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La parola d’ordine è riscatto, perché a Barcellona Michael Rinaldi è chiamato a invertire la rotta dopo un avvio di stagione con il freno a mano tirato. In classifica è fuori dalla top five e dalla vetta lamenta 120 lunghezze dal proprio compagno di squadra.
Alla vigilia del round di Barcellona, il portacolori Aruba ci ha voluto concedere questa intervista per fare il punto della situazione.
“Speravo di arrivare qua con qualche punto in più, soprattutto di raccogliere di più in occasione del weekend di Assen - ha esordito - penso però sia stato fatto un passo avanti incredibile rispetto al 2022. Quello dell’Olanda è stato un fine settimana da dimenticare, perché ho dovuto fare i conti con diversi problemi, che purtroppo mi sono costati cari. In Campionato sono a tanti punti da Alvaro, ma non sono preoccupato”.
Pensi sia necessario fare uno switch rispetto all’inizio di stagione?
“No, non credo sia necessario fare alcuno switch. Penso che in ogni pista ho il potenziale per stare davanti. Devo solo allineare tutto ciò che mi serve per trovare la giusta competitività su ogni tracciato”.
Durante l’inverno hai stravolto la tua preparazione. Quanto ti pesa dover rincorrere?
“Non mi girano le balle. L’allenamento fisico e mentale non dà i suoi frutti nell’immediato, ma ci vuole del tempo. Un esempio è Alvaro, quando nel 2019 cadeva molto. Alla fine fa parte del processo sbagliare e crescere”.
Rimpianti?
“L’errore che mi sta più sulle balle è Gara 1 a Mandalika. Lì ho perso la top five. A questo aggiungo poi Gara 2 a Mandalika, dove è stata esposta la bandiera rossa. Probabilmente quella gara l’avrei portata a casa”.
Pensi sia possibile arrivare al livello di Alvaro con questa Panigale oppure no?
“Nessun pilota la sfrutta come lui, dato che la interpreta veramente bene. Quando i piloti hanno a disposizione un buon mezzo possono giocarsi le gare. Alla fine la differenza la fa lui e basta vedere Petrux, ricordando quanto fatto ai tempi della MotoGP. Il fatto à che la SBK è arrivata a un livello altissimo”.
Parliamo del rinnovo: Aruba vuole la top 3 per riconfermarti. Pensi sia un obiettivo alla portata?
“Se pensassi di non arrivare tra i primi tre non sarei qua. So bene che un pilota di un team ufficiale è soggetto al dovere di fare risultato. Io in primis voglio fare risultato perché il mio obiettivo è quello di lottare per il titolo. Ci sono ancora tante gare da disputare ed è presto per parlare di mercato”.
Pensi che questo rinnovo dipenda solo da te?
“Il destino è nelle mie mani come sempre. Non mi butto giù e questo weekend punto al massimo risultato in tutte e tre le gare”.
Ti hanno ferito alcune critiche dopo Assen.
“A dir la verità non le ho lette le critiche. Sono infatti sincero nel dire che non so cosa abbia commentato la gente”.
Allo stato attuale pensi di meritare il rinnovo?
“No comment”.
Quanto è grande il peso di un compagno come Bautista?
“Nessun peso, perché è un pilota dal quale posso solo prendere spunto, sia a livello tecnico che umano. Questa apertura mentale mi ha consentito un’apertura mentale, dato che mi dimostra ciò che la moto può fare”.
Non pensi sia stato un errore dire prima del via del Campionato: “Punto al Mondiale”?
“No, non è stato un errore. Quando dico una cosa è perché la penso e non è in funzione di un commento altrui. Dopo i test invernali pensavo di poter stare davanti e tutt’ora ho il potenziale per rimanere davanti, nonostante Alvaro sia in grandissima forma”.
Bulega vuole la tua sella e anche Bassani. Ti preoccupano?
“Nicolò fa bene a puntare alla mia sella. Se vince il titolo è giusto che salga di categoria. Aegerter ha vinto due Mondiale, ma non è andato nel team ufficiale”.
In caso di mancata riconferma ti dispiacerebbe di più perdere il posto a favore di Axel o Nicolò?
“Il rinnovo con Ducati dipende solo da me”
