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Bautista: “Se mi chiedessero di tornare in MotoGP faticherei a dire di sì”

“In MotoGP non ho potuto mostrare ciò di cui ero capace. Il primo anno lontano ero invidioso, ma ora non rientra più nei miei piani. Marc Marquez? Non scommetterei su di lui quest'anno, ma non perché non credo in lui”

MotoGP: Bautista: “Se mi chiedessero di tornare in MotoGP faticherei a dire di sì”

Dopo quattro Round, Alvaro Bautista è sempre più leader del Mondiale Superbike, con un impressionante ruolino di marcia di dieci vittorie su undici gare. Un dominio assoluto che ricalca il filotto di vittorie ottenuto dal catalano all’inizio della sua avventura nella categoria, a testimonianza dell’intesa immediata che si è creata tra Alvaro e la Ducati Panigale V4R, la moto con cui lo scorso anno ha vinto proprio quel titolo accarezzato nel 2019.

Dopo nove stagioni senza grosse soddisfazioni in MotoGP, il Campione del Mondo della 125 ha trovato la sua dimensione tra le derivate di serie, come ha ammesso in lunga intervista concessa al quotidiano spagnolo La Vanguardia:Mi sto divertendo molto con la moto, più che in tutti gli altri anni in MotoGP. Sento di poter guidare come voglio e sfrutto al massimo il mio potenziale e quello della moto. Siamo fatti l'un per l'altro”, ha sottolineato il leader del campionato. 

Una netta superiorità, che ricalca per certi versi il dominio della Casa di Borgo Panigale in MotoGP. 

“In MotoGP quasi tutti i piloti al vertice guidano una Ducati, mentre in questo campionato l'unica Ducati davanti è la mia Gli altri hanno dei buoni momenti, ma nessuna delle altre Ducati riesce a lottare per la vittoria - ha puntualizzato Bautista - La chiave in Superbike è la combinazione moto-pilota-squadra. È una Ducati derivata dal concetto della MotoGP e progettata da Gigi Dall'Igna, quindi il mio stile, che è da MotoGP si adatta molto bene, e la moto mi permette di guidare in modo molto naturale. Quando ero in Honda guidavo nello stesso modo, ma non andavamo d'accordo…”.

Tempi diversi dagli anni tra il 2010 e il 2018, in cui il catalano ha militato nella classe regina del Motomondiale. Ma cosa gli è mancato per riuscire a lasciare il segno?

“In MotoGP mi è mancato l’essere in un top team con una moto competitiva e la costanza di un duro lavoro. Ho sempre dovuto arrangiarmi con moto satellite, perché non ero mai in un team ufficiale. Non ho potuto mostrare tutto ciò di cui ero capace. Sento che avrei potuto dare di più. Adesso sto dando il meglio di me. Ora sono davvero me stesso - ha affermato il 38enne, che sarebbe forse riuscito a esprimersi al meglio arrivando adesso in MotoGP - Quella è stata l’epoca che mi è toccata: ero su una moto satellite e c'era più differenza rispetto a quella che c’è con le attuali moto satellite. E poi ho corso con Rossi, Lorenzo, Marquez, Stoner, Pedrosa, Dovizioso... Nel 2012 sono arrivato quinto e nel 2013 sesto con una moto satellite. È stato un merito, ma chi avrebbero tolto da una moto ufficiale per metterci me? C'erano tutti quei grandi nomi davanti. Ora la MotoGP è più aperta, le moto satellite vincono, e non ci sono più tutti quei nomi che erano sempre lì davanti”.

Bautista: “Sarei sorpreso se Marquez vincesse il titolo quest'anno”

Sebbene non abbia avuto la giusta occasione per dimostrare il suo potenziale, Bautista sembra aver messo una croce sulla MotoGP, ma non chiude del tutto le porte a un suo clamoroso ritorno nella massima categoria del Motomondiale.

“Al momento ho chiesto alla Ducati di fare un test con la MotoGP, come premio per il mio titolo 2022. Vedremo quali saranno le mie sensazioni quando la proverò. Se dovesse piacermi, avanzerò qualche richiesta, come una wildcard - ha affermato Alvaro, commentando le sue possibilità di rientro - Se nei test girassi un secondo più veloce di Bagnaia, forse (la Ducati) ci ripensebbe, ma non credo che accadrà. Nel 2019 la mia idea era di tornare in MotoGP, ma in questo momento non è nei miei piani. Inoltre la Superbike è un campionato comodo a livello di spostamenti, soprattutto quando hai due bambine piccole, c'è meno stress, meno pressione. Se mi chiedessero di tornare in MotoGP, per me sarebbe difficile dire di sì. Sarei un po' svogliato. Ma non si sa mai. Mi sto davvero divertendo in SBK”.

Dopo 5 anni di lontananza, la MotoGP non è più una ferita aperta per il pilota iberico. 

Il primo anno ero invidioso, era la mia casa, ero cresciuto lì. Era strano vedere i miei rivali. Ora non più. Cerco di guardarla da spettatore” ha ammesso Bautista, che da fuori si è fatto qualche idea sui valori in campo e sul potenziale di Marc Marquez.

“In questo momento la coppia più forte è Ducati-Bagnaia. Soprattutto per l'esperienza di Pecco - ha affermato il nativo di Talavera de la Reina, che non scommetterebbe sul nono titolo del connazionale - Marc ha il potenziale per tornare campione, ma non è solo il fattore fisico a contare, ci sono altre cose. Sarei molto sorpreso se vincesse il campionato quest'anno. Non scommetterei su di lui, ma non perché non creda in lui, ma per il livello meccanico che c'è adesso: oggi si apprezza meno il talento di un pilota rispetto a qualche anno fa. Ora Marquez non può mostrare tutto il suo talento. Deve ritrovare il ritmo e assestarsi psicologicamente, perché sono stati anni pazzeschi, con molte interruzioni e operazioni”.

Quanto al futuro, cosa consiglierebbe a Marc? Di lasciare la Honda o continuare con la Casa dell'Ala? “Gli direi semplicemente di fare ciò che pensa sia meglio per lui - ha concluso - In questo mondo bisogna essere egoisti e pensare a se stessi”.

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