Parliamoci chiaro, senza fare troppi giri di parole. Axel Bassani e Michael Rinaldi non si piacciono e forse, sottolineiamo forse, non si sono nemmeno mai piaciuti. In merito al rapporto tra i due, ci ha pensato lo stesso Johnny Rea ad anticipare la cosa lo scorso anno, al termine della gara di Most, quando disse a Bassani con fare scherzoso: “Tu e Rinaldi non vi state simpatici, eh?”.
Il motivo è molto semplice: Rinaldi sa che Bassani è un pretendente alla sua sella ufficiale. Lo è stato lo scorso anno, quando Michael è riuscito a conservare il posto, strappando il rinnovo da ufficiale con una motivazione all’insegna della stabilità da parte del team Aruba.
La cosa non è per niente andata giù ad Axel e per certi versi possiamo capirlo. Dopo una stagione in cui si è rivelato miglior indipendente, il pilota Motocorsa sperava in una promozione, invece Rinaldi ha mantenuto il proprio posto. Se fossimo stati in MotoGP, molto probabilmente uno come Gigi Dall’Igna non avrebbe rinnovato il contratto a un pilota che dal proprio compagno ha accusato 300 punti senza nemmeno portare a casa una vittoria. Miller, giusto per fare un esempio, è stato fatto fuori con dei successi, idem Petrucci l’anno prima.
Sta di fatto che tornati al via di questa nuova stagione ci siamo ritrovati nuovamente punto a capo: Rinaldi chiamato a mantenere il suo posto e Axel intenzionato fortemente a volerglielo strappare. A Mandalika è stata una questione di centimetri che non ci fosse lo strike in Gara 1. La cosa è stata soltanto rimandata a Gara 1 a Barcellona, quando tutti noi sappiamo come è finita: Michael che entra di forza alla curva 3 e Axel che gli risponde alla 10 col romagnolo che va a terra. Domanda: se al posto di uno di loro ci fosse stato un Oettl o un Petrucci sarebbe andata diversamente? Questo non lo sappiamo.
La cosa che sappiamo è che nel post gara sia Axel che Michael hanno perso la grande occasione per incontrarsi l’uno con l’altro e chiarirsi. Bastavano due parole, una stretta di mano, risolta lì, invece nulla di che. Entrambi ancorati sulle proprie posizioni con Rinaldi che punta il dito contro Axel, facendo leva sul fatto di essere pilota ufficiale mentre lui indipendente e al tempo stesso Bassani che non ha la minima intenzione di fare mezzo passo verso il suo avversario per cercare un semplice approccio o una parola, nonostante in sala stampa fossero separati da pochi metri.
Peccato, davvero peccato, perché lo sport deve essere esempio e non solo superamento dei limiti, ma soprattutto l’occasione per migliorarsi a vicenda e riconoscere nell’altro il merito altrui. A tal proposito ci piace ricordare i 3000 siepi di Helsinki, quando Panetta aiutò Lambruschini a rialzarsi, perché Francesco non vedeva in Alessandro un uomo in meno, ma l’uomo a terra. Ecco, l'uomo a terra!
Ad Axel e Michael consigliamo vivamente questa sera, prima di andare a letto, di rivedere quel momento di sport e vita prima di ritrovarsi nuovamente in pista domani mattina per la Superpole Race.