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Pedrosa: “Il nuovo format della MotoGP? Bello, ma un po’ troppo estremo”

A Jerez, i collaudatore della KTM svela le motivazioni dieltro alla sua wildcard: “Gli spettatori vogliono cose che richiedano poca attenzione, ma l’approccio al weekend è diventato molto aggressivo ed è difficile da simulare durante i test, con un numero limitato di gomme a disposizione”

MotoGP: Pedrosa: “Il nuovo format della MotoGP? Bello, ma un po’ troppo estremo”

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A quasi due anni dalla sua ultima apparizione in gara nel GP di Stiria del 2021, Dani Pedrosa è pronto a disputare una nuova wildcard con la KTM nel GP di Spagna. Una delle gare di casa del fantino di Sabadell, che è pronto a misurarsi con le insidie del nuovo programma del weekend di MotoGP, per toccare con mano le esigenze dei piloti della Casa di Mattighofen e far compiere un altro passo in avanti alla RC16. 

“Non vedo l’ora di disputare questo GP. È passato un po’ di tempo dalla mia ultima gara in Austria, quindi oggi vedrò di sistemare tuta, casco e tutto quanto e organizzare un piano con la squadra per programmare le sessioni e capire quali gomme usare. Dovremo anche coordinare il tutto con i meccanici, perché è una nuova esperienza anche per loro, visto che alcuni avevano lavorato con me due anni fa in Austria, mentre altri non c’erano, perché il personale lavora a rotazione. È una cosa nuova per tutti e cercheremo di avere tutto pronto per la partenza”, ha raccontato il Piccolo Samurai alla vigilia del weekend.

Come mai hai deciso di tornare?
“È una cosa che abbiamo concordato con lo staff tecnico, perché avevamo delle limitazioni con le gomme durante i test e volevamo anche provare il nuovo format del weekend, perché uno dei principali problemi che ho riscontrato trai test e le gare è che in gara usi principalmente pneumatici nuovi, mentre nei collaudi si usano quasi esclusivamente gomme usate. Questo incide sulla direzione dello sviluppo, perché non solo in gara, ma già dalle FP1, i piloti si concentrano sulla ricerca del tempo, mentre noi non lo possiamo fare durante le sessioni di test, anche per via delle diverse condizioni del tracciato. È un modo per avere dei feedback sul perché riceviamo determinati commenti dai piloti. C’è poi un aspetto legato all’aerodinamica, che è un punto chiave in questo momento, perché quando giri da solo non hai le stesse sensazioni che hanno i piloti in scia”.

Qual è l’impressione che ti sei fatto da fuori sul nuovo format?
“Guardandolo da fuori è figo, è bello vedere la gara sprint. Ad ogni modo, credo sia un po’ estremo il fatto che tu debba iniziare a cercare il tempo già nelle sessioni di prove del venerdì, perché magari non hai ancora trovato il giusto assetto, le gomme che vanno bene per il weekend o la pista non è nelle condizioni ideali, ma tu devi comunque fare il tempo. Dal punto di vista tecnico o della squadra, è sempre meglio quando puoi prenderti un attimo per adattarti al fine settimana. È evidente però che gli spettatori vogliano cose più rapide, che non richiedano troppa attenzione”.

Hai cominciato a entrare nell'ottica di questa wildcard già dal fine settimana di Austin?
“Lo scorso weekend, mentre commentavo il GP, cercavo di cominciare a prepararmi, ma come ho detto l’approccio al weekend è abbastanza aggressivo, perché i ragazzi vanno alla ricerca della pole sin dalle prime prove e devi investire un sacco di energie senza sapere quale sarà il risultato o cosa potrebbe rovinarti il giro, perché potresti imbatterti nelle bandiere rosse o gialle; o vederti cancellare il tempo perché sei andato oltre i limiti della pista. La mia prima impressione è che è  molto critico. Ero andato a Portimao per iniziare a studiare il nuovo format e ho visto quanto è stressante per la squadra e i piloti”.

Come è cambiato il tuo lavoro di collaudatore nel corso degli anni?
“Il mio lavoro è lo stesso dal giorno in cui ho iniziato, ma è sicuramente cambiato il modo in cui ci approcciamo al lavoro, perché all’inizio la moto non era buona quanto lo è adesso e andava sviluppata, mentre ora stiamo facendo più un lavoro di rifinitura. Prima dovevamo concentrarci sul quadro generale, mentre adesso lavoriamo a comparti, come l’aerodinamica, la potenza o la maneggevolezza, per cercare di estrarre il massimo dalla moto”.

Tu, come collaudatore, puoi dare una mano ai piloti che che sono concentrati quasi unicamente sui tempi?
“Non c’è la possibilità di lavorare sulla moto durante il fine settimana, quindi la chiave è arrivare ad ogni appuntamento con una moto che funziona. E sviluppare una moto che abbia una base che funziona su ogni pista è il nostro lavoro. Ovviamente devi dare una sistemata qua e là e magari devi fare qualche modifica per via delle condizioni della pista o di circostanze più estreme, ma il pacchetto funziona più o meno ovunque. Questo è ciò che fa il nostro team insieme al comparto tecnico. In passato c’erano piste dove andavamo bene e altre dove andavamo peggio e abbiamo cercato di mitigare quel gap. Austin e la Malesia, ad esempio, erano due bestie nere per noi lo scorso anno e abbiamo già visto un miglioramento su quei tracciati. Abbiamo cercato di aiutare sotto questo punto vista fornendo ai piloti una moto che fosse più o meno a punto già dal veneredì, ma ovviamente bisogna poi fare i conti con gli altri costruttori. Se fanno dei tempi iper competitivi c’è del lavoro da fare, ma questo è l’obiettivo”.

Credi che vada rivisto il regolamento sui test, per permettervi di fronteggiare le esigenze del nuovo format?
“Non conosco le ragioni dietro alla limitazione del numero di treni di gomme da usare nei collaudi ma, avendo più gare e meno possibilità per i piloti di svolgere test, è ovvio che i costruttori debbano realizzare una o due moto in più e creare una squadra ad hoc che si occupi dei collaudi. Se devono fare questo genere di lavoro varrebbe la pena avere degli pneumatici in più a disposizione, per poter simulare i ritmi di gara”.

Da collaudatore, provi ancora piacere nella guida?
“Sì! Quando svolgi i test ci sono cose che ti piacciono e non ti piacciono, ma è sempre bello guidare la moto qua e là”.

L’obiettivo per il weekend?
“Non fare incidenti”.

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