È stato un’altalena di emozioni il sabato a Jerez di Aleix Espargarò, che nel giro di qualche ora è passato dal brivido vissuto nelle FP3, quando è scivolato dopo aver quasi rischiato di investire un gatto, all’euforia per aver conquistato la pole position, con la pioggia, sul tracciato di casa. Finendo per chiudere la giornata con la delusione per la caduta, che ha messo fine anzitempo alla sua gara sprint.
“Ero molto contento per la pole. Quando ho visto la pioggia ho pensato che sarebbe andata come in Argentina, dove ero molto veloce sull’asciutto, ma non altrettanto competitivo sul bagnato. Ho perso un’opportunità lì e non ci credevo che stesse succedendo anche qui. È stato molto complicato perché non potevamo toccare i cordoli e la linea bianca e giravamo su dei tempi molto veloci. Non ho cambiato la gomma posteriore perché non c’era tempo, ho solo preso la moto delle FP3. Sono riuscito a fare un buon giro alla fine e non uccidere il gatto, quindi è stata una buona prima parte della giornata” ha chiosato Espargarò, raccontando le insidie della qualifica.
“Sfortunatamente nella sprint sono caduto. È difficile perché devi fare una partenza perfetta per essere davanti, altrimenti è molto complicato superare - ha spiegato il pilota spagnolo - Oggi la mia moto era fantastica, credo una delle migliori in pista, ma a me non riesce lo ‘stop & go’ che usano i ragazzi della KTM, che frenano forte, rialzano la moto e accelerano. Non è così che si guida l’Aprilia, ma disgraziatamente è questo il modo in cui si guida nella Sprint Race. Ho perso terreno alla partenza e poi sono caduto nel tentativo di recuperare, ma spero di poter partire meglio domani e lottare al vertice”.
Proprio le difficoltà in partenza sono state il fattore chiave della gara del pilota Aprilia, come ha raccontato lui stesso spiegando le cause della caduta in Curva 9, che ha messo fine alla sua corsa quando si trovava quinto dietro a Jorge Martin.
“Ho provato a fare del mio meglio alla partenza, ma i piloti della KTM hanno fatto un lavoro fantastico. Hanno un ottimo launch control e tanta coppia e sia Brad che Jack sono riusciti a partire benissimo e io non sono riuscito a fermarli. Ho recuperato qualche posizione, cercando di riavvicinarmi alle Ducati, ma poi ho perso l’anteriore - ha osservato - Non ho fatto niente di particolare, il mio passo non era particolarmente rapido. Si è trattato di una strana caduta, ma può succedere. Se sei troppo vicino ai piloti davanti a te un perdi un po’ di carico e commettere un piccolo errore è abbastanza per abbastanza per cadere, quando ci sono 55° C sull’asfalto. Spero di avere più fortuna domani”.
Dopo le prime quattro gare della stagione, solo Bagnaia e Binder sono riusciti a mettere le mani sulla vittoria della gara corta e il pilota Aprilia è convinto che non sia una coincidenza.
“Credo che il modo in cui guida Brad gli permetta di essere molto aggressivo e di spremere le gomme al massimo, senza dover pensare alla loro durata. È molto bravo in questo, quindi non ci è riuscito per una questione di fortuna o per una coincidenza, mentre Pecco è il Campione del Mondo. Quindi, sono queste le due ragioni. Che mi piaccia o meno, il modo in cui guidiamo nella Sprint Race è completamente diverso da quello in cui si affronta il Gran Premio, quindi dobbiamo cercare di migliorare in Aprilia e adattarci” ha chiosato Aleix, entrando poi nel merito della questione.
“La nostra moto è a un livello altissimo, senza dubbio più alto dello scorso anno. Direi che è tra le miglior moto della griglia, ma non ci permette di guidare con uno stile ‘stop & go’, frenando e ripartendo, che è esattamente ciò che fa la KTM e ciò che ti serve per la Sprint Race, perché se non freni così forte ti passano e non puoi sorpassare nessuno. Va benissimo avere la moto che abbiamo, ma dobbiamo trovare il modo per adattarci maggiormente a questo formato - ha sottolineato - Io e Maverick abbiamo due modi di guidare molto diversi, però il risultato è lo stesso, perché devi comunque adattarti al DNA della moto, che vuole percorrenza, lasciare il freno e entrare forte in curva. È una moto veramente buona a far questo, però la Sprint Race non ti permette di farlo a volte e dobbiamo trovare una soluzione”.
Gara veloce che in questo inizio di stagione si è dimostrata più rischiosa sui tracciati stretti che su quelli spaziosi. Un dato che non preoccupa più di tanto il pilota Aprilia, convinto che sia la qualifica, più che il circuito, a fare la differenza.
“I tracciati stretti sono sempre difficili alla frenata della prima curva nei primi giri, non importa che si tratti della sprint o della gara lunga. Invece di incolpare la Sprint Race, o concentrarsi su di essa, è meglio pensare alla qualifica, perché se riesci a scattare dalla prima prima fila è tutto più semplice e riesci anche a tenerti lontano da eventuali problemi. Provare a essere competitivo in qualifica è proprio quello che sto cercando di fare, perché è molto importante per le gare”, ha spiegato il 33enne.
Nonostante la sua buona volontà, però, il catalano non è riuscito ad avere in questo inizio anno la stessa costanza di risultati che gli ha permesso di lottare per il Mondiale, quasi fino all’ultimo, nello scorso campionato.
“Sto provando a fare quello che ha fatto Pecco lo scorso anno - ha detto ridendo Aleix- È andata meglio a lui di quanto non sia andata a me, quindi sto cercando di copiarlo e tra un paio di gare spero di cominciare a vincere”.