Per Enea Bastianini è arrivato il momento di iniziare il suo 2023. Fino a oggi, ha fatto solo una manciata di giri a Portimao, prima di essere coinvolto in un incidente nella sprint race a Portimao, il primo GP della stagione. Poi un calvario (con in mezzo un infruttuoso tentativo di rientro a Jerez) che finalmente è terminato.
“Per me è bellissimo essere di nuovo qui, soprattutto nel Gran Premio di casa - sospira la Bestia - È stato un periodo molto lungo per me, ma ora è venuto il momento di fare un reset e ricominciare. Ora la spalla va bene e mi sento abbastanza in forma, non sono al 100% ma vicino e devo riprendere fiducia con la mia moto, non ho guidato molto in questo periodo, solo la Panigale una settimana fa. Vedremo domani come andrà sulla MotoGP perché sarà diverso”.
Come ti eri trovato sulla Panigale V4?
“Ero a mio agio, nel secondo giorno mi sono sentito solo un po’ stanco e anche quello dopo, è normale. Dopo quel test mi sono allenato di più e credo che in questo fine settimana potrò essere più competitivo, anche se la gara di domenica sarà molto lunga”.
Ti aspettano 3 GP in 3 settimane, preoccupato?
“Questo GP sarà una sorta di test per me, il mio obiettivo sarà stare nei primi 10, sarebbe già un bel risultato per me. Poi, nelle due prossime gare, cercherò di migliorare. Ora devo concentrarmi su questa”.
Marquez in Francia, al rientro dall’infortunio alla mano, è stato veloce. Quel precedente ti fa ben sperare?
“Marc a Le Mans è stato molto forte ed era competitivo domenica, vicino al podio. Il mio infortunio è stato più grave del suo e al momento non sono in perfetta forma, forse sono al 90%. Per fare un giro secco non sarà un problema, ma dovrò capire come reagirà la spalla in gara, se mi sentirò stanco. Quello che ha fatto Marquez è speciale, nella mia situazione è un po’ più complicato riuscirci”.
Cosa speri di ottenere da questo fine settimana?
“Vorrei avere delle buone sensazioni con la mia spalla, sto lavorando per quello ogni giorno da tre mesi a questa parte. Sarebbe una bella soddisfazione per me e per tutti quelli che mi hanno aiutato”.
Cosa ti preoccupa maggiormente?
“Il problema sarà la forza, ma anche la mia mancanza di allenamento. Per un mese e mezzo non sono riuscito a fare praticamente nulla, avevo male dappertutto, solo nelle ultime due settimane sono riuscito a spingere un po’ di più. Come ho detto, sono fiducioso”.
A Jerez eri stato costretto ad arrenderti, cosa avevi provato?
“Inizialmente ero arrabbiato, perché pensavo di essere messo meglio. Dopo il primo turno di prove avevo capito che il mio fine settimana sarebbe finito, avevo provato a stringere i denti, ma il dolore era troppo. La scapola non era ancora consolidata, non riuscivo più ad alzare il braccio. Ho dovuto fare ancora più fisioterapia, ho sofferto molto, ma sono arrivato al livello che volevo”.
Qual è l’impressione che hai avuto dal nuovo format?
“Quando sei a casa è diverso, è bello vedere la sprint race ma quando corri è diverso. Davanti alla tv non hai pressione, puoi vedere tutto quello che succede molto chiaramente, ma preferisco essere con loro. Mi è sembrato che si debba gestire più come una qualifica che come una gara”.