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Da Zero a...Fast Endurance: così con la Moto Guzzi si diventa piloti!

LA STORIA Fino a qualche anno fa Alberto girava solo in scooter, oggi assieme all'amico Fabio ha fondato il team Cani & Porzi ed è diventato un pilota che gira in 2' a Vallelunga... col Guzzone 850

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Arriviamo a Vallelunga. La moto è nuova, le tute sono nuove, i nostri colori sono nuovi. Sulla carena c’è anche qualche adesivo in più. Tra questi, ovviamente, il logo di GpOne.com, con noi sin dall’inizio di questa avventura. Le previsioni meteo sono pessime, capiamo subito che questa volta non si scappa, dovremo correre sotto la pioggia, per la prima volta nella nostra vita. E così è stato, con l’aggiunta del primo incidente sfiorato. Non si può dire che sia stato un weekend noioso per me e per Fabio - Cani e Porzi - quello che ha aperto, il 13 e 14 maggio, il Trofeo Moto Guzzi Fast Endurance 2023.

I preparativi per la stagione 2023: Yes, we race!

Ma partiamo dall’inizio: ottobre 2022, Misano. Si chiude la nostra prima, incredibile stagione di corse nel Trofeo Moto Guzzi. Ci diamo un po’ di tempo per decidere cosa fare nel 2023: correre o non correre? La voglia è tanta, ma anche le spese. Una incide più di tutte, la moto: va cambiata, il Trofeo passa definitivamente alla nuova V7 850, ne va trovata una. Fortunatamente si incastra tutto per il meglio: la nostra “settemmezzo” #49 rossa e nera, che ci ha accompagnato al debutto, grazie allo splendido lavoro dei Guareschi riacquista fanale, targa e frecce, mantenendo il cupolino da cafè racer, i semimanubri, la sella monoposto e gli scarichi sportivi. La vendiamo così, in un baleno, sembra ancora la motina con cui abbiamo tagliato il traguardo di Misano. Possiamo respirare, quel gruzzolo è vitale per poter comprare la nostra nuova V7 da corsa, che troviamo già pronto gara.

È fatta, abbiamo la moto: possiamo correre! Ancora non ci crediamo, tanto che sulla scia del famoso “Yes, we can!” battezziamo il nostro percorso di avvicinamento alla stagione 2023 “Yes, we race!” (il nostro sito è www.yeswerace.com). L’inverno, però, è lungo, mancano mesi alla prima uscita in pista e siccome ci annoiamo abbastanza in fretta, nella nostra testa iniziano a frullare idee malsane, tipo mettere in piedi una macchina organizzativa da far impallidire un team di MotoGP. Ci diciamo che se non possiamo essere velocissimi, dobbiamo almeno apparire belli e professionali.

Non vi raccontiamo i dettagli, il risultato lo vedete nelle foto scattate all’Autodromo di Imola da Chiara Mirelli: la livrea di moto e tute, realizzata da Indivisual Creative, è letteralmente spaziale. Siamo belli, possiamo dirlo senza timore di essere smentiti. Quanto all’essere professionali, ehm, il nostro logo - double trouble, i ditoni medi, ecco - non potevamo toglierlo, ci accompagna sin dall’inizio e ci rappresenta al meglio. Anzi, diventa protagonista della livrea, con Indivisual che lo abbina magistralmente a un originale motivo camouflage ravvivato da dettagli fluo.

Presentiamo il team Cani&Porzi 2023 in una cornice unica, l’Autodromo di Imola, proprio nel giorno, lo scorso 25 aprile, che ne celebra i 70 anni di attività. Siamo pronti, è ora di fare sul serio: avendo un briciolo di esperienza in più quest’anno le aspettative sono più alte, e con tutto questo “cinema” le abbiamo pompate oltremisura. Un po’ di pressione la sentiamo.

Un weekend da paura e delirio

Venerdì 12 maggio, prime prove cronometrate. Da una decina di giorni apro l’app delle previsioni meteo ogni mezz’ora e niente, le nuvolette con la pioggia non se ne vanno. Il venerdì, però, siamo salvi: giriamo sull’asciutto. Fabio parte praticamente da zero, l’anno scorso dopo un solo turno di prove ha dovuto dare forfait per problemi fisici e Vallelunga, se non la conosci bene, è ostica. Nonostante tutto, stampa un buon 2’08”1. Io sono carico: ho girato qualche giorno prima e so di poter fare bene. Sì, ma non così bene: 2’00”8, ottavo tempo su 22 piloti! Appena rientro ai box e me lo dicono stento a crederci, ma è successo davvero. Inizio a vantarmi con chiunque, mando messaggi a mezza rubrica con lo screenshot della lista dei tempi. Del resto, è la prima volta che ho più piloti dietro di me che di fronte, vuoi mettere?

Quello del venerdì rimarrà l’unico turno asciutto: la media dei nostri due migliori tempi ci consegna una buona quindicesima piazza sullo schieramento, valido per entrambe le gare “mini endurance”.

Correre sul bagnato è un fottuto casino, ma ce la siamo cavata

Sabato mattina, piove. Ce lo aspettavamo. E ora che si fa? Chiediamo consigli e veniamo bombardati da mille preziose informazioni, ma assimilarle tutte non è semplice. Frena solo da dritto, se lo fai da piegato sei per terra! Guida morbido! Usa il freno posteriore! Apri il gas lievemente per far “sedere” la moto, poi aprilo solo dopo in maniera più decisa. E così via.

