C'è frustrazione in casa Yamaha. Quartararo stenta a tenere il passo sul circuito francese di Le Mans, storicamente a lui congeniale. Nonostante un miglioramento di 5 decimi tra una sessione di libere e l'altra, ha mancato l'ingresso diretto in Q2 per un soffio al termine della giornata. La frustrazione è palpabile nelle parole del francese, che non si spiega l'evidente confusione nel setup di una moto che da un lato insegue maggiore potenza per inseguire i propri rivali, Ducati in primis, ma che da un altro rischia di snaturarsi e perdere quei suoi punti di forza che l'hanno contraddistinta in passato. Finito il tempo delle arrabbiature è quinti giunta l'era dell'autocritica per il pilota francese, che punta a mantenere la calma nonostante la situazione difficile, inseguendo la quadra di una moto che a cinque tappe dall'inizio del campionato fatica a trovare una sua direzione.
"Non riesco a spiegarmelo - spiega Fabio - anche se la moto sa essere aggressiva, non riesco ad avere il giusto feeling. Non gira come dovrebbe, ma oltretutto qui avevamo dei punti di forza che riuscivamo a sfruttare, ed ora non riusciamo a farlo. Ogni qualvolta miglioriamo in un settore, peggioriamo in un altro. L'aver acquistato più potenza sembra aver peggiorato l'agilità nella guida".
L'anno scorso la situazione era ben diversa, a Jerez lottavi accanto a Bagnaia. Gli avversari sono migliorati o è la Yamaha ad accusare dei problemi?
"Non voglio arrivare a dire che stiamo facendo dei passi indietro, sarebbe eccessivo, ma oggi non siamo riusciti a migliorare mentre gli altri lo fanno. Credo che la potenza in più abbia in qualche modo destabilizzato l'equilibrio della moto. Ora è più aggressiva e questo rende la guida diversa. Per me non è un problema saper gestire questa aggressività perché se è ciò di cui abbiamo bisogno per poter essere competitivi sono felice che ci sia, ma ci sta creando qualche problema".
Forse gli ingegneri della F1 sono abituati a lavorare coi motori aggressivi.
"Non è soltanto una questione di aggressività, mi aspetto che in futuro la potenza possa aumentare ancora. In passato sono sempre stato quel tipo di pilota in grado di identificare su quali aspetti della moto andare a lavorare, ma ora la moto è così aggressiva e si muove così tanto che mi riesce difficile poter dare dei giudizi accurati".
Qual è il tuo giudizio dopo questa prima giornata di libere?
"Dovremo sicuramente continuare a lavorare, ma ho smesso di arrabbiarmi. Ogni volta che lo sono, le cose diventano più difficili. Di fatto dopo otto gare, perché considero anche le sprint delle gare, con Yamaha non siamo ancora riusciti a trovare una base solida per la moto. La priorità adesso sarà cercare una strada per affrontare questa stagione".
I test di Jerez in questo sono stati di alcun aiuto?
"Abbiamo provato di tutto, dagli scarichi al telaio,passando per l'elettronica: nulla ha fatto una sostanziale differenza. Abbiamo migliorato leggermente il setup delle sospensioni, ma nel complesso mi sento di dire che i test siano stati inutili".
Come reagisce psicologicamente un pilota che affronta queste difficoltà?
"E' una situazione difficile da affrontare, quando si era abituati a lottare per il podio. Ad Austin ho colto un'opportunità per via della cadute di Pecco e Jack, ed ho fatto una buona partenza, ma non è così che voglio ottenere dei podi. Affronterò la Q1 con la mentalità di chi vuole vincere, ma non è facile quando all'inizio delle FP2 il messaggio è che bisogna lottare per entrare nella Q2 piuttosto che per la prima posizione. Sicuramente è una situazione frustrante ma potrebbe essere un'occasione di crescita come pilota, dovrò mantenere la calma".
Morbidelli: "Il metodo di lavoro di Yamaha non sta dando frutti"
Più analitico è stato invece il suo compagno di squadra. Franco Morbidelli ha sottolineato come nonostante entrambi i piloti si stiano impegnando per trovare una quadra alla moto, la metodologia di lavoro giapponese non stia dando i frutti sperati come invece accadde in passato.
"Siamo lontani - aggiunge Morbidelli - è facile vederlo dai risultati di oggi. Dobbiamo tenere la testa bassa e continuare a lavorare per rendere la moto più amichevole nella guida. Questo weekend è stato un altro schiaffone in pieno volto, siamo consapevoli delle difficoltà e non dobbiamo aggrapparci alle belle prestazioni estemporanee. In questo momento non riusciamo ad esprimere delle buone performance con costanza. Il pacchetto moto va migliorato".
Rispetto allo scorso anno ti sei avvicinato alle prestazioni di Fabio. Sei tu ad aver fatto un passo in avanti o Fabio ad essere in difficoltà?
"Credo di essere migliorato molto rispetto al 2022, ho fatto delle buone qualifiche ed una buona gara, come Fabio ad Austin. Ho lavorato molto durante l'inverno per migliorare e piegare questo pacchetto alla mia volontà, ma non è ancora abbastanza rispetto ai nostri rivali".
Pensi che l'assenza del team satellite quest'anno stia influendo negativamente?
"Considerando la metodologia di lavoro di Yamaha non credo che la sua assenza abbia tanta influenza quanto si possa pensare. La priorità è sempre stata per i piloti ufficiali, quindi il lavoro lo abbiamo sempre portato avanti noi. Sicuramente avremmo dei dati in più da analizzare, ma poi la situazione dipenderebbe molto anche dai piloti. Ma avere un team satellite con delle moto a un secondo di distacco non è di molto aiuto al team ufficiale".
Hai parlato della metodologia di lavoro in Yamaha. Da pilota hai la percezione che tra i giapponesi ci sia un clima di lavoro concitato o più calmo?
"Lavorano in un modo molto diverso, che in passato ha dato i suoi frutti ma che nelle condizioni attuali invece non lo sta facendo".