Pecco Bagnaia non riesce a scegliere l’immagine preferita di quello che lui stesso definisce “il fine settimana perfetto”. Al Mugello ha fatto la pole position (con record), ha vinto la sprint race e la gara della domenica, si è fermato a bordo pista per gustarsi un hot dog con la mascotte del suo fan club e infine si è trasformato in deejay sul podio. “Ce ne sono state tante, sicuramente il barbecue organizzato dal fan club e l’inno nazionale cantato dai tifosi dopo la sprint race. Oggi, sul podio, vedere il rettilineo pieno di gente è stato bellissimo” racconta, con gli occhi di chi è quasi incredulo per quello che ha fatto.
Al collo ha annodato la bandiera italiana, come fosse un mantello, e non potrebbe essere più felice. Le ultime settimane, però, non erano state facili. La caduta di Le Mans, la frattura alla caviglia e la distorsione al polso, anche le polemiche per alcune sue dichiarazioni: la migliore risposta l’ha data in pista.
“Non ci ho pensato, non ho avuto bisogno di fare un restart dopo Le Mans. Se il potenziale è quello che sappiamo essere, non ce ne è bisogno. Scivolare capita, essere sbattuti per terra anche, non si deve piangersi addosso ma andare avanti” garantisce.
Ora come ti senti?
“Semplicemente felice - sorride - Non potrebbe essere diversamente, è stato il mio migliore fine settimana. Voglio ringraziare i tifosi, il Mugello era pieno di gente, come in passato, mi hanno fatto godere tutto il weekend e anche il lavoro fatto per ottenere questi risultati. Sono contento che sia finita così”.
Oltre alla coppa, hai avuto anche un hot dog in premio…
“Non sapevo nulla di quella gag, i ragazzi del fan club riescono sempre a farmi ridere. Non posso essere contento dopo quello che ho visto oggi, siamo persone oltre che piloti”.
Cosa vuoi dire?
“Succede sempre la stessa cosa da un po’ di anni e non solo a me, quando vinci sono tutti contenti, ma se arrivi dietro allora iniziano a parlare male di te. Una volta facevo più attenzione a certe cose, ora meno, ma quando leggi o senti qualcosa di brutto su di te ci rimani male. I social network sono una bella cosa ma possono diventarne una brutta, la realtà è diversa. È quella che ho visto oggi, sentendo l’affetto della gente”.
Quanto è importante?
“Il modo migliore di ringraziare tutti quelli che sono venuti al Mugello era farli divertire e fare un bel risultato. Quando ero sul podio è stato incredibile vedere tutta quei tifosi sul rettilineo, è stato uno dei momenti migliori della mia carriera. Ho provato tanta felicità perché questo era il mio Gran Premio di casa, sentivo di avere una missione e l’ho completata”.
Ti senti al centro dell’attenzione?
“Per me non è cambiato assolutamente niente, sono contento di avere visto quello che ho visto oggi. Il mio fan club è stato fantastico, voglio a tutti loro un bene della madonna, mi hanno fatto una bella sorpresa e sinceramente avevo anche fame. Quindi, quando ho visto l’hot dog ero molto contento (ride)”.
Qual è stata la chiave di questa vittoria?
“Insieme a quello di Misano nel 2021, quando diedi un secondo al secondo, ho fatto uno dei miei migliori primi giri. Miller mi si era messo davanti in partenza e sapevo di doverlo superare in fretta, perché avevo la gomma media al posteriore e non dovevo permettere a nessuno con la morbida di stare davanti”.
È stata la strategia che hai usato con Martin?
“Sì, lui spingeva tanto e io non volevo che si avvicinasse e avesse la possibilità di superarmi. Nei primi giri, con la morbida, avrebbe potuto aprire un gap e poi riprenderlo sarebbe stato difficile. Ho dovuto sacrificare un po’ lo pneumatico per riuscirci, infatti, alla fine era distrutto, ma è stata la strategia giusta”.
Questa è la tua vittoria numero 14 sulla Ducati, ha eguagliato Doivizioso sulla Rossa. Che effetto ti fa?
“Sicuramente Andrea ha dovuto sudare più di me per riuscirci, perché ha dovuto creare quello che è adesso Ducati. Ha avuto un bel da fare, se oggi sono arrivato a questi risultati è grazie anche al suo lavoro”.
Come fai a essere così veloce al Mugello?
“Questa è una delle mie piste preferite, la conosco benissimo e si adatta bene al mio stile di guida. Bisogna essere forti in frenata, un’area in cui ho lavorato molto, e in percorrenza di curva, poi la Ducati mi aiuta”.
Nel 2003 la pole position in MotoGP era stata in 1’51”, ieri sei stato 7 secondi più veloce. Sei sorpreso?
“Ho girato qui in 1’51” con la Panigale in allenamento, significa che è una buona moto (ride). Certi miglioramenti sono normali, le Case lavorano e la tecnologia va avanti. Pensata a com’era i telefonini vent’anni fa, ora manca solo che facciano il caffè!”.
La prossima tappa è al Sachsenring, l’anno scorso era stato il punto più basso della tua stagione…
“Speriamo di non tornare in quella situazione (ride)”.