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MotoGP, Aleix Espargaró: “Siamo più forti del 2022, a Jerez proverò a vincere”

“Fabio e la Yamaha non sono forti come nel 2022 e Pecco potrebbe aver perso fiducia dopo la caduta, mentre noi abbiamo avuto buone sensazioni in America, nonostante un problema in gara. Sono felice abbiano aumentato la sicurezza del tracciato, significa che amano averci qui”

MotoGP: Aleix Espargaró: “Siamo più forti del 2022, a Jerez proverò a vincere”

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Ha grandi aspettative Aleix Espargaró per il GP di Spagna. Uno degli appuntamenti di casa del pilota Aprilia, che sul tracciato intitolato ad Angel Nieto spera di riuscire a capitalizzare le buone sensazioni avvertite in America, dove non è riuscito a portare la RS-GP al traguardo del Gran Premio delle Americhe per via di una caduta in Curva 12, dopo un problema con l'abbassatore a inizio gara.

“L’America è stata soddisfacente in termini di sensazioni, ma non di risultati. Che è un aspetto importante - ha chiosato Aleix, raccontando cosa è andato storto in quel di Austin - Ho fatto tutta la prima parte del circuito con la moto abbassata e quando ho toccato l’acceleratore, non avevo la giusta altezza davanti, quindi c’era qualcosa che non andava. Il nostro problema, che è difficile da risolvere, è con altri marchi, come la Ducati, quando non sei in grado frenare con forza in Curva 1 l’abbassatore posteriore recupera il 75-90% della corsa e ti permette di guidare. Se la nostra frenata non è abbastanza forte, invece, il nostro abbassatore non recupera la posizione e la moto resta bassa, per questo ho fatto così tutto il primo giro. È una cosa che non possiamo cambiare. Avevamo avuto un problema simile nei test pre-stagionali in Malesia, ma poi non era successo più nulla durante la stagione. Dobbiamo vedere, perché ci sono circuiti in cui non è facile frenare forte alla prima curva”.

La moto era ancora abbassata quando sei caduto?
“Secondo me sì, la moto era ancora abbassata quando sono caduto e quando l’ho riportata nel box i meccanici mi hanno detto che lo era. È difficile da capire, perché quando freni in modo brusco e la forcella anteriore è completamente abbassata il posteriore è sollevato, quindi la moto ‘si siede’ quando tocchi il gas. Dai dati, però, si vede chiaramente che la moto non era in posizione perché il peso era tutto spostato davanti, ma la moto per me era completamente abbassata quando ho aperto il gas”.

Il pilota può intervenire, magari anticipando la frenata?
“No, non puoi fare nulla. L’anno scorso ho avuto lo stesso problema qui a Jerez. Mi sono toccato con Marc in Curva 1 e il mio abbassatore posteriore non ha recuperato la posizione, sono andato largo, Marc mi ha superato in accelerazione e poi, in Curva 2, l’abbassatore ha ripreso a funzionare”.

Sarebbe possibile partire senza il dispositivo inserito?
“No, la differenza è molto elevata. Dobbiamo essere molto rapidi in partenza ed è impossibile scendere sotto i 2”5 senza il dispositivo”

Ti condiziona il fatto che il dispositivo possa non funzionare in maniera adeguata?
“No, perché ci sono molte cose che possono non funzionare, ma tu non ci pensi. Non è che passi tutto il tempo a pensare ‘e se questo non funzionasse?!’ Ovviamente, se in futuro venisse vietato l’uso dell'abbassatore durante il giro sarebbe tutto più semplice. Ma se analizzi i dati, secondo me, la partenza è diventata più semplice. C’è meno impennamento e i piloti sono un po’ più puliti”.

Ricordi ancora il tuo primo GP a Jerez?
“Mi ricordo ancora la domenica alle 07 del mattino, presi lo scooter e andai atra la Curva Angel Nieto e la Peluqui. C’era ancora buio, ma era già pieno di persone. Non dimenticherò mai quel momento. Per me è uno degli appuntamenti più speciali della stagione. Più ancora di Barcellona, perché lì ho più pressione, mentre questo è uno dei GP storici del calendario e pur essendo uno dei miei Gran Premi di casa, allo stesso tempo non è il mio Gran Premio di casa. Amo questo posto e questo circuito”.

Qual è l’obiettivo per il weekend?
“Cercherò di vincere. So che sembrerà strano, ma sono più forte dell’anno scorso. In Portogallo sono stato tra il veloce in gara. In Argentina ero tra i più veloci su asciutto e in America ho fatto il 2° giro più veloce in gara e ho chiuso 4° nella Sprint Race, mentre l’anno scorso ero arrivato a 15” dal vincitore. Siamo veloci. Non c’è nulla che dobbiamo cambiare. Dobbiamo solo rilassarci un po’ e provare a divertirci in ogni sessione”.

Bagnaia era fortissimo qui l’anno scorso e Quartararo va bene quando fa più caldo. Non ti preoccupano?
“Fabio e la Yamaha non sembrano allo stesso livello dell’anno scorso, mentre Pecco, dopo la caduta in America, potrebbe forse perdere un po’ di fiducia. Vedremo come sarà la gara. L’anno scorso ero forte. Ero rimasto bloccato dietro a Marc e Jack per diversi giri, ma nel finale giravo sugli stessi tempi dei primi”.

La sicurezza è aumentata qui a Jerez rispetto allo scorso anno. Ti senti più sicuro?
“Spero di non avvicinarmi al muro, ma quando un tracciato come questo decide di assecondare le richieste dei piloti significa che ci ama ed è felice di averci qui. Mi piace questo posto. L’anno scorso era un tantino pericoloso in alcuni punti, quindi sono felice che siano intervenuti”. 

Tra poche gare entrerà in vigore il nuovo sistema di monitoraggio della pressione degli pneumatici. Che ne pensi?
“È un casino. Non capisco. Nessuno rientra in questi parametri, ma credo che non poterà alcun beneficio a nessuno. Se vogliono squalificarti perché sei 0,015 sotto la pressione, il vantaggio non è così elevato, il problema è stato annunciare una regola quando non c’era nulla di pronto”.

Il presidente Viegas ha affermato che non è vero che non c’è comunicazione con i piloti. Tu sei d’accordo?
“Ho pieno rispetto per il nostro presidente, ma dico sempre quel che ho da dire. Ho un buon rapporto con lui a dire il vero e la comunicazione per me non è un problema”.

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