che ci aspettano. È complicato e secondo me dobbiamo usare questo tempo per fare dei test e completare miglia in pista ed eliminare le voci dalla nostra lista fino a che non facciamo progressi”.

Se guardiamo alla tua carriera, hai già attraversato un periodo difficile quando eri in Aprilia. È più o meno la stessa situazione quella in cui ti trovi adesso?
“Non vorrei confrontare le due situazioni, perché sono diverse e non mi pare corretto. Sono cambiato molto come persona dai tempi dell’Aprilia, il che è buono, ma sono cose diverse”.

Questo è un anno cruciale per te, anche perché sappiamo che puoi esercitare un’opzione per restare in BMW per i prossimi due anni. Che idee hai sul futuro?
“La priorità sarebbe quella di restare dove sono, ma sto cercando di capire cosa mi riserva il futuro, perché solitamente un pilota nella mia posizione è in lotta per il campionato. Due anni fa non sapevo nemmeno dov’ero in classifica, perché non ci pensavo e non volevo nemmeno guardarci. I miei risultati, che sono quelli che sono, hanno un peso sia per me che per il marchio, per questo sto cercando di capire che opzioni ci sono e cosa sta succedendo, perché qui non stiamo parlando solo della prossima stagione. Se resto con BMW per i prossimi due o tre, o quattro anni, devo vedere cosa mi riserva il futuro. Il mio obiettivo è quello di restare, perché credo che abbiamo del potenziale. Sto cercando di estrarlo èd è frustrante, perché non c’è nessuna ragione per cui non possa riuscirci. Due anni dopo che me ne sono andato l’Aprilia ha costruito una moto capace di vincere delle gare e mi sparerei se dovesse succedere di nuovo. Dobbiamo solo stare tranquilli, credere nel progetto come all’inizio e lavorare”.

Quando verrà annunciata la tua decisione?
“Il 15 luglio è il giorno in cui ne parleremo, non manca molto ormai. Staremo a vedere”.

Ti ha sorpreso la decisione di BMW di puntare su Toprak per il 2024?
“No, non mi ha sorpreso la scelta della BMW di puntare su Toprak, ma mi ha un po’ confuso la decisione di Toprak, perché non ha alcun senso se guardiamo ai risultati e alla posizione in classifica. Lui ha detto che voleva una nuova sfida e se è questo che vuole, ok”.

Come pensi che possa aiutarti Toprak a sviluppare la moto? Siete entrambi due talenti, ma con uno stile un po’ diverso. Pensi che avrete bisogno di due strade diverse?
“Non saprei. Non so come potremo lavorare e perché, ma saranno delle informazioni in più che BMW potrà assorbire per ricavarci qualcosa. Se la moto è una moto vincente è una moto vincente, che lo sia per me o per Toprak è fa poca differenza perché significa che la moto ha del potenziale”.

Vi siete parlati tu e Razgatlioglu?
“No. Non parlo mai con nessuno a essere sincero, perché mi faccio i fatti miei. Sarebbe interessante, ma ha preso la sua decisione, il contratto è firmato, ed è pronto per iniziare”.

È vero che Kawasaki ha mostrato un interesse nei tuoi confronti?
“Un pochino. C’è dell’interesse un po’ da parte di tutti, perché io sono il ‘cavallo nero’, l’outsider. Se guardiamo a questi ultimi due anni, Scott Redding è un pilota nella media. Se guardiamo a ciò che ho fatto nella mia carriera invece sono un gran pilota, ma le squadre ci devono credere ed è un po’ questo il problema: quello che ho fatto è finito un po’ nel dimenticatoio, perché le persone non pensano a tre anni fa ma alle ultime gare. Nessuno si ricorda che ho vinto il titolo nel BSB e sono stato in lotta per il titolo nei miei primi due anni nel Mondiale, così adesso sono solo un pilota normale. È dura, ma è così. Come detto, mi guardo un po’ intorno per capire la situazione, ma BMW è quel che ho al momento”.

Considerando che il regolamento è congelato fino al 2025 e tu hai corso per la Ducati, qual è la tua opinione su Alvaro e la Panigale?
“Quello che ci tengo a sottolineare è che il problema non è la Ducati, ma il limite di peso. Se guardiamo gli altri piloti Ducati sono più ‘normali’, hanno dei vantaggi ma sono accettabili. Alvaro non è accettabile. Jonathan, Toprak, e chiunque altro si trovi lì davanti a lottare, festeggia come se avesse vinto quando arriva 2° perché sa già di non poter gareggiare contro Alvaro e per questo non pensa nemmeno più alla vittoria. Ormai vincere è arrivare secondo e non è giusto”.

Dai social si vede la tua grande passione per il ciclismo. In futuro pensi di disputare qualche gara come il Tour de France o il Giro della Gran Bretagna?
“Il Tour de France è fuori discussione. Con la mia squadra gareggiamo ad alto livello nel Regno Unito, ma per me è difficile, perché è solo un hobby. Correre in moto è la mia priorità. Il team sta facendo molto bene, ma il ciclismo è tosto perché più diventi forte più diventa dura. Non è come in moto, diventa sempre più difficile. Io gareggio quando posso. Lo farei più spesso se potessi, ma sono contento dell’equilibrio che ho”.

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