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SBK, Petrucci: "Lo stile di Toprak non funziona in MotoGP, gli servirebbe tempo"

"Solo lui può sapere se è pronto o meno per questa sfida. Assen? Dopo i test di Barcellona ho capito che per me non è ancora il momento di guardare come guida Bautista, perché il confronto è a tratti imbarazzante!

SBK: Petrucci:

Danilo Petrucci arriva ad Assen su una pista che nasconde pochi segreti al ternano. Il portacolori Barni è quindi pronto alla sfida nonostante le difficoltà incontrate nel corso dell'ultimo test a Barcellona.

Il pilota ternano sperava infatti di avere riscontri ben diversi, ma lui non ha la minima intenzione di abbattersi e alzare  bandiera bianca. Anzi, semmai rilancia, come fatto in Indonesia, dove si è rivelato il migliore tra i piloti indipendenti.  

Assen è una pista in cui ti trovi bene: nel 2017, in MotoGP, eri stato vicino a vincere.
Quella volta Alex Rins fu l’ago della bilancia perché mi tolse la prima vittoria, ma ricordo sempre con piacere questo posto. È la pista in cui andai per la prima volta in testa a una gara di MotoGP, nel 2016, sotto l’acqua ed è un circuito che mi piace. Uno dei motivi per cui sono tornato nel Mondiale è il fatto che ci sono piste come questa, o Phillip Island, veramente belle. Con calma vedrò quello che succederà, ci sono condizioni molto diverse da quelle che abbiamo trovato in Thailandia o in Australia, penso farà molto freddo. Non penso che né io né il team abbiamo ancora espresso tutto il nostro potenziale, sarà un’occasione per capire un po’ di più”.

Arrivi in questo round dopo un inizio di stagione in crescendo e i test di Barcellona, dove hai provato alcune novità. Qual è il bilancio?
Il test di Barcellona non è stato molto indicativi da quel punto di vista, non abbiamo trovato qualcosa che funzionasse. Più che altro sono rivenuti fuori quei problemi che ho con le gomme nuove, quelli ce ho per essere veloce da subito nella Superpole race o nel giro secco. Probabilmente perché è una pista particolare a livello di grip e personalmente non ho ben capito se abbiamo fatto o meno dei passi in avanti. Comunque sono serviti per stare sulla moto e fare esperimenti, ma mi è rimasto il dubbio se abbiamo migliorato o no. Qui ripartiremo dall’Indonesia perché a Barcellona non abbiamo trovato niente di cui siamo sicuri. Non corro qua dal 2021 e in quell’anno guidavo la KTM MotoGP, perciò non ho particolari ambizioni o aspettative. Prenderò quello che viene, sapendo che è una pista che mi piace, dove posso fare bene ed è quello che voglio. Mi vedo meglio qui che a Misano o Barcellona, non mi aspetto niente ma ci tengo a fare bene”.

La SBK è arrivata in Europa, dove si vedranno i livelli reali, tu a che punto pensi di essere?
Il confronto con Bautista è sicuramente molto difficile perché, oltre a essere sulla Ducati già dall’anno scorso, sta riuscendo a tirare fuori il meglio dalla moto con il suo stile di guida, se l’è cucita addosso. Soprattutto la usa in una maniera veramente diversa dagli altri, sfruttando i suoi punti forti: l’inserimento in curva, la frenata e la capacità di rialzare in fretta la moto. Questo grazie anche al suo peso ma, avendo la possibilità di vedere i suoi dati, posso dire che Bautista non va forte solo grazie al suo peso, è lui che sta usando la modo un gradino sopra tutti gli altri. A me piacerebbe essere il migliore delle altre Ducati, Rinaldi, Bassani e Oettl vanno forte, ma posso essere della partita. Come abbiamo visto a Barcellona, per il momento è meglio non guardare Alvaro (ride) perché il confronto è talvolta imbarazzanti, io non riesco a fare quello che fa lui, ma so che posso essere veloce in altre maniere, ma bisogna arrivarci. Sono solo alla terza gara”.

Cosa pensi del test di Razagatlioglu sulla Yamaha M1? Il suo sogno di passare in MotoGP è già finito?
“Difficile da dire, lo può sapere solo lui. Toprak ha uno stile di guida aggressivo in frenata, riuscendo a fermala molto nell’ultima parte dell’inserimento in curva, ma in quel momento in MotoGP devi lasciare i freni, per via delle Michelin. Per me è un grandissimo talento, ha un ottimo background in SBK, ma in MotoGP è tutto diverso, le moto assomigliano alle Superbike, ma non quando le guidi. L’anno scorso ero passato dalla Panigale gommata Dunlop alla Suzuki MotoGP, in Indonesia era la mia prima volta con un 4 cilindri in linea, e nel warm up ero arrivato a un secondo da Rins. Serve del tempo per andare forte in MotoGP, se pensano che Toprak sia l’uomo giusto devono crederci, allora potrà arrivarci. Inoltre non so quale fosse lo scopo di quel test, magari non ha voluto fare danni”.

Della Sprint Race in MotoGP cosa ti è sembrato?
Fare una gara al sabato, anche se corta la metà, è stancante. Probabilmente stanno iniziando a capire che il campionato è lungo e si rischia sempre tanto per un sorpasso in MotoGP, con la metà dei giri ancora di più. Mi ricordo che a volte stavo 15 giri dietro a un pilota senza riuscire a superarlo. Credo che ad Austin il sabato siano stati tutti calmi anche perché è una pista faticosissima: negli ultimi 5 giri della gara di domenica hai gli incubi, non li auguro di nessuno (ride)ì. L’ultima volta, sulla KTM, negli ultimi 3 giri avevo un blocco di cemento sulla schiena, ero finito”.

Senza contare le condizioni dell’asfalto.
Dopo avere corso in America, posso dire che quello di Austin è il migliore di tutti. Quando andavo a lamentarmi per le condizioni di un circuito, mi dicevano: è una difficoltà in più. Non la penso allo stesso modo, io penso che la gare siano più belle con i sorpassi e non con le cadute”.

Come è successo a Bagnaia.
Credo che Pecco non si debba preoccupare più di tante, l’anno scorso aveva fatto di peggio a inizio campionato. Dall’esterno penso sia il pilota più completo, l’errore sul bagnata in Argentina ci sta, ad Austin stava spingendo, avrebbe vinto, ma il campionato è ancora lungo. Una volta si diceva che iniziava a Jerez, è ancora della partita”.

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