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SBK, Lavilla: “Le critiche per il taglio dei giri sono senza senso, Ducati già sapeva”

ESCLUSIVA - Parla il direttore della SBK: “È stata semplicemente applicata la regola. Serafino Foti non è il mio interlocutore, lo è la Ducati! Non sono certo 250 giri a penalizzare la Panigale e già si è visto nel 2019. In SuperSport però non vedo critiche e nemmeno quando è stata castrata la Kawasaki. Come mai?"

SBK: Lavilla: “Le critiche per il taglio dei giri sono senza senso, Ducati già sapeva”

Uno dei temi che ha accompagnato il weekend di Barcellona è il taglio dei giri motore. Alla Panigale ne sono stati castrati 250, mentre la Kawasaki ne ha ricevuti 250 in aggiunta. In merito alla questione, ai team Ducati non è per niente andata giù questa scelta. Ne abbiamo parlato con Serafino Foti e Marco Barnabò, i quali hanno utilizzato parole chiare e trasparenti sulla vicenda.

Al tempo stesso è arrivata la risposta di Gregorio Lavilla, ovvero il direttore del circus delle derivate.

“Solitamente quando nessuno è contento sono tutti contenti – ha esordito ironizzando Gregorio – c’è sicuramente una complessità nel trovare una soluzione che possa fare tutti contenti, dato che ogni realtà ha una storia diversa dall’altra in base alla propria filosofia e ai rispettivi investimenti. Ovviamente posso comprendere che ci sia qualcuno dispiaciuto, ma non è con questo atteggiamento che si crea un dialogo costruttivo”.  

Gregorio, in merito al taglio dei giri, c’è grande disappunto da parte di Ducati, dato che Serafino Foti e Marco Barnabò non sono d’accordo.
“Nonostante il rispetto che nutro nei suoi confronti, il mio interlocutore non è il signor Serafino Foti, ma Ducati, riferendomi ovviamente ai suoi rappresentanti, ovvero Dall'Igna e Zambenedetti. Quello che lui dice non fa del bene al Campionato. In SuperSport però non vedo critiche, eppure la Ducati vince lo stesso e non ci sono limitazioni. Come mai? La questione è molto semplice e ve lo spiego”.

Certo.
“Il taglio dei giri era già previsto e lo si sapeva, perché è scritto nel regolamento. Mi sorprende il fatto che una Casa non sappia del taglio dopo tutti gli incontri fatti nella passata stagione. Detto ciò alla Ducati sono stati tolti 250 giri e sono dell’idea che questo intervento non abbia un effetto così devastante.  250 giri in meno hanno un effetto praticamente nullo e la dimostrazione è data dal 2019”.

A parte la Ducati di Alvaro, tutte le altre però sono costrette a rincorrere.
“L’analisi è fatta sui giri di tutti i piloti in ogni settore della pista. C’è un calcolo algoritmico e alla fine tutto ciò è stato semplicemente rispettato. Lo scorso anno il calcolo algoritmico non prevedeva alcun taglio, infatti nessuno è intervenuto per castrare. Adesso invece parà ci sia una differenza in termini di prestazione tra le Ducati e le moto delle altre Case. Oltre a Bautista, Bassani e Rinaldi sono quasi sempre a ridosso del podio, Petrucci è stato best indipendent a Mandalika mentre non mi pare sia la stessa cosa per le Kawasaki oppure BMW o Honda”.

Uno dei punti è la comunicazione troppo tardiva del taglio. Barnabò, ad esempio, lamenta di aver buttato via 20 mila euro per i test svolti qua a Barcellona lo scorso mese.   
“Se Barni mi viene a dire di aver buttato via 20 mila euro per 250 giri in meno, penso che stiamo andando fuori dal contesto. Non è quello a farti stravolgere il potenziale della moto. Ripeto: sono stati tolti 250 giri, non 1000. Mi dispiace sentire queste accuse, dato che sono sempre il primo a mettermi a disposizione e ad ascoltare le proposte altrui, ma così non stiamo certamente andando nella direzione giusta. Concludo dicendo che sono curioso di vedere dove sarà questo weekend la Ducati in classifica. E un’altra cosa: quando in passato vennero tolti i giri alla Kawasaki, non mi pare che le altre squadre vennero a protestare per aver castrato la Kawasaki. Sbaglio?”.

Gregorio, pensi che l’attuale regolamento sia da rivedere? La domanda sorge spontanea, perché così facendo non si arriverà mai a trovare un punto di unione.
“Io sono ben disposto ad apportare eventuali modifiche, ma ci vuole un’unione di intenti. E aggiungo: non è giusto che prima venga votato un determinato regolamento e dopo questo venga contestato da chi in precedenza lo ha sostenuto”.

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