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MotoGP, TGPOne Jerez: i dubbi di Marc Marquez (e di Bastianini)

Da Jerez, Paolo Scalera e Matteo Aglio commentano il giovedì di conferenze, tra ritorni attesi come quello di Enea Bastianini, e assenze dell'ultimo minuto, come quella di Marc Marquez, che ha voluto chiarire dubbi e ipotesi con una conferenza personale.

La conferenza stampa di Marc Marquez, anche a causa degli spostamenti di orario e di luogo - dalla sala stampa all’Hospitality Honda - aveva creato una falsa attesa nel paddock di Jerez, tanto da far credere a chi non era addentro alle segrete cose come addirittura il ritiro dell’otto volte campione del mondo.

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La realtà, ovviamente è stata completamente diversa: un semplice aggiornamento sulle sue condizioni fisiche. Marc ha dettagliato ben tre pareri medici che lo hanno sconsigliato di prendere parte ad un Gran Premio a cui teneva moltissimo, per non parlare del test di lunedì, importante per lo sviluppo della RC213-V.

Nessuna nuova buona nuova, dunque, visto che anche il prossimo Gran Premio, Le Mans, il 14 maggio, è in forse o meglio: non sicuro al 100%.

Marquez ha addirittura motivato come ‘rischio per la sua carriera’, non una sua eventuale caduta, bensì addirittura il semplice impegno in frenata del pollice destro.

Una affermazione che sinceramente ci ha sorpreso, pensando che arrivava dal pilota capace di risalire in sella con una placca di titanio a fissare l’omero destro nel Jerez 2 a pochi giorni dall’incidente nel Gran Premio.

Centoventuno cadute, dal 2013 allo sfortunato 19 luglio 2020, nel frattempo lievitate a 163, hanno evidentemente intaccato la fiducia di Marquez sulla sua invulnerabilità. E potrebbe essere un bene visto che con il doppio di gare - 40 nel calendario 2023 - per vincere il benedetto nono titolo mondiale basterebbe un campionato accorto e senza errori.

Errori poi che possono anche non dipendere dalla propria guida, come è stato il caso di Enea Bastianini, rientrante a Jerez dopo l’incolpevole incidente con Luca Marini a Portimao.

La Bestia sarà in sella domani, ma non al cento per cento della forma, come ha detto lui stesso. Sono proprio passati i tempi in cui il dottor Costa imponeva le mani ed i piloti gareggiavano con fratture fresche. Forse è un bene, certo è che la MotoGP attuale, ciòè i suoi team, devono pensare a dotarsi di una panchina lunga, come le migliori squadre di club.


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