Tu sei qui

MotoGP, Rossi: “Tra i piloti c’è un finto politically correct, colpa dei social”

“Maradona e Senna erano dei miti, ora la cultura è cambiata. A volte guardo i GP alla TV e vorrei essere lì, ma poi penso che il mio l’ho fatto. Ora tocca agli altri”

MotoGP: Rossi: “Tra i piloti c’è un finto politically correct, colpa dei social”

Monza è impazzita per l’arrivo di Valentino Rossi, inseguito nel paddock a caccia di un autografo o di un selfie. I tempi delle vittorie a raffica in MotoGP sono finiti, ma il Dottore è sempre nel cuore dei tifosi. Anche ora che corre in auto. Forse perché è l’ultimo dei piloti della vecchia scuola, old school direbbero gli americani. Tanta passione che riesce a trasmettere alla gente. E i suoi eredi?

Valentino ne ha parlato in un’intervista rilasciata a Matteo Aglio a La Stampa: “nella MotoGp abbiamo molti piloti forti, Bagnaia potrebbe diventare un trascinatore - ha detto - Dopo di me il motociclismo è tornato a essere quello che era prima di me: uno sport per appassionati. Io, in qualche modo e per qualche motivo, ero riuscito a farlo conoscere alle nonne e ai bambini piccoli. Sinceramente non so il perché, forse è stato un insieme dei miei risultati e del mio carattere. Negli anni ’90 gli sportivi venivano visti come dei miti, penso a Maradona o Senna, è cambiata la cultura. Chi è il Senna di oggi? Forse Hamilton, ma non è neanche lui giovanissimo”.

Sembra un’altra era, senza social network e con delle sane rivalità che dividevano le tifoserie. Rossi ne ha collezionate molte nella sua carriera e non è stato sempre politicamente corretto.

Ora qualsiasi cosa dici rimbalza su 300 siti e ti porti dietro le conseguenze per almeno due settimane. Fai un’intervista di mezz’ora e poi si cerca il titolone per fare click, questo da fastidio. Cosa succede? C’è un finto politically correct tra gli sportivi, sono tutti amici, si abbracciano. È bello? A me piaceva di più prima, quando si diceva quello che si pensava - la sua opinione - È umano che ti stia sulle scatole chi fa la tua stessa cosa come o meglio di te, non importa se sei un dottore, un pizzaiolo, un pilota. Dovere nasconderlo sempre, fa diventare tutto più finto”

Se un suo erede come personaggio non si vede, è vero che Valentino ha lasciato alla MotoGP i suoi allievi, fortissimi. Come Bagnaia, Bezzecchi e il fratello Marini, sul podio domenica scorsa ad Austin.

Sono contento, se lo meritava e ci voleva. Era veloce, ma serviva un bel risultato. Quando va sempre qualcosa storto, inizi a sentirti un incompiuto. Ora è pronto per essere sempre competitivo” è sicuro.

Forse Luca non sarà più solo il fratello del Dottore.

Un po’ gli pesa, ma lui aveva scelto di correre in moto sapendo a cosa sarebbe andato incontro e mi aveva stupito la sua scelta - ha dichiarato Rossi - Il fatto di non chiamarsi Rossi un po’ lo alleggerisce e caratterialmente siamo agli opposti. Può avere la sua personalità”.

Certo, vedere Valentino nella mischia con i piloti dell’Academy sarebbe bello.

I risultati ottenuti nella mia carriera mi aiutano a non sentire la malinconia. A volte, mentre guardo i GP in tv, vorrei essere lì, ma poi penso che il mio l’ho fatto. Ora tocca a loro” ha concluso.

Articoli che potrebbero interessarti