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SBK, Rea: “È frustrante vedere Bautista andar via senza fare sforzi”

“Sorridevo a inizio gara ed è stato bello essere lì a lottare per vincere, ma devo dare troppo per stare con Alvaro e alla fine ho cotto l’anteriore. Non è colpa sua se riesce a sfruttare la Ducati, è la Kawasaki a dover migliorare”

SBK: Rea: “È frustrante vedere Bautista andar via senza fare sforzi”

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Jonathan Rea era convinto di poter lottare per il podio ad Assen e così è stato. Sul tracciato olandese, il Cannibale ha ritrovato un podio che gli mancava dal Round d’apertura della stagione, chiudendo Gara 1 al secondo posto. Una nota lieta, ma dal retrogusto leggermente amaro, perché c’è sempre il solito Alvaro Bautista tra il al nordirlandese e la vittoria

“Sono contento. Il ritmo era rapido e anche io sono stato veloce quando ero davanti. Ho girato sull’1’34”, ma sapevo che sarebbe stata solo una questione di tempo. Vedevo il gap oscillare e sapevo che Alvaro mi avrebbe superato, prima o poi. Aveva un passo molto rapido ieri e quando mi ha superato ho cercato di fare tutto quello che potevo per stare con lui, ma a sette giri dalla fine ho commesso un piccolo errore, lui si è preso un piccolo margine e ho perso la scia sui rettilinei - ha raccontato Jonathan a fine gara - Mi sono preso tanti piccoli rischi per stare con lui. Non potevo farlo a ogni giro e ho dovuto mollare un po’. In più, alla fine, perdevo molto sull’anteriore anche se avevo la gomma dura, perché guidando con quell’energia e quell’intensità, stavo bruciando lo pneumatico. È frustrante, perché sembra che lui scappi via senza fare alcuno sforzo. Non potevo fare nulla, ma abbiamo comunque preso punti importanti. Siamo migliorati tanto rispetto a Mandalika. Partire nel gruppo davanti ha completamente cambiato la dinamica della gara e siamo riusciti a capitalizzare. Il ritmo era buono, anche se abbiamo alleggerito un po’ troppo la moto”. 

Difficile capire l’esatto potenziale della Ninja alla vigilia della corsa, per questo, pur sapendo che sarebbe stato difficile vincere, Rea non è partito dandosi già per sconfitto.

“Ho tenuto la mente aperta, a essere sincero. Ho visto il passo di Alvaro ieri e sapevo di poterlo replicare, perché c’era molto traffico nel mio ultimo tentativo, quando montavo la giusta combinazione di gomme. Pensavo che il nostro potenziale fosse migliore di quanto sembrava essere. Quando mi ha superato, però, ho visto che in uscita di Curva 8 usava metà pista rispetto a me, che ero completamente sul cordolo cercando di sfruttare ogni millimetro a disposizione. In quel momento ho capito che avrebbe richiesto troppo lottare per la vittoria e quando ho compiuto quei piccoli errori, per me è stato come aver peso ogni chance - ha ammesso - Il fatto di essere almeno lì a lottare è stata una bella sensazione, sicuramente migliore di quelle provate in Australia e a Mandalika, ma ci aspettavamo di essere più forti in queste condizioni. La moto andava bene qui ad Assen, ero piuttosto veloce, e mi aspettavo di essere competitivo, però non penso che avemmo potuto fare più di così”.

Ciò che più conta, comunque, è che il sei volte iridato è tornato a divertirsi in sella alla ZX-10RR: “Sì, mi è piaciuto guidare la moto, non troppo nel finale con l’anteriore cotto, ma all’inizio sorridevo. Assen è una pista molto fisica e non mi stavo stancando. Respiravo, cercando di essere strategico ha constatato Jonathan, che però sa di non avere grosse strategie da sfruttare per cercare di contrastare Bautista. 

“Non credo che ci troviamo nella posizione di poter difendere - ha ammesso - Quando decide che vuole andarsene, lo fa. Quando inizia a guidare in maniera pulita e a fare tutto nel modo giusto è un’altra storia. È fantastico ciò che sta facendo, è solo una gran rottura (ride). Posso restare lì per dieci giri a questa intensità, ma nella gara lunga bisogna essere conservativi e noi non siamo nella posizione per poter gestire comodamente le gomme. Standogli dietro vedo il modo in cui guida, in cui gestisce tutto alla perfezione, peccato che siamo mezzo secondo più lenti”.

Quello tra Bautista e la Ducati si è dimostrato il binomio perfetto. Lo sa bene Rea, che riconosce tutti i meriti al suo avversario, capace di sfruttare appieno ogni punto di forza della sua Panigale V4R. 

“Avendo un fisico diverso dal suo, con tutta l’energia che metto nella guida, consumo naturalmente più gomma. Lui guida in maniera fantastica e non posso togliergli alcun merito, perché riesce ad estrarre tutto dalla moto - ha sottolineato britannico - L’accelerazione è diversa dalla nostra. Anche la velocità di punta. È un campione del Mondo e può sfruttare questi piccoli vantaggi per 21 giri. È una situazione più o meno simile a quella che c’era con Scott sulla Ducati. Anche se Redding è più pesante, aveva comunque un vantaggio in rettilineo. Non come lo ha Alvaro, ma questa non è colpa sua. Lui sta facendo tutto egregiamente, siamo noi, la mia squadra e la Kawasaki a dover migliorare. È un nostro problema”.

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