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MotoGP, Lorenzo: “Un azzardo lasciare la Yamaha per Ducati, ma credevo in Dall’Igna”

“La Ducati è diventa una delle migliori moto in griglia. Sapevo che Gigi ce l’avrebbe fatta. A Iwata non hanno mai avuto il motore migliore, ma sembrano aver perso la strada e i punti di forza. Io avrei potuto aiutarli”

MotoGP: Lorenzo: “Un azzardo lasciare la Yamaha per Ducati, ma credevo in Dall’Igna”

Dopo i primi quattro appuntamenti dell’anno, è la Ducati a guardare tutti dall’alto in basso delle classifiche di campionato. Prima nel Mondiale Piloti con Francesco Bagnaia, che è tornato in vetta scavalcando Marco Bezzecchi, la Casa di Borgo Panigale domina la classifica Costruttori con 137 punti e 56 lunghezze di vantaggio sulla KTM, svettando anche nella graduatoria a squadre, dove il Team Mooney VR46 è riuscito a mantenere la leadership con 2 punti di margine sull’arrembante squadra factory della KTM.

Un’egemonia che non stupisce il cinque volte iridato Jorge Lorenzo, come ha ammesso lui stesso in una chiacchierata con MotoGP.com, in cui ha spiegato le motivazioni che lo hanno portato a sposare il progetto Ducati nel 2017, dopo nove stagioni, e tre Mondiali, in MotoGP con la Yamaha.

Credo che in generale la Ducati abbia fatto un ottimo lavoro negli ultimi 5-7 anni, rendendo la moto una delle migliori in griglia. Hanno molte moto, diversi team e tanti piloti giovani e molto talentuosi. Otto concorrenti che possono salire sul podio, ottenere delle pole position e vincere delle gare e ciò rende molto difficile per gli altri costruttori lottare con loro”, ha analizzato il 36enne.

Cartina tornasole dei progressi della Casa italiana è l’exploit del team Mooney, che ha già ottenuto quattro podi e una vittoria in questi primi quattro appuntamenti dell’anno.

Il team VR46 è una squadra molto forte, con una moto che è praticamente la stessa del team ufficiale. Nessuno si sarebbe aspettato che Bezzecchi si trovasse in testa al campionato e anche Luca Marini non è così distante. Valentino deve essere molto contento ha chiosato Lorenzo, spiegando poi le ragioni che sette anni fa lo hanno spinto a dare fiducia agli uomini in Rosso: “Ho fatto una scommessa molto azzardata all’epoca, passando dalla Yamaha - con cui stavo vincendo molto e che storicamente è sempre stata una delle migliori squadre del Mondo insieme alla Honda - alla Ducati, che aveva vinto soltanto nel 2007 con Stoner. Però sapevo che Gigi Dall’Igna sarebbe riuscito a farcela ed è per questo che ho fatto questa scommessa - ha chiosato il maiorchino - Dall’Igna ha sempre coronato i suoi sogni, portando a compimento ogni obiettivo e ogni cosa che ha iniziato e ha fatto lo stesso con la Ducati. Più o meno sapevo che sarebbe successo ed è un gran peccato che non sia successo quando ero lì. A volte è così che vanno le cose”.

L’opinione di Lorenzo sulla crisi Yamaha

Un momento, quello vissuto della Ducati, diametralmente opposto a quello che sta attraversando la Yamaha, fanalino di coda del Mondiale Costruttori, con 49 punti, un podio e nessuna vittoria. Tanti i problemi e le difficoltà che sta fronteggiando la Casa di Iwata, a cominciare dalle carenze motoristiche della M1.

La Yamaha non ha mai avuto il motore migliore o il più potente. Mai nella sua storia, anche perché il modo in cui è costruito non è l’ideale per avere la massima potenza. Questo però dà alla moto delle buone caratteristiche, come ad esempio più stabilità e agilità in curva, che la rendono più semplice per il pilota - ha osservato Lorenzo - Nell’ultimo paio d’anni, sembra che abbiano un po’ perso i loro punti di forza, senza però ottenere dal motore la potenza e l’accelerazione di cui avevano bisogno”. 

Una situazione che rammarica Jorge, convinto di avere molto più di Cal Crutchlow da offrire alla fabbrica giapponese.
 
Quella attuale è una moto che non ha più i punti di forza che aveva prima. Non dico sia terribile, perché sono sicuro sia abbastanza competitiva, ma non a sufficienza per lottare per il titolo. In particolar modo contro Pecco Bagnaia, e altri sette piloti Ducati, e altri nuovi marchi forti, come KTM e Aprilia. Sembra che abbiano un po’ perso la via ed è un peccato, perché io conosco bene la moto e credo che, in qualità di tester, avrei potuto aiutarli a trovare la direzione in cui indirizzare lo sviluppo - ha sentenziato lo spagnolo - Adesso però hanno un altro collaudatore e dall’esterno sembra che si siano un po’ smarriti. Speriamo che ritrovino la strada in futuro, così come la Honda”.

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