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MotoGP, GP Austin: il bello, il brutto, il cattivo

Rins fa il cowboy, Bagnaia torna Pecco edizione 2022 part time. Marini sale (finalmente) sul podio, Quartararo gli chiede indietro gli adesivi strappati alla sua M1

MotoGP: GP Austin: il bello, il brutto, il cattivo

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Vede l’America e si esalta. Si chiama Alex Rins e ad Austin si ricorda sempre di saper essere fenomeno. Duro in qualifica, aggressivo in Sprint Race, vero avvoltoio nella gara domenica, quando era appollaiato sul ramo giusto nel momento in cui Bagnaia salutava la compagnia andando per prati.

Pecco casca e ci casca di nuovo, parla di una Ducati fin troppo perfetta, al punto da trarlo in inganno. Ma su quella Ducati Marini fa secondo, indossa il cappello da cowboy e finalmente può dire di aver fatto podio in MotoGP, che tanto quello della Sprint Race non vale. Bravo Arbolino, il ragazzo ha tenuto testa per tutta la gara ad Acosta, dato da tutti per fenomeno. Ma se fenomena lui, perché non fenomena anche Tony?

IL BELLO – In uno sport in cui le moto europee sono le più fighe, arriva Rins con una Honda vituperata da tutti e vince. Tutti zitti, in HRC sanno ancora fare le moto. O è stato solo un caso?

IL BRUTTO – Iniziano in 22, finiscono in 14. Il COTA non è un campo da golf, ma le buche ci sono tutte per un Master di quelli alla Tiger Woods. Impianto meraviglioso poi, peccato che in città metà delle persone non sapessero neanche che si correva il GP.

IL CATTIVO – Organizzano la MotoGP Fan Zone per far entrare in contatto piloti e tifosi. Bellissimo, grande idea. Peccato che i fan non ci siano, quindi i piloti si incontrano con il vuoto. Per la serie: poche idee, ma confuse.

LA DELUSIONE – Sembrava che l’episodio dell’Argentina fosse appunto un episodio. Ma vedere Pecco cadere mentre è davanti, fa male. Porta alla mente brutti ricordi, torna in mente quel -91. Mancano in pista Bastianini e Marquez, altrimenti forse sarebbe nera.

LA CONFERMA – Si chiama LCR. Una squadra che lavora a stretto contatto con HRC, gestita da Lucio Cecchinello con serietà e passione anche quando le cose non sono facili. Non è facile lavorare con i giapponesi, sono diversi, particolari. Da europeo Lucio poteva rompersi le scatole tempo fa. Ma lui ha avuto pazienza, la squadra ha lavorato sempre con serietà e la vittoria di Rins ne è solo la conferma.

LA SORPRESA – Dan Rossomondo. Passato da NBA, origini italiane. Un personaggio tutto da scoprire, che ha le idee chiare su quello che occorre alla MotoGP per tornare grande. Manager alla mano, ha ammesso di dover imparare molto, sembra avere l’attitudine per farlo e poi offrire qualcosa di nuovo a questo sport.

L’ERRORE – Potremmo ripetere Bagnaia, ma l’errore oggi l’ha fatto Vinales in partenza. Con l’Aprilia è un missile, sempre veloce e adesso la gestisce benissimo nei duelli. Grand rimonta in Sprint Race, grande rimonta in gara. Basterebbe partire bene per costringere gli altri a fare le rimonte invece di continuare a farle lui.

IL SORPASSO – Luca Marini affonda Fabio Quartararo in rettilineo. Alex Rins gli chiede in conferenza stampa di restituire al francese gli adesivi strappati. Risata generale. Tranne ad Iwata, lì non ridono.

LA CURIOSITA’ – Le prime parole di Bagnaia a Rossomondo: “Mi piace il tuo nome, Rosso come la mia Ducati”

IO L’AVEVO DETTO – Marini giovedì: “So che mettendo assieme un fine settimana lineare sono da podio, spero di riuscirci presto”. Detto fatto, bravo Luca.

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