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MotoGP, Guidotti: "KTM non vuole essere l'anti-Ducati, vuole essere l'anti-tutti"

"Pedrosa vuole fare una wild card anche a Misano. Essere battuti da Bagnaia fa meno male, ero stato il primo a scommettere su di lui. Quartararo vuole una moto come la nostra? Un pilota che ha fatto certi risultati non dovrebbe parlare delle moto degli altri "

MotoGP: Guidotti:

Due vittorie nelle sprint race, tre podi per Binder e due per Miller, il 2023 sorrise decisamente a KTM. La Casa austriaca sembra essere sulla strada giusta per puntate in alto, per lottare contro la Ducati. È quello che ha detto Jerez. Francesco Guidotti, al suo secondo anno con la divisa arancione, non può essere che contento.

A Jerez non ci è mancato niente, vediamo se andremo avanti così - sorride sornione - È stato un inizio di stagione assolutamente positivo, al di là della doppia caduta ad Austin, ma le condizioni erano abbastanza al limite e avevano sbagliato in tanti. In Spagna abbiamo avuto un fine settimana speciale”.

Vi siete stupiti anche voi?
È stato molto più positivo di quello che ci aspettavamo. Eravamo abbastanza convinti di essere sulla strada giusta, ma pensavamo che risultati così eclatanti li avremmo potuti raggiungere più avanti nella stagione. Sono arrivati presto, ben venga, ma bisogna considerare anche assenze importanti: Quartararo è stato penalizzato con un Long Lap, Marquez e Bastianini non c’erano. Al di là della posizione, avere combattuto fino alla fine in tutte e due le gare ed essere partiti con tre piloti nelle prime due fili sono segnali forti”.

Sia Binder sia Miller sono competitivi, quando è importante avere una moto che va bene con tutti?
Mi aspettavo che Jack ci prendesse la mano un po’ più avanti, dopo 5 anni di Ducati non credevo che raggiungesse sensazioni del genere fin dalla prima gara, a Portimao si era giocato il podio nella sprint. Miller è stata una bella sorpresa e ha contribuito a fare crescere la moto”.

Cosa è cambiato nell’inverno rispetto al passato?
C’è stato un cambio di passo notevole. Mi ricordo che lo scorso anno, appena arrivato, nei test di Sepang eravamo un po’ in balia delle onde, non c’era una direzione tecnica precisa. Avevamo fatto una cernita del materiale della stagione precedente, ma c’era poco o niente. Quest’anno, invece, abbiamo fatto un lavoro di sviluppo importante, avevamo novità di tutti i tipi, di motore, telaio, elettronica, aerodinamica. Durante l’inverno è stato fatto tantissimo in tutti i reparti, la differenza è stata sostanziale sia per qualità che qualità. Direi che il reparto corse ha metabolizzato gli errori fatti negli ultimi anni e ha reagito in maniera decisa e perentoria”.

Poi avete Pedrosa, Binder e Miller lo hanno definito “il miglior collaudatore che potremmo avere”. La sua presenza a Jerez gli ha motivati?
Venerdì mattina ha svegliato un po’ tutti (ride). Conosciamo Dani, non deve dimostrare nulla, quello che ha fatto vedere nella sua carriera è più che sufficiente. Sta lavorando veramente sodo allo sviluppo, si è messo a disposizione dell’azienda e non è scontato per un pilota del suo calibro avere quell’umiltà, calarsi nel suo ruolo di tester. Poi, tutto quello che dice, va trasformato e bisogna dare il merito agli ingegneri di averlo saputo fare. Però lui sa descrivere bene le sue sensazioni e fa capire quale direzione prendere”.

Dopo Jerez, a Pedrosa è venuta voglia di fare un’altra wild card quest’anno?
Nell’inverno ci eravamo messi d’accordo per farne una a Jerez e una Misano. In Spagna è andata bene perché siamo riusciti a prepararla nel modo giusto: Dani si è impegnato molto e noi lo abbiamo fatto preparare anche sul giro secco, una cosa che nei test non si fa mai, gli abbiamo messo a disposizione delle gomme per farlo. La prossima settimana avrà un test a Valencia, subito dopo ci aggiorneremo con lui ma già lunedì mi è sembrato che avesse voglia. Dipende se poi ci daranno l’autorizzazione, dipende quante richieste di wild card ci saranno”.

Altrimenti il Red Bull Ring sarebbe una possibilità?
No, perché è strategico fare le wild card sulle piste in cui c’è il test il lunedì. Ti permette di avere delle controprove importanti”.

Quartararo ha detto che il suo sogno è avere una moto che gli permetta di guidare come fa Binder sulla KTM, soprattutto quando segue gli altri piloti.
Non lo avevo sentito. Mi suona strano che un pilota che un pilota che negli ultimi due anni è stato primo e secondo in campionato possa fare commenti di questo tipo su altre moto. I piloti a volte dovrebbero essere, a volte, un po’ più razionali. Non si può avere sempre quello ci piace, sembra che quando vincono a vincere solo loro e che quando perdono a perdere è la moto. Un pilota che ha fatto quei risultati, non dovrebbe parlare delle moto degli altri”.

Siete pronti a prendere l’etichetta di anti-Ducati?
Noi siamo pronti perché, quando vuoi vincere il campionato, l’obiettivo è quello di mettere dietro tutti, indipendentemente dalla marca. Essere gli anti-Ducati? Magari, ma vorremmo essere l’anti-tutti, mi suona meglio (ride). Non corriamo solo contro un costruttore”.

Qual è la sensazione di essere battuti da Bagnaia, un pilota che hai contribuito a fare crescere?
Fa meno male (ride). Avevo scommesso su Pecco per primo, aveo spinto Ducati per prenderlo quando non aveva vinto ancora una gara in Moto2, mi sento di averla vinta. Ci ha messo 3 anni a vincere una gara in MotoGP, ma sono sempre stato convinto che quando l’avrebbe fatto non si sarebbe più fermato. È testardo, una caratteristica che lo ha rallentato all’inizio ma che lo aiuta nei momenti difficili a tenere botta. Come ha fatto l’anno scorso quando ha recuperato 91 punti e come ha fatto domenica quando poteva accontentarsi dopo due zeri consecutivi. È uno tosto e molto veloce, sabato è stata una bella soddisfazione riuscire a batterlo, domenica si è meritato la vittoria”.

C’è chi pensa che a Jerez siate stati avvantaggiati da tanti test, Le Mans rappresenterà la prova del nove?
Tutte le gare lo saranno perché la moto è molto diversa da quella dell’anno scorso e i riferimenti che abbiamo lasciano un po’ il tempo che trovano. A Jerez aveva provato Dani, ma lui usa un assetto che non ha niente a che vedere con quello dei piloti ufficiali. Se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, sembra che la moto vada forte con diversi stili di guida. Domenica sera, ho detto che le prossime due gare ci aiuteranno a capire molto sull’aspetto tecnico e vedremo una classifica più chiara, potremo essere più consapevoli”.


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