Tu sei qui

MotoGP, Hernandez: "Da 0 a 10, Marquez è un pilota da 20 e la Honda una moto da 5"

Il capotecnico del campione spagnolo: "mi piaceva di più la MotoGP quando il pilota faceva maggiore differenza, Marc ci riesce ancora ma deve rischiare tanto. Vuole una moto che possano guidare tutti"

MotoGP: Hernandez:

Honda sta passando un momento difficile. La vittoria di Rins ad Austin è stata un episodio isolato e anche Marquez sta faticando a ottenere risultati di rilievo. Lo sa bene Santi Hernandez, che di Marc è il capotecnico. Ne ha parlato a lungo in un’intervista rilasciata a Nico Abad sul suo canale YouTube.

Il tecnico spagnolo non si fa illusioni sulla possibilità di lottare per il titolo in questo 2023: “è molto difficile, abbiamo perduto tre Gran premi e non abbiamo fatto punti né a Portimao né a Le Mans la domenica - non ha nascosto la situazione attuale - È molto complicato, ma con un pilota come Marc la mentalità è sempre quella di fare il meglio possibile. Sono realista, non siamo al livello per lottare per la vittoria in ogni Gran Premio, ma abbiamo il miglior pilota e può succedere di tutto. Il nostro obiettivo è stare davanti ogni fine settimana, non quello di pensare al titolo.

Marquez ce la sta mettendo tutta e Santi ha riconosciuto il suo valore.

Da zero a 10, ho pilota che vale 20. La moto? In questo momento non è da 10, è da 5, non possiamo vincere, soffriamo, lo vediamo con tutti i piloti, non solo con Marc. Vediamo quanto lui debba rischiare in gara per stare davanti, devo essere onesto nel mio giudizio per potere migliorare la moto” ha detto.

Cosa manca alla RC213V?

Marc lo ha spiegato molto bene: mancano velocità massima, accelerazione e stabilità in frenata - la risposta di Hernandez - Marquez fa cose che la moto non gli permette, come a Le Mans, è caduto ma provarci è il suo DNA, quello che lo fatto vincere così tanto. Ha già dimostrato di avere la stessa velocità e la stessa voglia di sempre”.

Il campione spagnolo è il primo che si sta impegnando per risalire la china.

Non sta chiedendo una moto che possa guidare solo lui, ma tutti - ha sottolineato il capotecnico - Lo vediamo con Ducati: avere 8 piloti che vanno forte sulla stessa moto, ti fa crescere. Vuole migliorare le aree dove soffriamo, lui sa adattarsi ai problemi e mascherarli, ma per farlo deve rischiare. Non tutti sono disposti a farlo. Credo che Honda abbia la capacità di cambiare, sono i primi interessati a farlo. Ducati a Aprilia hanno fatto un passo avanti importante e noi e Yamaha siamo un po’ indietro”.

Fra aerodinamica e abbassatori, la MotoGP sta avvicinandosi alla Formula 1, nel senso che il mezzo ha un’importanza sempre maggiore.

“Penso che il nostro sport sia tecnologico e bisogna adattarsi alle novità - la premessa di Santi - Detto questo, io preferivo le gare in cui il pilota faceva la differenza più della moto, parlo dell’epoca di Valentino, Stoner, Pedrosa, Lorenzo. Ora la moto è più importante, ma il pilota può fare ancora la differenza, come dimostra Marc”.

Articoli che potrebbero interessarti