Marc Márquez ha finalmente incassato l’ok dai dottori ed a Le Mans correrà. Sarà solo la seconda volta in cui lo vedremo in azione in gara in questa stagione ed ovviamente c’è tantissima curiosità riguardo il suo stato di forma, dopo aver dovuto saltare tre tappe ed averne corso solo in parte la prima.
A Portimao aveva sorpreso in qualifica, conquistando una pole magnifica e nella Sprint Race il podio gli aveva fatto iniziare la stagione tutto sommato con un bel sorriso stampato sul volto. Uno come Marc vuole vincere sempre, ma visto il quadro tecnico di Honda, il terzo gradino del podio aveva già un ottimo sapore. Il Gran Premio a Portimao è terminato prima del previsto, con l’incidente che ha visto coinvolto Miguel Oliveira. Dopo c’è stata una serie di eventi davvero disastrosi per Marc, con la scoperta della gravità dell’infortunio e poi la questione del doppio long lap penalty risolta solo in tribunale. Da un certo punto di vista il 2023 di Marc inizierà domani.
"Sono felice di essere qui di nuovo - ha iniziato Marquez - ma non posso aspettarmi troppo da questo fine settimana. Non guido nessuna moto da oltre un mese, passo dopo passo cercherò di tornare su un buon ritmo, sarà questo il mio obiettivo in questo weekend. Poi cercherò nelle prossime settimane di ricostruire le mie condizioni fisiche al meglio, perché come sapete ho avuto un infortunio alla mano e quando succede è difficile pensare di potersi allenarsi bene in palestra per tentare di tenere la stessa condizione atletica di Portimao. Ma in ogni caso cercherò anche di lavorare per la mia squadra, per la Honda, perché ho perso anche il test a Jerez che era molto importante. Cercherò di provare alcune cose qui e per nostra sfortuna sembra che le condizioni meteo qui non siano perfette. Cercherò di fare il massimo per finire al meglio il fine settimana di gara".
Avevi iniziato bene la stagione, ora dove pensi di essere?
"Lo scorso inverno era stato il primo da tanti anni senza problemi fisici per me. Mi ero preparato bene, mi sentivo davvero molto bene. Avevo sofferto nei test, nelle prove libere. Ma poi quando è arrivato il momento di fare le qualifiche ero davanti ed anche nella Sprint Race ero lì, ora sono in una situazione diversa. Anche in gara mi sentivo forte, ma sfortunatamente è successo quello che è successo e mi sono trovato di nuovo infortunato. Dal punto di vista mentale mi sono sentito pronto, non è mai facile quando capitano queste cose ma la cosa importante è mantenere la tua routine. Lavorare per tornare quanto prima e ritrovare il ritmo presto".
Almeno non dovrai scontare il doppio long lap penalty.
"Per me è normale. Quando ho ricevuto quella penalità, c’erano delle regole che adesso hanno cambiato. Quando sono andato dagli steward, non ho avuto nulla da obiettare sulla penalità, perché era stato un mio errore e basta. Era scritto che quella penalità sarebbe stata da scontare in Argentina, ma dopo due giorni qualcuno ha cambiato le carte in tavola. Non so chi l’abbia fatto, ma di certo non è stato un mio errore. Adesso sembra che abbiano cambiato le cose per il futuro, ma non credo sia la migliore soluzione perché cambiare quella regola, potrebbe cambiare qualcosa nell’approccio dei piloti. Io sarei potuto tornare in pista in gara a Jerez, scontare le penalità e poi fermarmi ai box. Questo è un qualcosa a cui si deve evitare e devono pensare ad un altro modo per risolvere la cosa".
Secondo te perché hanno precisato la penalità dopo due giorni dal tuo annuncio di mancare l'Argentina?
"Non lo so. Ho ricevuto la penalità come ho spiegato ed ero d’accordo. Ma c’era scritto che era per l’Argentina. Ho anche chiesto loro se fosse solamente per il GP di Argentina e mi hanno risposto di si. Dopo mi sono operato, ma poi hanno cambiato qualcosa. Per me la penalità maggiore è stata stare a casa per tre gare di fila e penso che sia stato il miglior modo per imparare qualcosa ed anche la peggiore penalità che possa capitare ad un atleta".
