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MotoGP, Senna l'aggressore: quando 'Magic' guidava alla Marquez

Ayrton era un grandissimo campione, ma di certo non era tenero con i suoi rivali. Lo stesso vale per Schumacher, Villeneuve, Rossi e Capirossi, giusto per citarne qualcuno. Sarebbero scorretti oggi?

MotoGP: Senna l'aggressore: quando 'Magic' guidava alla Marquez

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Il sorpasso è l’essenza stessa del Motorsport, a due e quattro ruote. Quel momento in cui ti avvicini al tuo rivale, ne studi punti deboli e punti di forza e poi lanci l’attacco. In staccata, in percorrenza di curva. Scegliendo magari una traiettoria diversa, oppure risucchiando la scia in rettilineo. Ma non tutte queste manovre sono pulite al 100% e spesso ci sono stati grandi confronti ed anche grandi polemiche a seguito di questa o quella manovra. Nell’ultimo periodo però in MotoGP sembra quasi che ogni singolo sorpasso sia posto sotto la lente d’ingrandimento, sezionato, valutato. Molto più che in passato. Certo, lo si fa in nome della sicurezza. Sempre ricordando però che stiamo parlando di uno sport che è e resterà per sempre pericoloso, come può essere lanciarsi in staccata alla San Donato a 360 km/h su una porzione di gomma pari a due carte di credito. 

Ieri Marc Marquez ha ammesso di essere disposto a fare qualsiasi cosa per vincere e tanti si sono addirittura indignati. Ci domandiamo dove sia la stranezza di questa affermazione e soprattutto ci vengono in mente tanti campioni che nella storia del Motorsport hanno dimostrato con i fatti di seguire alla lettera questo mantra: vincere ad ogni costo. Eppure nessuno di questi è ricordato come pilota scorretto o addirittura pericoloso, ma anzi hanno tutti un posto nell’Olimpo del Racing. 

Ayrton Senna è il primo esempio che ci viene in mente. Il grande campione brasiliano è ritenuto da molti il miglior pilota della storia della Formula1. Ma in pista non era di certo un tranquillo lavoratore del volante ed ha costruito la sua leggenda con prestazioni al limite del disumano, ma anche con una cattiveria agonistica che è propria di chiunque voglia vincere tanti titoli iridati. Nel 1989 Ayrton subì un torto dall’odiato compagno di squadra Alain Prost a Suzuka. I due si stavano giocando il titolo dopo che Ayrton aveva battuto il già due volte campione del mondo nel 1988. Staccata alla chicane, Prost allarga leggermente e mette fuori gioco Ayrton, costretto a rientrare in pista tagliando la chicane con una manovra che Jean Marie Balestre giudicò irregolare. Senna perse la possibilità di diventare due volte campione, Alain si mise in tasca il terzo titolo e lo fece da grande figlio di….

La reazione arrivò un anno dopo, sempre sulla stessa pista. Prost scatta meglio di Ayrton con la Ferrari, ingresso della prima veloce curva di Suzuka a destra ed Ayrton si dimentica di avere anche il freno sulla sua McLaren. Risultato? Entrambi nella ghiaia, Senna campione e favore restituito alla premiata ditta Prost-Balestre che già gli aveva fatto un dispetto a Monaco nel 1984, ma questa è un’altra storia. Dopo Ayrton affermò tranquillamente di averlo fatto di proposito, di aver buttato fuori un rivale. Qualcuno ricorda Ayrton come pilota scorretto oppure siamo tutti concordi che fosse un campionissimo? La risposta è ovvia. 

Altri esempi? Il primo è quello che riguarda un altro grandissimo figlio di, ovvero Michael Schumacher. Nel 1994 si ritrovò a lottare per il suo primo titolo con una Benetton in debito di sviluppo e cavalli nei confronti della Williams con al volante Damon Hill, che aveva ereditato da Senna il ruolo di prima guida dopo la scomparsa del brasiliano ad Imola. Ultimo atto della stagione ad Adelaide, Schumacher conduce la gara, ma Hill si avvicina giro dopo giro e può soffiare il titolo al tedesco. Michael fa un errore alla chicane, va a muro e piega la sospensione anteriore destra della sua Benetton. Hill lo raggiunge e non sa che Schumacher ha un problema, lo attacca subito pensando solo ad un lungo del tedesco, che invece di lasciare strada fa una bella traiettoria stretta stretta che lo porta ad impattare l’anteriore sinistra della Williams di Hill. Schumacher esce di strada, ma Hill dopo dove rientrare ai box e ritirarsi, con la Williams ormai zoppa. 

