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MotoGP, Gran Premio di Jerez: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Gli Steward sbagliano ancora, Bagnaia invece no. Binder e Miller portano il drifting in MotoGP. Pedrosa si gode lo spettacolo, da molto vicino

MotoGP: Gran Premio di Jerez: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Rosso e arancione, una spremuta di colori, di moto, di emozioni sopra l’asfalto di Jerez. Bagnaia che supera i problemi tecnici, le decisioni fantasiose degli Steward, i suoi avversari e torna a essere numero 1, di nome e di fatto. Binder e Miller che guidano come fossero in una gara di drifting e non vogliono mai scendere dal podio. 

Tre piloti così bastano per tutto lo spettacolo che serve, altro che sprint race e carrozzoni mediatici. Gas e gomme bruciate, come ai bei tempi. Quelli di Dani Pedrosa, che infatti era lì a godersi lo spettacolo e anche da vicino.

Gare così non possono rovinarle nemmeno gli Steward, per quanto impegno ci mettano.

IL BELLO – Mancava solo Stoner, poi la rimpatriata dei Magnifici 4 sarebbe stata completa. Una cena sarebbe stata scontata, così Valentino era Jerez da proprietario di team e mentore di una fetta dello schieramento della MotoGP, Lorenzo era impegnata nelle interviste, mentre Pedrosa ancora in pista. Siccome il talento non ha data di scadenza, Dani ha regalato un po’ di spettacolo ai vecchi rivali e ha fatto venire a tutti la voglia di rivederlo presto in gara.

IL BRUTTO – Nel posto sbagliato al momento sbagliato, c’è sempre e comunque Miguel Oliveira. Sembra che giri su un bersaglio sulla tuta e, una volta l’uno uno volta l’altro, c’è qualcuno che va a segno contro di lui. La sua Aprilia è rimasta nel box già troppe volte quest’anno, non possiamo che fargli i migliori auguri per vederlo sempre in pista.

IL CATTIVO – Quando correva Freddie Spencer era soprannominato ‘Fast’, ora che siede nella stanza dei bottoni ha guadagnato molti epiteti che non possiamo riportare. Perché lui e i suoi Steward quei pulsanti li schiacciano a caso e quasi mai spingono quelli giusti. Al peggio non c’è limite e i piloti si stanno arrabbiando. Era ora.

LA DELUSIONE – Mentre si discute su chi sia l’erede di Valentino, bisogna preoccuparsi di trovare quello di Bagnaia. La giovane Italia della Moto3 offre ben poche soddisfazioni, con Fenati migliore dei nostri sotto la bandiera a scacchi di Jerez. Non certo un pilota di primo pelo, gli altri dove sono?

LA CONFERMA – Numeri da numero 1, quelli di Bagnaia, naturalmente. Pecco è tornato a fare il Pecco, il che significa vincere. Non una passeggiata, ma una scalata prima nel box (per sistemare la sua Ducati) e poi in pista (contro le KTM). Quando ha raggiunto la vetta ha respirato a pieni polmoni e piantato la sua bandierina. Dall’alto il panorama è migliore rispetto a quando si è stesi sulla ghiaia.

L’ERRORE – Qui servirebbe il plurale perché Joan Mir ne sta collezionando diversi. Che lui e la Honda non si stiano capendo è chiaro, mai un guizzo e tante cadute. La situazione tecnica non è delle migliori, ma non vedere mai il traguardo non aiuta. 

LA SORPRESA – A volte ti dimentichi persino che corra, poi arriva il fine settimana giusto e si prende – con merito – i riflettori. Sam Lowes è così: tutto o niente. A Jerez è stata la volta del tutto.

IL SORPASSO – Bagnaia su Miller, ma non quello discusso della penalità. Semmai il decisivo, alla penultima curva, dove è difficile anche solo pensare di superare. Roba per palati fini.

LA CURIOSITA’ – Negli ultimi 30 Gran Premi Ducati ha sempre messo almeno una delle sue moto sul podio.

IO L’AVEVO DETTO –La KTM è una buona moto, ma le manca ancora qualcosa”: il nostro giudizio dopo i test invernali. Non ci avevamo visto giusto.

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