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MotoGP, Pedrosa: "Stoner non ha mai giocato al gioco di Marquez"

Dani questa settimana correrà a Jerez e ritroverà il vecchio compagno di squadra sulla sua ex moto: "Io ho sempre fatto di tutto per la squadra, ragionavo così. Il mio rivale era la Yamaha o la Ducati..."

MotoGP: Pedrosa: "Stoner non ha mai giocato al gioco di Marquez"

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Dani Pedrosa domenica tornerà in gara a Jerez, per disputare una wild card in sella alla KTM che è molto attesa. Lo spagnolo si è dedicato con estrema dedizione alla preparazione di questo ritorno in gara, come ha testimoniato Stefan Bradl che si è trovato a girare con lui in pista proprio a Jerez nei giorni che hanno preceduto la tappa di Austin. 

Da bravo perfezionista, Pedrosa non vuole di certo arrivare impreparato su un tracciato che ama e su cui ha vinto tantissimo. La KTM ha mostrato segni di grande competitività sia con Binder che con Miller, per cui sognare un risultato di rilievo per Pedrosa è assolutamente lecito, anche perché non sarà in pista per sperimentare novità per la Casa austriaca, quanto piuttosto per pensare alla prestazione e magari divertirsi. Nei giorni scorsi Pedrosa ha rilasciato una intervista ai colleghi spagnoli di Revelo dedicando spazio a Marc Marquez, suo compagno di squadra dal 2013 al 2018, ultimo anno da pilota Honda per Dani. 

All'interno del documentario All-In, Marc aveva infatti parlato della rivalità con Pedrosa, che nel 2013 era ovviamente il n°1 di HRC quando Marc debuttò in MotoGP dopo aver dominato in Moto2. Pedrosa non era mai diventato campione del mondo, ma aveva vinto tantissimo sin dalla sua prima stagione, il 2006, e spesso aveva sfiorato l'impresa iridata, negata molte volte per problemi fisici che l'hanno afflitto attraverso innumerevoli infortuni nel corso della sua carriera. 

Marc aveva parlato proprio del periodo di convicenza nel team con Pedrosa e di come fosse forte la rivalità per diventare il riferimento anche nello sviluppo in HRC, un ruolo da guadagnarsi a suon di risultati. Ha anche ammesso in quel documentario di aver spesso fatto delle scelte per tentare di 'penalizzare' Pedrosa, scegliendo un pezzo piuttosto che un altro. 

"Le cose stanno così come suonano, perché si tratta della verità - ha commentato Pedrosa - almeno in HRC, la squadra in cui correvamo assieme, funzioava così: il pilota più veloce era il n°1, quello che sceglieva i pezzi da usare in gara e indirizzava lo sviluppo. Quando Marc è arrivato, ero io in quella posizione me vincendo gare e mondiali, ha preso lui quo ruolo ed ha deciso a modo suo come procedere". 

Secondo Pedrosa, c'era una differenz di approccio notevole tra i due nel ruolo di leader di HRC. 

"Quando provavo qualche sviluppo per la moto, avevo i pezzi nuovi in anticipo ma non pensavo mai come faceva Marc. Per me la cosa migliore da fare era sempre pensare al meglio per la squadra, ho sempre pensato a quali fossero i pezzi migliori per rendere più veloce la moto per tutti, non ho ho mai pensato al mio compagno di box come rivale, pensavo a quelli in Yamaha, in Ducati. I rivali erano gli altri insomma, perché io mi sono sempre considerato parte del marchio per cui correvo. Lui si è comportato in modo diverso da me". 

Un comportamento diverso da quello di un altro illustre compagno di Pedrosa. 

"Prima che Marquez arrivasse in squadra, nemmeno Stoner ha mai giocato in quel modo". 

 

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