Gigi Dall’Igna ci ha fatto compagnia in occasione della live pre Misano e con lui abbiamo toccato diversi temi. Oltre a quello della MotoGP, c’è la Superbike. Ecco un piccolo estratto di questa lunga chiacchierata.
Ricordi ancora quando hai chiesto a Bautista di abbracciare la sfida della SBK?
“Alvaro lo conosco da tantissimo tempo. Prima ancora di vincere con lui in SBK abbiamo vinto insieme in 125 nel 2006. Ci siamo sempre sentiti in tutti questi anni, anche se facevamo cose diverse e ho sempre pensato che Alvaro avesse un talento incredibile e che avesse vinto troppo poco rispetto al talento che ha. Questo per vari motivi, perché non basta solo il talento per portare a casa vittorie e Mondiali. C’era questa opportunità e lui era arrivato in una situazione in MotoGP in cui avrebbe faticato a trovare una moto per l’anno successivo e la cosa più sensata da fare mi è sembrata chiedergli di fare questo passaggio, che gli avevo già chiesto anni prima, quando lavoravo per un’altra marca. Ho sempre avuto stima di lui e ho sempre pensato che potesse fare veramente bene in tanti campionati”.
Secondo te, cosa potrebbe venir fuori dal test di Bautista, che torna su una MotoGP dopo cinque anni?
“Innanzitutto, bisognerà vedere se saranno uno, due giorni, o un giorno e mezzo, perché il lavoro del test team deve continuare, visto che abbiamo un campionato da provare a vincere e la priorità è lo sviluppo della moto. Era un premio che avevamo promesso ad Alvaro l’anno scorso e quello che mi aspetto, e credo si aspetti anche lui, è di divertirsi su una MotoGP che non guida da un po’. Non mi aspetto nulla da questo test. Non abbiamo tempi da raggiungere, o obiettivi secondari da portare a casa”.
Cosa ne pensi dell’attuale regolamento tecnico della MotoGP? Credi sia una MotoGP che è andata un po’ oltre i parametri, o dove bisognerà pensare di cambiare qualcosa?
“Dal punto di vista della velocità, io vado un po’ controcorrente. È vero che la MotoGP negli ultimi anni ha sempre aumentato le prestazioni, sia dal punto di vista motoristico che da quello velocistico, ma è un po’ il mondo che va in questa direzione, se pensiamo che le moto stradali subiscono lo stesso tipo di evoluzione. Pecco con una moto praticamente stradale gira a 3” da una MotoGP, su una pista che può essere il Mugello o Portimao. Non credo che gli spazi di fuga delle piste non siano adeguati, o che si debbano fare troppe modifiche, onestamente. Secondo me il regolamento così com’è va bene. Chiaramente, nel momento in cui bisognerà pensare di fare qualcosa di diverso nel 2027, quando i regolamenti saranno diversi, credo sia ragionevole trovare un compromesso che Predo che sia giusto trovare un compromesso che riduca le prestazioni complessive della moto. Altrimenti, prima o poi, si va a superare il limite che permette il circuito per essere usato in sicurezza. Però non credo che siamo ancora in quella situazione”.
Gigi, ti ricordi la prima Ducati?
"Certo, assolutamente. La prima volta partimmo per Sepang con una moto fatta all'ultimo e in ritardo. Non avevamo fatto la durata e avevamo i limitatori abbassati. Ricordo ancora i test che svolse Michele durante l'inverno. Fu un lungo lavoro di sviluppo, non è stato facile, ma siamo comunque riusciti a tracciare una strada da seguire. Tra l'altro ricordo pure il mio arrivo ijn Ducati, prima di pensare alla moto, mi focalizzai sulle persone con l'intento di valorizzare ognuno di loro"