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MotoGP, Gran Premio del Mugello: il Bello, il Brutto e il Cattivo

La musica la mette Bagnaia e agli altri non rimane che ballare. Al ritmo che decide lui. Costante, preciso, è difficile anche solo da seguire. Ci riescono Martin e Zarco, ci prova Marini, cadono i due Marquez, va fuori tempo Bezzecchi

MotoGP: Gran Premio del Mugello: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Al Mugello la musica la mette Bagnaia e agli altri non rimane che ballare. Al ritmo che decide lui, naturalmente. Costante, preciso, è difficile anche solo da seguire. Ci riescono Martin e Zarco, ci prova Marini, cadono i due Marquez, va fuori tempo Bezzecchi.

Il Mugello comunque impazzisce, con le bandiere rosse che aumentano come gli spettatori sulle colline, anche se i bei tempi del tutto esaurito sono ancora lontani. Peccato, perché lo spettacolo valeva il prezzo del biglietto.

IL BELLO – Ha il mantello come Superman, ma con i colori della bandiera italiana e per cambiarsi preferisce il suo ufficio alle cabine telefoniche. Gli spinaci di Braccio di Ferro non gli piacciono troppo, meglio un hot dog, però è veloce e rosso come Flash, quando sale sulla sua Ducati. È il nuovo supereroe del motomondiale, si chiama Pecco Bagnaia e il suo potere speciale è vincere. Mica poco.

IL BRUTTO – Sfortuna, penalità, astri nella triangolazione sbagliata, sia come sia, neppure l’aria di casa ha risvegliato gli italiani al Mugello. La Moto3 è diventata un campionato nazionale spagnolo, per meriti loro. Ai nostri piloti il compito di ridargli un po’ di varietà.

IL CATTIVO – La livrea ispirata all’inferno dantesco calzerebbe alla perfezione sulla Honda: lasciate ogni speranza, voi che ci salite. Per rimanere in posizione verticale sulla RC213 l’unico metodo sembra quello di andare lenti. Logicamente i piloti hanno altre idee, infatti cadono (3 su 4) e si fanno anche male (2 su 3). Per rivedere le stelle servirà ancora tempo.

LA DELUSIONE – Doveva essere l’anti-Ducati, ma per ora non è riuscita nemmeno a scalfire la corazzata avversaria. Nemmeno le curve del Mugello hanno portato fortuna, anzi, Aleix Espargarò ci è caduto addirittura in bicicletta. L’Aprilia è brava, ma non si impegna. Direbbe il prof.

LA CONFERMA – C’è già chi si lamenta, come se essere bravi sia una colpa. Da Gigi Dall’Igna in giù a Borgo Panigale lo sono tutti e i risultati si vedono. La Desmosedici è diventata una moto da favola: veloce, gentile, costante. Chiaro ci sia stato il lieto fine.

L’ERRORE – Quando hai un fratello come Marc Marquez, da lui puoi sempre imparare. Alex però deve avere preso il compito troppo alla lettera, imparare a cadere non era contemplato.

LA SORPRESA – Brutta, però. Quella di Bezzecchi, che domenica ha perso la bussola e litigato con la sua gomma anteriore. In MotoGP basta poco per passare dalle stelle alle stalle, quelle di centro gruppo. Il cavallo però è di razza, saprà rifarsi.

IL SORPASSO – Miller può vantarsi di essere l’unico ad avere messo le sue ruote davanti a quelle di Bagnaia domenica. Per qualche centinaio di metri soltanto, ma bisogna accontentarsi.

LA CURIOSITA’ – Per la prima volta Ducati ha messo 4 sue moto davanti a tutti nella classe regina.

IO L’AVEVO DETTO – L’Aprilia può essere competitiva ovunque, bisogna solo dimostrarlo” garantiva Vinales. È mancata la seconda parte.

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