Siccome poi i campioni veri sono sempre in grado di ripetersi, Schumacher fa qualcosa di maledettamente simile anche a Jerez nel 1997, al culmine di un mondiale bellissimo in cui ha lottato senza esclusione di colpi con Jacques Villeneuve. Michael è in testa ma il canadese gli mangia secondi su secondi. Staccata secca, Schumacher vede la Williams infilarsi e chiude la porta in faccia a Villeneuve. La Ferrari del tedesco va nella ghiaia, Villeneuve può continuare e sale sul podio facendo i punti che gli servono per vincere il suo titolo. Qualcuno ricorda Schumacher per questi due episodi, oppure siamo tutti d’accordo di stare parlando di un grandissimo campione della storia?

Vi ricordate Jack Brabham? Un tre volte campione del mondo che diventò anche leggendario Costruttore di vetture da F1. Sapete cosa faceva quando qualche pilota lo seguiva da troppo vicino? Metteva due ruote di proposito fuori pista in ingresso curva per ‘sparare’ sassi all’indirizzo del pilota che lo seguiva. Gilles Villeneuve era un pilota tranquillo? Se lo fosse stato, non ci avrebbe regalato il mitico duello con Arnoux a Digione. 

Dopo le divagazioni a quattro ruote, torniamo nelle due, perché anche qui ci sono parecchi esempi illustri. Ne citiamo giusto qualcuno, come la poderosa spallata di Valentino Rossi a Gibernau a Jerez nel 2005, oppure l’attacco di Valentino su Stoner a Laguna Seca nel 2008 con taglio di chicane. Manovra spettacolare, ma ad essere proprio puntigliosi…stessa manovra poi la fece Valentino ad Assen nel 2015 ai danni di Marc Marquez, reo di aver tentato un sorpasso all’ultima staccata. Valentino ne ha fatte diverse, ma per vincere 9 titoli iridati, di certo non puoi essere un santone induista. Ci sono titoli e titoli che sono stati decisi da manovre al limite o anche oltre, come quella di Loris Capirossi ai danni da Harada nel 1998 in 250 in Argentina, con uno strike celebre! 

Perdonate tutto questo panegirico, che vi garantiamo potrebbe essere parecchio più lungo, perché di episodi da citare per rinfrescare la memoria ce ne sarebbero centinaia. Oggi ci sono stati dei contatti in pista non puniti dal drop position. Binder è stato aggressivo su Marini, ma non ci è parso eccessivamente cattivo. Marquez lo stesso su Bagnaia, ma di certo non è stata una manovra paragonabile alo strike su Oliveira a Portiamo. Dopo la gara Marquez ha chiesto di non esagerare con l’attenzione ad ogni singola manovra di sorpasso, idem ha detto Danilo Petrucci. 

L’obiettivo è chiaramente giusto, se ci riferiamo all’idea di rendere questo sport sempre più sicuro. Ma snaturarlo non è la strada giusta e certi eccessi possono essere riconosciuti. Quelli si che vanno puniti, ma un sorpasso con moto di traverso in staccata, senza portare fuori pista il tuo avversario…ecco, queste manovre meglio lasciarle stare. Ha ragione Luca Marini quando chiede omogeneità di giudizio, perché non si può accettare che una manovra sia punita in un GP e la stessa identica manovra non lo sia nel GP successivo. Ma forse serve anche fare un passo indietro, prima che i piloti si mettano davvero paura di osare un sorpasso di qualsiasi genere.

L’abbiamo scritto in apertura, il sorpasso è l’essenza del Motorsport. In F1 è arrivato il DRS e si commenta da solo. Non vorrete mica vedere una cosa del genere in MotoGP?

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