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SBK, Bruno Ieraci: “La mia rinascita dopo una vita di sofferenze”

L’INTERVISTA - Bruno Ieraci ha monopolizzato il Mondiale Supersport 300 con una doppietta da wild card a Misano: “Ho pianto lacrime di gioia e tristezza, ho vissuto tanti brutti momenti. Da piccolo ho perso mio padre e due fratelli. Pochi anni fa ho pensato di smettere, non volevo più sentir parlare di motociclismo”

SBK: Bruno Ieraci: “La mia rinascita dopo una vita di sofferenze”

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L’Emilia-Romagna Round del Mondiale Superbike ha fatto respirare l’atmosfera del motociclismo di una volta. Nel paddock, con appassionati e tifosi di ogni genere sopraggiunti in massa (oltre 70mila presenze dichiarate in tre appena giorni) al Misano World Circuit Marco Simoncelli per assistere da vicino i propri beniamini. Ma non solo. Anche sul nastro d’asfalto, rispolverando la tradizione vincente delle wild card locali dei tempi che furono. Per l’occasione a riportarla in auge ci ha pensato Bruno Ieraci (Prodina Racing Kawasaki), in grado di monopolizzare la scena nel Mondiale Supersport 300 con una perentoria doppietta in qualità di capo-classifica del CIV Supersport 300. Una storia commovente quella del giovane abruzzese, soltanto un paio d’anni or sono andato vicino ad appendere definitivamente il casco al chiodo.

“Alla vigilia del week-end non sapevo che cosa aspettarmi, da wild card non avevo nulla da perdere. Ero consapevole dei miei punti di forza, volevo lasciare il segno. Sarei stato felice anche di un podio, nessuno si aspettava di vincere, ancor di meno per ben due volte. La vittoria del sabato ha fatto aumentare l’autostima e, conseguentemente, la voglia di riprovarci. La domenica tutto è andato per il verso giusto, mi sono sentito a mio agio per tutta la gara e da dentro la pista percepivo questa sensazione di tranquillità. Ho pianto lacrime di gioia e tristezza per i brutti momenti vissuti in passato. Realizzo a poco a poco l’impresa che abbiamo fatto colla squadra”, ha ammesso Ieraci, primo italiano di sempre a fare 1-2 nella categoria.

Bruno Ieraci festeggia con il pubblico la doppietta di Misano

Un ritorno entusiasmante per un pilota che nel quadriennio 2019-22 aveva ottenuto soltanto un podio nel Mondiale Supersport 300...

“Mi sono mancati i risultati. Troppi alti e bassi, delle scivolate avevano contribuito a togliermi fiducia. Tanto che nel 2021 sono andato a lavorare come bagnino dopo la conclusione anticipata del rapporto con la squadra con cui dovevo affrontare il Mondiale SS300, non volevo più sentir parlare di motociclismo. Fino alla chiamata di Prodina Racing che mi ha convinto a tornare per lo scorcio finale di quella stagione, centrando subito quattro top-10 sebbene fossi poco allenato. E poi per l’intero 2022. Senza il loro intervento credo che me ne sarei rimasto a casa per sempre. Questa doppietta per cui sancisce la mia rinascita”.

Le difficoltà dietro una vita beffarda e di sofferenze

“Purtroppo, ho patito problemi di vario genere. Di budget per quanto concerne le gare, non ne ho mai avuto. In senso più generale, la vita soprattutto non è stata benevola nei miei confronti - ha raccontato - da piccolo ho perso mio padre e due fratelli. Per un lungo periodo ho nascosto i miei sentimenti nel momento in cui abbassavo la visiera, guidando la moto mi lasciavo tutto alle spalle e diventavo un’altra persona. In tempi recenti, tuttavia, non ci sono riuscito. La stabilità mentale è venuta meno, finendo per condizionare le mie prestazioni”.

La scelta di ripartire dal CIV Supersport 300

“Già sul finire della passata stagione avevo firmato un rinnovo del contratto triennale con Prodina Racing, decidendo di comune accordo di passare al campionato italiano. Non l’ho mai visto come un passo indietro, bensì come un’importante opportunità di rilancio. Avevo bisogno di ripartire da zero e per questo devo ringraziare il team. Nonostante le scarse soddisfazioni reciproche del 2022, sono rimasti al mio fianco in ogni occasione. Un’altra squadra mi avrebbe cacciato all’istante, invece mi hanno insegnato a gestire determinate situazioni durante il week-end di gara. Probabilmente credevano più loro in me che io in me stesso”.

Pensieri contrastanti sulla Supersport 300: è realmente formativa?

“Sarebbe un errore etichettare la Supersport 300 come inutile e non formativa, anche se è vero che sta risultando alquanto difficile effettuare il salto di cilindrata. Come mai? Nel Motomondiale il divario tra MotoGP, Moto2 e Moto3 è contenuto. Mentre noi, nel solo caso di Misano, abbiamo girato più lenti di almeno dieci secondi rispetto alle Supersport. Ci sono comunque delle eccezioni. Ad esempio, Huertas sta dimostrando la fattibilità del passaggio di categoria lottando spesso per top-10 e zona punti con la Kawasaki, ad oggi di certo non il miglior pacchetto della griglia. Ci vuole il giusto tempo di affiatamento, aspetto che varia da pilota a pilota”.

Sogno tricolore e prospettive di carriera

“Vivo gara per gara dando il massimo e cercando di portare a casa il risultato che possa accontentare entrambe le parti - e ha aggiunto - sul podio di Misano, tra l’altro, ho scoperto che parteciperò anche alla tappa mondiale di metà a luglio a Imola. La ciliegina sulla torta di fine week-end. Adesso però ho già la testa proiettata al terzo round del CIV a Vallelunga della prossima settimana dove difenderemo il primo posto in campionato da piloti esperti e veloci come Vannucci e Roldan Nunez. La Supersport nel mio futuro? Mi piacerebbe, mi darebbe nuovi stimoli e con la mia ottima capacità di adattamento potrei arrivare presto a livelli quantomeno accettabili”.

Photo credit: Worldsbk.com, daniguazzetti.com

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