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MotoGP, Bagnaia: "Un incidente sfortunato, sia io sia Vinales potevamo evitarlo"

"Ogni volta che penso di stare calmo, succede qualcosa, forse dovrei seguire l'istinto. Troppi contatti? Sarebbe meglio se ci fosse più differenza fra moto ufficiali e clienti, come in passato"

MotoGP: Bagnaia:

Pecco Bagnaia arriva zoppicando in sala stampa, l’incidente con Vinales non ha avuto conseguenze solo sul morale del pilota della Ducati, ma anche sul suo fisico. “Ho male alla caviglia destra, sembra non ci sia nulla di rotto ma ora è molto gonfia, c’è una distorsione. C’è tempo prima del Mugello, non sono preoccupato” l’aggiornamento sul suo quadro clinico, prima di parlare di quello successo in pista con Maverick.

“Si posso avere punti di vista diversi, secondo me è stata una circostanza sfortunata, chiaramente un incidente di gara - la sua opinione - Potevamo evitarlo: Vinales poteva stare più attento nel tornare in traiettoria, invece di fare come se non ci fossi, e io potevo chiudere il gas. Io non l’ho visto, lui non mi ha considerato ed è successo quello che è successo. È un peccato, in 5 gare per la terza volta avevo il passo per vincere e non ci sono riusciti”.

Appena dopo l’incidente vi siete spintonati nella via di fuga.
Certi momenti di tensione sono sbagliati, non sono belli da vedere e non mi è piaciuto la mia reazione, ma a volte l’adrenalina gioca brutti scherzi, non sono arrabbiato con lui. Dopo ho avuto una riunione con gli Steward e ho chiesto loro di chiamare anche Maverick perché secondo me è giusto in certe situazioni che ci siano entrambi i piloti, in modo da chiarirsi e confrontarsi. Il mio consiglio è che si faccia sempre quando bisogna dare una penalità o c’è un contatto con una caduta, parlare è sempre il migliore modo per affrontare le cose”.

Avete risolto tutto?
“Il nostro punto di vista adesso è identico. La cosa incredibile è che questo incidente sia successo fra due dei piloti più puliti di tutto lo schieramento, è stata solamente una circostanza sfortunata”.

Gli incidenti sembrano stare aumentando, secondo te perché?
Da due anni si cerca di vincere al primo giro, anche chi non ha il potenziale per farlo cerca di superare 6 piloti in un giro. Non funziona così, siamo tutti al limite e siamo tutti in pista per raggiungere l’obiettivo massimo, ma se io freno già al limite, è sbagliato cercare di fare qualcosa di più. Gli incidente capitano maggiormente nelle prime fasi di gara perché c’è troppa agitazione. Bisognerebbe ragionarci su per migliorare la situazione perché così non è sicuro”.

Quale potrebbe essere la tua idea?
Ormai tutti possono vincere, non ci sono più quei 6 o 7 decimi di differenza che c’erano in passato fra moto ufficiali e moto clienti, servivano a limitare gli incidenti. I Fantastici 4 (Rossi, Stoner, Lorenzo e Pedrosa ndr) erano i piloti più forti in assoluto, ma avevano anche le moto ufficiali, gli altri non avevano neanche il potenziale tecnico per stare davanti. Ora il livello è estremo, tutto è spostato verso il limite. Ogni pilota ha la possibilità per vincere, Augusto Fernandez oggi ha fatto 4°, è un campione del mondo ma è anche al debutto in MotoGP. Sicuramente il passo gara non è stato velocissimo, a parte quello che ha tenuto Bezzecchi, e questo ha fatto in modo che il gruppo sia stato unito. Secondo me bisognerebbe tornare ad avere un po’ di gap fra le moto ufficiali e quelle clienti, o trovare una soluzione per evitare certi incidenti”.

Avere meno tempo per le prove influisce?
No, ma dovremmo comunque chiedere che la FP1 non conti più per l’ingresso diretto in Q2 in modo da avere 45 minuti per lavorare”.

Cosa ti fa arrabbiare di più della giornata di oggi?
Il fatto che avrei potuto essere qui a sorridere. In quel momento della gara il passo era lento e ogni volta che penso di dovere aspettare, succede qualcosa, forse è meglio seguire l’istinto. Alla curva 7 avevo pensato di passare Marquez, ma poi avevo deciso di aspettare. E sono caduto. Ho dimostrato di essere sempre davanti, uno dei piloti più competitivi, ma sono primo in classifica per un solo punto. Sono caduto in Argentina e ad Austin, sono fortunato che ci siano le sprint race, altrimenti sarei dietro. È qualcosa che voglio capire durante questa pausa: ogni volta che penso di stare calmo, commetto un errore o cado per qualche motivo”.

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