Si è conclusa con quattro giri d’anticipo la Sprint Race di Fabio Quartararo a Le Mans, scivolato dopo essere riuscito a risalire dalla tredicesima casella dello schieramento all’ottava posizione in gara. Non certo il risultato che avrebbe sperato l’idolo di casa, ma il pilota Yamaha prova a guardare il bicchiere mezzo pieno, rallegrandosi per il fatto di essere riuscito a recuperare cinque posizioni prima dell’incidente.
“Sì, questo è il lato positivo di oggi. Specialmente la velocità che abbiamo mostrato in gara. Intendo dire che ero abbastanza veloce e ho girato in 1’31”7 prima della caduta, che non è molto distante da quello che ho fatto in qualifica. Credo fosse importante dare tutto oggi in gara, per imparare e per capire quale sarebbe stato il comportamento della moto - ha chiosato Fabio - Come ho già detto, l’anteriore è sempre al limite. Oggi abbiamo scelto una mescola un po’ più dura per vedere se avrebbe funzionato meglio ed è andata meglio, ma non abbastanza”.
È un problema che i tuoi tempi non siano così diversi...
“Ovviamente sì, perché riesco a essere veloce in gara, ma non nelle Qualifiche. Devo mettere tutto insieme in qualifica e questa è la parte più difficile in questo momento. Se in passato diciamo che commettevo 5 errori in prova, adesso ne faccio 10 perché sono sempre al limite. Ricordo che in passato chiedevo sempre al mio capotecnico quale intensità dovessi mantenere sul passo gara. Se spingere al massimo, o tenere un margine per le gomme. Adesso invece non chiedo mai. Scendo in pista e ci provo. E questo è il punto: quando vado per il time attack sono già al limite. Provi a dare quel qualcosina in più, ma non ce l’hai, quindi è difficile fare un giro perfetto”.
Hai provato a usare due gomme in qualifica?
“Sì. Con la prima gomma ero già al limite, poi con la seconda ho provato a dare un po’ di più, ma guadagni in un’area e poi perdi quindi per me è difficile riuscire a mettere tutto insieme. Ero già al limite girando in 1’31”3, mentre l’anno scorso avevo un passo di 1’31”5. Questa è la parte più difficile da accettare”.
Hai fiducia nel fatto che la Yamaha abbia capito come fare a migliorare la moto?
“Non direi che sono fiducioso, perché abbiamo provato un sacco di cose e niente ha funzionato in modo positivo. Però dobbiamo continuare a lavorare e trovare una soluzione il prima possibile. Avremo tre settimane dopo questa gara, ma sfortunatamente il problema che abbiamo è in gran parte una questione di potenza. Ci servirebbe più potenza per avere più carico, perché le nostre ali sono più piccole rispetto a quelle degli altri”.
Potrebbe dipendere dal fatto che il vostro motore non eroga la potenza dove dovrebbe?
“No, è che non abbiamo abbastanza cavalli per riuscire a usare l’aerodinamica che vogliamo. Come ad Austin, puoi avere un pochino più di potenza sul rettilineo opposto a quello d’arrivo, ma se non puoi usarla se non hai le ali per tiene il carico sull’anteriore. Luca mi ha superato sul rettilineo perché ha più potente, ma ha anche l’accelerazione nelle curve lente”.
Hai qualcosa da dire sulla Safety Commission di ieri?
“Dirò qualcosa, ma provando a essere il più educato possibile. Siamo 22-24 piloti e ci sono tre rappresentanti degli Steward ed è difficile che tutti siano d’accordo. Alcuni piloti ad esempio hanno detto che avrei potuto evitare il mio incidente a Jerez. Altri che era impossibile. In qualunque caso, ci sarà sempre qualcuno che non è d’accordo con te. Ci lamentiamo tutti, ma alla fine, quando qualcuno si lamenta c’è qualcuno che è d’accordo e viceversa. Non c’è niente di male in questo, ma non saremo mai tutti d’accordo sulla stessa cosa. Io non potevo evitare l’incidente di Jerez, ma alcuni hanno comunque detto che avrei potuto farlo, quindi mi sono alzato e me ne sono andato. Per me quello è stato il modo migliore per non innervosirmi”.