Marc Marquez ha concluso la giornata nel migliore dei modi: con l’accesso alla Q2 grazie ad un ottavo tempo centrato grazie all’involontaria scia di Vinales. Un suo grande classico, recentemente.
“È uno dei miei punti di forza, direi il maggior punto di forza della mia guida e lo sfrutto al massimo - ammette con grande sincerità il pilota della Honda - Ci sono piloti che soffrono in situazioni di questo tipo.Il mio punto di forza, invece, è che quando soffro ho la capacità di fare un giro dei miei. Per esempio, quando sono arrivato al box, mi piaceva la gomma dura davanti, che ho usato al mattino, ma non era pronta ed ho dovuto usare la gomma più morbida di tutte, perché era l'unica che avevamo calda, ma comunque un giro al massimo posso farlo. Ci sono piloti, lo ha detto Maverick nella sua intervista, che dicono che non è bello per il motociclismo, ma è il motociclismo è anche questo. Ognuno ha i suoi punti di forza, e ognuno di noi li sfrutta nel modo migliore. In pista bisogna essere egoisti e pensare a se stessi”.
Non è la prima volta che ripete questo pensiero, Marc. Il fatto è che con la Honda che si ritrova attualmente Marc deve sopravvivere.
“Ovviamente capisco che questa cosa li fa arrabbiare. E quando lo hanno fatto con me in passato, mi sentivo impotente. Mi dispiace che tra me e Maverick io sia entrato in Q2 e lui sia stato escluso. Avrei voluto che Maverick entrasse, ma non lo decido io. Nella prima uscita, è vero che lo stavo cercando, perché quando sono uscito dal box ho visto che anche loro stavano uscendo. Nella seconda, invece, ho semplicemente cambiato moto e l'ho ritrovato. È stato un puro caso. Altrimenti avrei cercato qualcun altro. Era di nuovo Maverick e capisco che si sia arrabbiato".
Marquez sta utilizzando il nuovo telaio Kalex, ma qui al Mugello non sembra funzionare come a Le Mans.
“Lo ho detto subito: in un certo tipo di curva questo telaio non funziona perfettamente. Quali curve? come queste del Mugello”, ha concluso scherzando prima di raccontare della sua caduta.
“E’ stata colpa mia, sono andato troppo all’interno perché stavo cercando una nuova linea, lo si fa spesso con gomme nuove. A volte va bene, altre no. In questo caso l’asfalto non era perfetto e mi si è chiusa davanti. C’è stato un momento in cui non sapevo se l’avrei salvata o meno, ma ho pensato velocemente, è roba di millisecondi. Mi sono detto: se la moto si raddrizza vado a sbattere contro il muro. Così ho mollato la presa”.
Una reazione di un coraggio incredibile. Nemmeno il tempo di realizzare cosa era successo che Marc già correva verso il box per salire sulla seconda moto.
“E’ il mio istinto e sono grato che qualcuno lo veda come un pregio. Ho anche dei punti deboli, per esempio l’istinto di tirare sempre che per esempio a Le Mans mi ha giocato un brutto scherzo. Potevo fare un quarto posto tranquillo ed invece sono caduto. L’istitno è parte della mia natura. Non è che io forzi apposta Non è che uno dice: sii più coraggioso e va più forte. Per me funziona al contrario. Quando mi alleno mi dicono spesso: tira di meno, ma io non so cosa farci, il mio istinto mi porta sempre al limite”.
Incredibilmente, come già ad Austin, qui al Mugello però la migliore Honda non è stata quella di Marquez, bensì quella di Rins.
“Ed io sono contento. Austin, Mugello, sono circuiti in cui Alex è sempre andato forte, anche con la Suzuki. Meglio, così abbiamo più dati su cui contare”.