Il settimo posto nella Sprint, dopo la sportellate di Jack Miller, non aveva ingannato Marc Marquez che è partito per fare il miglior piazzamento possibile, ma senza illudersi.
Una caduta al sesto giro, alla Bucine, la curva che immette sul rettilineo mentre si trovava in quinta posizione alle spalle del fratello Alex ha interrotto il suo Gran Premio lasciandolo interdetto e deluso, come hanno impietosamente mostrato le telecamere quando, saltato in piedi come un gatto, si è girato verso la sua Honda semisepolta nella ghiaia indirizzandogli un gesto a braccia allargata che è parso un urlo silenzioso: perché?
“Non mi aspettavo di finire la gara in questo modo e soprattutto così presto - ha confessato Marc, che ha aggiunto - Durante la gara ho provato ha controllarmi, avevo montato le gomme morbide, così non ho attaccato all’inizio per preservarle. Sapevo che la mia posizione era fra il sesto ed il settimo posto, ma ho avuto un problema alla partenza, non per un mio errore. E’ un problema che si era presentato anche nella Sprint Race”.
Un attimo di pausa, e poi, come in un ralenty televisivo Marquez ha spiegato la dinamica dei fatti.
“La caduta è stata causata da un violento sbacchettamento dell’anteriore. Ne avevo già avuto uno poco prima alla curva 10, al primo giro e sono quasi caduto tipo Portimao. Poi è accaduto appunto una seconda volta: mi si è bloccata nuovamente la ruota in frenata e sono andato largo, sullo sporco e a questo punto è stato un mio errore: non ho piegato di più, ma ero fuori linea ed ho perso l’anteriore. Forse avrei potuto salvarlo, ma quando vai con la mentalità di non perdere nemmeno un decimo di secondo o la scia di chi ti precede (il fratello Alex, con una Ducati N.d.R.). La prossima settimana, al Sachsenring, avremo un’altra possibilità”.
Intanto, però, Marquez ha aggiunto un’altra caduta, la settimana, nei tre Gran Premi a cui ha preso parte.
“Dobbiamo prendere più rischi degli altri per essere lì e questo fa male a tutti i piloti Honda, in generale, ed è per questo che abbiamo così tante cadute - ha ripreso a spiegare lo spagnolo - Tutti i piloti Honda sono costretti a correre troppi rischi e non può andare avanti così. Siamo quelli che cadono di più, soprattutto in gara, perché le gomme si surriscaldano ed è più difficile quando siamo in gruppo. Sia io che Mir siamo piloti vincenti e vogliamo essere lì, ma per esserlo dobbiamo rischiare più degli altri. Auguro la migliore guarigione sia a Mir che a Rins, e soprattutto a Rins, che ha un infortunio più grave, perché abbiamo bisogno di loro per continuare a sviluppare il progetto. Quando sei al limite, come Portimao, oggi o nel futuro, un minimo errore e cadi. oggi è toccato a me cadere, e sono stato fortunato a non farmi male, venerdì è stato Mir, sabato Rins, qui al Mugello ho provato a controllarmi perché sapevo che su questo circuito c’è il rischio di cadere ad alta velocità e farsi male. Il problema è che in Honda ci sono piloti che hanno la mentalità vincente e non si accontentano, così si rischia di cadere e cadere ancora perché spingiamo più degli altri piloti”.
A questo punto cosa si può fare?
“Subito dopo la gara sono entrato nel camion nel retrobox. Poi ho respirato prima di parlare con le TV. Ho ancora un contratto con la Honda per quest'anno e per il prossimo e il mio impegno è massimo. Ho ancora la stessa mentalità, ma è anche vero che se vedo che non ce la faccio e che continuiamo sulla stessa linea, allora dovrò fare un passo indietro e, invece di guardare ai primi cinque, guardare magari ai primi dieci”.
Non è felice, Marc e si vede.
“Chiaramente questo incidente mi ha dato molto più fastidio di quello di Le Mans. A Le Mans almeno ho concluso la gara e ho ottenuto qualche informazione. Ho detto più volte che questi incidenti non cambiano la nostra situazione nel campionato, perché stiamo soffrendo e la mia previsione qui era di finire sesto o settimo. E penso che fossimo sulla buona strada per riuscirci, ma mi ha dato fastidio perché sono caduto troppo presto, in un errore che poteva essere evitato. Dobbiamo continuare ad andare avanti e la prossima settimana avremo un'altra possibilità”.
Alla fine sei rimasto l’unico pilota Honda in pista.
“Senza togliere nulla a Nakagami, ma Rins e Mir sono arrivati dalla Suzuki dove erano dei vincenti. Io ero nelle condizioni di Taka lo scorso anno, ma ora fisicamente mi sento a posto. E quando ti vedi dodicesimo è difficile mentalmente, perché vuoi essere davanti. E poi si rischia di più, si cade e arrivano gli infortuni. È questa la situazione che dobbiamo ribaltare per cercare di essere più veloci, e dobbiamo rimanere fiduciosi. Nel recente passato ero nelle condizioni di Nakagami perché fisicamente non ero in condizioni. Ora sono pronto da quel punto di vista. Per 10 giri puoi essere concentrato al duecento per cento ma per 24 giri è impossibile. I ducatisti ti spingono oltre il limite perché sono molto veloci ed alzano l’asticella. Per esempio io qui al Mugello sono stato più veloce dell’anno passato con praticamente la stessa moto”.
Ci dicevi che avevi chiesto delle novità a Le Mans e che qui non sono arrivate.
“Si non sono arrivate, non c’è stato tempo. Qui non abbiamo neanche fatto il setup perfetto. Si vuole sempre di più, e alla fine il nostro lavoro, qui in circuito, il lavoro di tutto il team, è quello di prendere informazioni, trasmettere idee agli ingegneri in Giappone. Sono loro quelli che guidano il progetto. È chiaro che se non si portano novità non si possono fare test. A volte è difficile sapere cosa succede in Giappone, ma al momento, dall'inizio della stagione, abbiamo ricevuto solo un telaio. Vorremmo diminuzione dire il distacco dagli altri costruttori, ma se non abbiamo novità è impossibile”.
I piloti Honda, te compreso, cadono spesso. Si può dire che è una moto insicura?
“Honda insicura? Dipenda dall’ambizione del pilota. È affidabile e sicura. Dipende: se vuoi arrivare dal’ottavo al decimo lo è, ma arrivando a 15 secondi dal vincitore…Come ho detto: quando ero limitato fisicamente lo potevo fare, ma quando vedi che puoi fare quello che la tua mente chiede è difficile. Quando stai bene fisicamente e vedi che hai la velocità su un giro, quando vedi che puoi guidare bene, quando vedi che puoi fare quello che vuole la tua mente, diventa più difficile. Se sei quarto e cosa fai, ti riduci al sesto o al settimo posto? No”.
Sei molto preoccupato?
“I primi ad essere preoccupati sono in Honda, vogliono dare la svolta, Mir era caduto 12 volte in una stagione e quest'anno è già caduto 12 volte... Molti dicono: Márquez cade spesso. Ma la realtà è che tutti i piloti Honda cadono spesso, ed è questo che ci preoccupa molto e che dobbiamo cercare di cambiare per il futuro. Più si cade e più possibilità di infortuni ci sono. Ma io continuo ad avere la stessa mentalità e mi conoscete: in Germania uscirò in pista, al Sachsenring e andrò ancora una volta col coltello fra i denti, per vedere cosa posso ottenere. Spremerò come sempre la moto al massimo”.