Neanche il tempo di festeggiare a dovere il rinnovo di Alvaro Bautista, che sul team Aruba.it Racing Ducati si è abbattuta la spada di Damocle del bilanciamento delle prestazioni. Un taglio netto di 250 giri-motore della Panigale V4R, a cui fa seguito un’aggiunta alla Kawasaki di altrettanti 250 giri, con le concessioni.
“L’ho saputo stamattina e mi sembra strano che, nello stesso giorno, si penalizzi da una parte e aumenti dall’altra. A livello di regolamento è tutto corretto, ma a mio parere non lo è il modo in cui lo stanno applicando” ha ammesso ai nostri microfoni il team manager Ducati-Aruba, Serafino Foti. Una penalizzazione accolta con perplessità e disappunto dagli uomini di Borgo Panigale, come ci ha spiegato il manager.
“Sul regolamento c’è scritto che si possono incrementare o diminuire le performance con i giri motore e noi lo rispettiamo, ma non siamo d’accordo per il modo in cui viene calcolato e applicato questo bilanciamento, perché in questo momento è tutto puntato solo su Alvaro. È stato penalizzato perché è lui che sta performando, ma allo stesso tempo sono stati penalizzati anche tutti gli altri piloti che corrono con la Ducati, che stanno già facendo fatica - ha osservato Serafino - In più, questo è uno dei campionati top insieme alla MotoGP, dove sono impegnati team che investono molto denaro e Case costruttrici che investono sul know-how e non troviamo assolutamente corretto che non venga premiato chi, in questo caso, investe sullo sviluppo. Ducati fa le corse per promuovere i propri prodotti, perché ci tiene a essere leader del mercato. Ha i migliori ingegneri, sviluppa le moto in maniera incredibile, investendo dei soldi per farlo, e alla fine non serve a niente, perché quando arrivi a un certo livello vieni penalizzato. Chi vince va premiato non penalizzato, perché altrimenti è facile: se non sei competitivo non fai niente, tanto poi qualcuno ti aiuterà con il bilanciamento. Questo va contro lo spirito della competizione, che per me è una competizione a tutti gli effetti, tra i piloti, i team e le Case costruttrici. Una vera competizione in cui vince il più bravo”.
Misure che non sono state intraprese negli anni del dominio della Kawasaki, che ha conquistato sei titoli consecutivi tra il 2015 e il 2020.
“Hanno vinto sei campionati meritatamente, perché sono stati più bravi, ma come mai non c’era tutto questo quando per sei anni di fila ha vinto Jonathan Rea, con 150 punti di vantaggio, e noi avevamo il nostro V2 che faceva fatica sul dritto? - ha puntualizzato Foti - Rispettiamo il regolamento, ma non condividiamo questa penalizzazione. Già nel 2019 ci sono stati tolti 250 giri, oggi ce ne hanno tolti altri 250: siamo gli unici a cui hanno sempre tolto e mai dato. In più, con il regime attuale siamo a 15.850 giri, il che significa che siamo a 650 giri in meno della moto stradale, che gira a 16.500 giri in sesta marcia e chiunque può comprare dal concessionario. Questo mi sembra assurdo”.
Una penalità che ha rovinato l’umore degli uomini in Rosso e che, secondo il manager, non andrà a incidere soltanto sulle performance di Bautista, ma su tutto il lavoro svolto dal team di Borgo Panigale.
“Bautista ci è rimasto un po’ male. Sembra tutto mirato verso di lui, che ha trovato un feeling incredibile con la moto. Si sta divertendo, ha appena rinnovato, e subito gli è arrivata questa mazzata. A Bologna sono tutti allineati e anche loro rispettano il regolamento, ma non sono d’accordo con la decisione che è stata presa - ha affermato Serafino - Poi, un altro aspetto importante, è che vengono fatti tutti i calcoli per il bilanciamento, ma noi abbiamo fatto un cambio per un regime di giri e questo ci manderà in crisi con i rapporti del cambio, perché ci sono curve, soprattutto in quelle lente, dove non puoi far nulla per andare in contro a questo problema dei giri, perché ti tolgono il regime di utilizzo. Non è tanto per la performance, ma per il fatto che questi movimenti non andrebbero comunicati il giorno prima di una gara, quando hai già fatto tutto e omologato un cambio, perché potresti avere delle difficoltà. È questo che non condividiamo: se ci fossero state tutte le Ducati lì davanti avrebbe avuto un senso, anche se non ha senso il fatto che chi è bravo va premiato, non penalizzato. Altrimenti non serve a niente essere bravi”.