Ci spieghi perché pensi che il nuovo sistema possa non funzionare?
"Ho letto che vogliono far scontare una penalità del genere nel primo GP che un pilota decide di correre. Ma si possono creare situazioni strane: rientrare solo per scontarla e poi fermarsi al box. Mi sembra che anche Marini in Moto2 abbia fatto un qualcosa del genere, ma è normale. Secondo me così si forzano i piloti a tornare prima e si crea una cattiva immagine. Perché magari qualche pilota farà la penalità e poi si fermerà ai box. Devono trovare un sistema diverso, non sono il capo della FIM. E’ lui quello che deve sistemare tutto".
Domani pensi di provare il telaio Kalex?
"Si, dovrò provarlo e sono d’accordo. Avrei dovuto provarlo a Jerez ovviamente e già so che questo non è di certo il miglior modo per ottenere un buon risultato nel GP, perché quando provi tante cose diverse ti perdi. Ma dobbiamo farlo, perché dopo avremo uno stop di tre settimane in cui gli ingegneri potranno lavoraree quindi lo proverò già domani in FP1 se il meteo sarà buono".
Hai parlato con Bradl del nuovo telaio?
"Con lui e con Mir, ogni pilota ha la sua sensazione, ma a me non interessa tanto quello che uno sente quanto se è più veloce. Se i tempi migliorano allora lo userò, altrimenti no".
Honda sta facendo quello che avevi chiesto?
"Sta reagendo, sta portando delle novità, come nei test di Jerez. Alcune hanno funzionato, altre no, ma è normale. Abbiamo visto che in circuito favorevole, come Austin, Rins ha fatto un bel risultato, dobbiamo continuare a lavorare tutti insieme per migliorare in vista del 2024".
Lorenzo ha detto che tu sei un pilota che non ha mai paura. Pensi sia così?
"Non mi sento uno che prova paura, ma in generale questo è un qualcosa che può rappresentare un punto forte come uno debole. Penso che serva esperienza, perché in alcuni momenti, come adesso in questo ritorno, ho cercato di sfruttare l’esperienza fatta quando mi sono fatto male al braccio. Non per essere più conservativo o per avere una mentalità diversa. Ho avuto tre equipe mediche che mi hanno seguito, ho sempre confrontato i pareri di tutti. Ma la mia mentalità, il mio DNA restano sempre gli stessi. Se corro qui, lo faccio per attaccare e non per difendere".
Non ti converrebbe lavorare sulla moto?
"Logicamente sì, soprattutto questo fine di settimana. Però cercherò anche di ottenere il massimo, una cosa non esclude l'altra. Come si è visto a Jerez, tutti i piloti Honda hanno sofferto, quindi dobbiamo continuare a lavorare. Però vogliamo tutti vincere, se Mir è caduto 4 volte in un fine di settimana è perché vuole vincere".
Pensi che qualche pilota avrà da ridire sul fatto che tu non debba scontare la penalità?
"Non credo. Nessuno ne può parlare troppo. In generale quando parli troppo di quello che succede ad un altro pilota, poi ti capita lo stesso nel GP successivo. Noi guidiamo al limite, commettiamo degli errori e qualche volta sei solo, in altre sei con altri piloti. Ci sono differenti situazioni che affrontiamo sempre e quando corri al top per 15 anni già sai che certe cosepossono succedere. Nessuno vuole cadere, nessuno vuole farsi male. Ma a volte non scegliamo noi cosa succede. Per quanto riguarda la penalità, io l’ho già scontata. Era in Argentina, come scritto su carta. Adesso cambierà tutto, ma all’epoca era questa la regola".
Non credi che qualcuno aspettasse l'occasione per attaccarti?
"È facile farlo quando qualcuno è in difficoltà, bisogna accettarlo. A me non importa, nella mia carriera ne ho viste di tutti i colori. L'ho imparato in Moto2, a Jerez Cluzel mi aveva buttato per terra, ero arrabbiato, ma ai box mi avevano detto di non dire nulla, perché sarebbe potuto succedere anche a me. Infatti, nel GP successivo, buttati a terra Redding. Le gare sono così: nessuno vuole cadere, infortunarsi, commettere errori, ma succede. Nelle prime gare di quest'anno è accaduto di tutto, ma nessuno ha fatto qualcosa intenzionalmente".