Ci “tuffiamo” in pista nell’ultimo turno di prove prima della gara, per prendere confidenza in condizioni per noi sconosciute. Una ventina di minuti sfiancanti, non tanto a livello fisico, quanto per lo stress psicologico. Non è ammesso distrarsi, il rischio è finire per terra. Le Pirelli dedicate al Trofeo, in mescola e col battistrada che ricorda le Phantom di un tempo, tengono bene (nel Trofeo non abbiamo le rain). Dall’ultima curva, la Roma, fino alla Campagnano, ci si diverte anche; il tratto più ostico è quello guidato: Soratte, Trincea, Semaforo e Tornantino.

In gara parto io: l’obiettivo è rimanere lontano dai guai al primo giro e ci riesco… a metà. Curvone, i Cimini, e via verso la Campagnano. Due piloti scivolano davanti a me. Ok, manteniamo la calma. Alla staccata della Soratte avverto alle mie spalle un suono inconfondibile, è una moto che striscia sull’asfalto.

In quell’attimo penso di non infilare la curva a sinistra, ma andare dritto. Meno male: la moto mi urta lievemente sul lato sinistro, rimango in piedi. Tiro un sospiro di sollievo e riparto… La moto è incredibilmente intatta, ma manca il pedalino della leva del cambio.



Raggiungo la pit lane e il box assistenza dei Guareschi: i ragazzi di GCorse sono fantastici, fissano un nuovo pedalino in pochi secondi e riparto col Guaro che, intuendo il mio nervosismo, gesticola per suppplicarmi di prenderla con calma. Concludo il mio turno di guida, un po’ rigido considerato l’incidente appena sfiorato, e consegno la moto a Fabio, che si scopre mago della pioggia, girando costantemente su un buon passo.

Procede tutto liscio fino alla bandiera a scacchi, ma veniamo fregati da un’ingenuità: non consideriamo i tempi più lunghi per percorrere un giro sul bagnato, Fabio passa sul traguardo pochi secondi prima dell’esposizione del cartello che segnala l’apertura della finestra per il cambio pilota e la vede soltanto al giro dopo. Contando anche il giro di rientro, impossibile farcela entro i 5 minuti previsti dal regolamento. Avremmo dovuto tenere d’occhio l’orologio sul traguardo, entrando in pit lane senza aspettare di transitare sotto il cartello cambio. Peccato, non ci abbiamo pensato. A fine gara ci comminano 1 minuto di penalità, e scaliamo dal 12° al 14° posto. Penalità giusta, anche se in realtà non abbiamo guadagnato nulla.

La gara della domenica si corre in condizioni forse ancora più insidiose: l’asfalto è praticamente asciutto, ma in alcuni punti rimane ancora qualche chiazza di umido. Scegliamo un assetto misto asciutto/bagnato e ci mettiamo in modalità “portiamola a casa”. Parte Fabio, io salgo per l’ultimo turno di guida nel quale mi diverto e compio anche un sorpasso all’ultima curva, strappando la P17. Tolte le wild card, che non prendono punti, è una P15: abbiamo agguantato un punticino all’ultima curva!

Come si dice? Tutta esperienza!

Avremmo potuto ottenere di più? Sicuramente. Sabato sera ero arrabbiato, senza quel contatto e la penalità avremmo potuto chiudere la gara bagnata con una clamorosa top ten. Anche la domenica avremmo potuto rischiare un pochettino di più. Poi, a mente fredda, è emerso un altro tipo di consapevolezza: in un fine settimana complicato non ci siamo fatti prendere dal nervosismo e abbiamo portato a termine entrambe le gare a punti senza commettere errori, e non possiamo che esserne orgogliosi. È cambiato anche il nostro atteggiamento: un anno fa avremmo preso come una vittoria qualsiasi risultato, ora invece sappiamo di poter ambire a qualche piazzamento più che dignitoso.

La prima stagione di gare ci ha insegnato tanto, e a Vallelunga ce ne siamo resi conto molto bene: rispetto a un anno fa mi sento un altro pilota, e credo di poter parlare anche per Fabio. Che poi, piloti! Un anno fa ci avrebbe fatto sorridere, ora invece se ci chiamano così, beh… è vero, siamo piloti!

È questa la magia del Moto Guzzi Fast Endurance: l’ambiente ideale per imparare, crescere e stupirsi dei propri miglioramenti, acquisire consapevolezza nei propri mezzi e, ovviamente, divertirsi, condividendo il cammino col proprio compagno di squadra e con gli altri piloti del Fast, tutti sempre super disponibili.

E ora testa a Cremona, 11 giugno!

CHI SIAMO

Siamo Alberto Cani (Lugo di Romagna, classe 1979) e Fabio Porzionato (Suzzara, classe 1986) e la nostra è una storia di passione, che dimostra che tutto è possibile. Abbiamo imparato a guidare una motocicletta superati i trent’anni d’età, e anche per questo non avremmo mai immaginato di raggiungere un traguardo simile. Invece, eccoci qui: nel 2022 l’esordio assoluto in gara, insieme a piloti ben più esperti e navigati, nel Trofeo Moto Guzzi Fast Endurance classe 750.

Qest’anno stiamo dando seguito a questa meravigliosa avventura in sella alla nuova V7 Trofeo 850 numero 49, gestita in pista dalla GCorse dei fratelli Guareschi.

Ci puoi seguire su Instagram qui: @albertdogs // @fab_porzio_official

 

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