E' stata una giornata positiva per Marc Marquez, che al suo ritorno a Le Mans ha subito incassato un buon risultato. Dapprima nella mattinata, conquistando il secondo miglior crono nella Q2, poi nella Sprint, che lo vede lottare ai vertici stretto tra la ducati di Bagnaia e la KTM di Binder. Ma la Honda, nonostante il nuovo telaio Kalex, è ancora lontana dall'aver risolto i propri punti deboli. Il risultato finale è un quinto posto, buono per la Honda in crisi, ma assolutamente deludente per un Marquez che aspira a tornare a lottare per il podio.
"Non mi aspettavo di chiudere le qualifiche in prima fila, né di chiudere la Sprint nei primi cinque - ci confessa lo spagnolo - Ma sinceramente non penso di aver fatto una gara perfetta, credo che con qualche errore in meno avrei potuto salire sul terzo gradino del podio. I sorpassi sono ancora molto difficili, sono in grado di lottare con Bagnaia nei segmenti misti, ma quando si arriva al rettilineo il divario è sensibile. Abbiamo ancora molti punti su cui lavorare per migliorare".
Nonostante l'incontro di ieri con la direzione gara, oggi ci sono stati diversi episodi di contatto tra piloti, tu stesso sei al centro di un episodio con Pecco. Qual è la tua opinione in merito?
"La situazione è chiara per me - spiega Marc - dobbiamo smettere di parlare di questi contatti, è un falso problema, in gara ci sono sempre stati. Il fatto che ieri la direzione gara sia venuta a parlare con noi piloti a riguardo è sicuramente un fatto positivo. Tra quindici piloti abbiamo tutti opinioni molto diverse: la mia è che di tutti gli incidenti di quest'anno, l'unico che veramente ha meritato una penalità è stato il mio tamponamento su Oliveira. Gli altri sono semplici incidenti di gara. Si è parlato di introdurre nuove penalità e avvisi ai piloti, ma secondo è la strada sbagliata. Se intraprendiamo questa direzione, si parlerà sempre di più di questo e lo spettacolo conseguentemente ne avrà da perdere. Questa è la motoGP, a volte i contatti è impossibile evitarli, a volte il pilota che si ha davanti non vuole cedere la posizione e si difende. I grandi errori come il mio a Portimao vanno puniti, ma se le regole si facessero troppo stringenti i sorpassi, già divenuti difficili, lo sarebbero ancora di più. Sono 11 anni che corro e ne ho viste di tutti i colori, è chiaro che una soluzione di mezzo sia preferibile ma evitare sempre i contatti è difficile a questi livelli".
Quale pensi dovrebbe essere la direzione da intraprendere in tal senso?
"La direzione gara deve avere una voce univoca, che sia più o meno permissiva spetta poi a loro deciderlo, ma deve essere chiara e coerente per tutto il campionato. Noi siamo i piloti, non sta a noi decidere".
Parlando del nuovo telaio, come si è comportato in situazione di gara?
"E' stato utile metterlo alla prova in una situazione di gara, dopo la buona prova durante le qualifiche. Ora ne ho due a disposizione. Credo che la sorpresa più grande l'abbia data in quei due ultimi giri veloci. In gara si è comportato bene ma non è realistico che otterremo sempre questo tipo di prestazioni, è chiaro che c'è ancora molto da lavorare e dati da ottenere. E' difficile lottare contro le Ducati, per tenergli testa bisogna assumersi più rischi, consumare di più le gomme. A volte si ha la sensazione di essere fermi quando ti sorpassano sul rettilineo. Oggi le sensazioni sono state buone, ieri la differenza tra i due telai era piccola, motivo per cui oggi ho provato il nuovo telaio, per ottenere dati".
Qual è la maggiore differenza tra i due telai?
"Personalmente mi trovo bene col mio telaio, che mi permette degli ingressi molto veloci in curva. Ma il telaio Kalex sembra dare più avvisi quando si è al limite, la percorrenza in curva è ancora veloce ma bisogna adattare leggermente il proprio stile di guida. Il nostro problema principale però rimane, il nostro tallone d'Achille rimane il punto di frenata e l'accelerazione, ancora da risolvere".
Quale diresti che sia il maggior vantaggio delle Ducati rispetto alla Honda. Si tratta soltanto di velocità sul rettilineo?
"Non so dirlo con certezza, potrebbe essere il motore, o l'aerodinamica, o il telaio, o una combinazione di tutti gli elementi. E' un qualcosa che dissi anche l'anno scorso, io non sono un ingegnere, non sono in grado di rispondere a domande tecniche come questa, ma so in quali punti del tracciato perdo rispetto ai miei avversari. In pista cerco soluzioni per essere veloce e consistente, ma poi sta agli ingegneri trovare delle soluzioni che mi vengano in aiuto".