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SBK, Rea: "Stiamo raschiando il fondo del barile, mai lottato così per un 5° posto"

“Tutti stanno andando più veloce, così non ho mai lottato nemmeno per una vittoria. Non possiamo aspettarci di vincere o di salire sul podio ogni fine settimana”

SBK: Rea:

“Ho detto al team che non ho mai dovuto lottare tanto per una vittoria, quanto per questo quinto posto”, ha ammesso laconico Jonathan Rea al termine della prima gara del fine settimana a Misano, che ha visto il Cannibale chiudere in quinta posizione, dopo una dura battaglia con Dominique Aegerter. Una fotografia chiara, precisa e puntuale delle difficoltà che stanno attraversando il sei volte iridato e la sua Ninja, fortemente condizionata dal consumo delle gomme sul tracciato romagnolo.

“All’inizio mi sentivo abbastanza bene e il passo gara non era male, ma quando le gomme hanno iniziato a calare mi sono trovato a dover guidare la moto in maniera completamente diversa e la cosa non ha funzionato. È come se la moto fosse totalmente diversa quando cala il grip ha raccontato Rea, ammettendo che: “Abbiamo un’idea di come possiamo risolvere il problema, ma ci vorrà del tempo”.

Parole poco incoraggianti alla luce di quanto visto in Gara 1, dove il 36enne è stato seguito come un’ombra da Dominique Aegerter per più di metà gara, rischiando di perdere la Top 5 proprio sul finale.

“Per circa una decina di giri ho continuato a vedere sulla mia tabella che il distacco tra me e Aegerter era minimo, ma mi sono detto che avrei fatto la mia gara - ha raccontato Rea - Al penultimo giro ho fatto un’errore, sono andato molto largo in Curva 4 e ho pensato che Aegerter mi avrebbe passato. Mi ha attaccato in Curva 14, mi sono difeso all’ingresso della 15 e lui poi ci ha riprovato in Curva 8 nella tornata successiva, ma è arrivato troppo veloce. Speravo bastasse per avere un po’ di margine nelle ultime curve, ma forse avrebbe anche potuto provare ad attaccarmi di nuovo. Non è bello sentire che stai guidando in difesa. Non è stata una gran gara per me”.

I margini della Top 5 sembrano essere il massimo possibile per la Ninja in questo momento, ma il pilota britannico è convinto che possa esserci del margine di miglioramento.

“Tutte le Ducati erano davanti, ma il nostro riferimento è Toprak. È in una situazione simile alla nostra, il che significa che abbiamo chiaramente del margine per migliorare - ha affermato l’alfiere della Kawasaki - Il nostro problema più grande rispetto alla Ducati è la potenza, ma è lo stesso problema che ha Toprak e lui sta facendo meglio di noi. Dobbiamo continuare a progredire, ma è difficile perché sento che stiamo estraendo il massimo dalla moto e io sto dando tutto me stesso. La moto è dura da guidare a livello fisico ed è faticoso restare lì”. 

La Superpole Race di domani potrebbe dare qualche possibilità in più al Cannibale, ma Johnny non è convinto di poter ambire a un posto sul podio nemmeno nella gara Sprint.

“È difficile. A inizio gara mi ero posto come obiettivo le prime quattro posizioni, ma non sono riuscito a stare davanti a Petrucci e Bassani, che erano più veloci e avevano un passo migliore. Nei primi tre settori non andavo male rispetto a Danilo, Bassanai e persino Toprak, ma andavo malissimo nell’ultimo settore, dove perdevo 3 decimi al giro. A volte anche qualcosa in più”, ha ammesso.

Una situazione frustrante per Rea, ben conscio dell’attuale potenziale della Ninja: Dobbiamo dimenticarci del passato, perché il passato è passato e noi non stiamo guidando quella stessa bella moto che avevamo anni fa - ha concluso il sei volte campione del Mondo - Stanno andando tutti più veloce, mentre noi stiamo raschiando il fondo del barile per cercare di migliorarci e lo stiamo facendo, è un dato di fatto. Anziché esultare per una vittoria dobbiamo accontentarci di un quinto posto, sapendo che dobbiamo lavorare. Non mi piace che mi venga chiesto ogni volta come ci si sente, perché questa è la realtà in cui ci troviamo in questo momento. Dobbiamo migliorare l’intero pacchetto e smettere di aspettarci di vincere o di salire sul podio ogni fine settimana, perché è difficile arrivarci”. 

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